Quest’isola che nelle mappe è relegata a sud-ovest, distante da Tokyo e dagli antichi centri imperiali del Kansai, un tempo era il centro del Giappone.
Sappiamo ancora poco dei primi esseri umani sbarcati nel Sol levante, ma gli indizi ci dicono che il Kyushu è stato la prima grande isola a essere raggiunta, durante l’ultima glaciazione. Il livello del mare era più basso e arrivarono migranti da sud (Taiwan e arcipelago Ryukyu) e dalla Corea. Questi pionieri si stabilirono in Kyushu e solo più tardi si spostarono verso le altre isole. I popoli Emishi e Ainu, invece, arrivarono da nord.
La storia del Giappone è iniziata in Kyushu e sempre da qui sono partiti i contatti con gli europei, chiamati dai giapponesi Nanban, barbari del sud. Per primi arrivarono i navigatori portoghesi, che presto stabilirono i loro commerci a Nagasaki. Poi fu la volta del gesuita spagnolo Francesco Saverio; giunto a Kagoshima, diede avvio a una breve e sanguinosa era di tentativi di evangelizzazione, poco graditi allo shogun, che scelse la via della chiusura. Nagasaki rimase l’unico porto dedito ai commerci con l’occidente e con la Cina.
Il Kyushu è la regione che per secoli ha guardato di più a ovest, ma che nell’ultimo secolo è rimasta più isolata. Il grande snodo commerciale di Nagasaki ha perso la sua centralità e ha subito le atrocità della bomba atomica. Le città di Kagoshima e Kumamoto portano la memoria della ribellione di Satsuma guidata dall’ultimo samurai e la gente comune combatte ancora oggi con i capricci dei vulcani Aso e Sakurajima.
Il Kyushu è stato scelto dalle divinità giapponesi per scendere sulla terra[1] e mi auguro che sia la vostra terra da esplorare in un prossimo viaggio in Giappone. L’isola ha tanto da offrire, le persone sono cordiali e curiose, in diverse località è ancora raro vedere un occidentale. Prendete spunto da questa guida sui luoghi da visitare in Kyushu, raggruppati in base alla prefettura in cui si trovano. Buona esplorazione.
Prefettura di Nagasaki
Nagasaki
Nagasaki affascina per il suo passato di apertura all’occidente e lascia emozioni profonde. Quando il Giappone feudale si era chiuso al mondo, qui giungevano navi portoghesi (fino al 1641), olandesi e cinesi; i commerci avvenivano sull’isola artificiale di Dejima, ancora visitabile. A Nagasaki arrivarono missionari cristiani, poi imprenditori come lo scozzese Thomas Glover, di cui ci rimane lo splendido Glover Garden (1863). Sullo sfondo di questa atmosfera malinconica, in cui aleggiano le note della Madama Butterfly e l’ardore romantico di Sakamoto Ryōma, c’è ancora vivo il dolore della bomba atomica, elaborato in speranza e armonia nel Parco della Pace.
Hashima (Gunkanjima)
A una decina di miglia da Nagasaki, Hashima è una delle più affascinanti isole abbandonate del pianeta. Fu abitata a partire dal 1874, quando si iniziò a estrarvi il carbone per circa un secolo, dopodiché fu abbandonata. Vista dal mare, Hashima sembra una corrazzata da guerra, per questo è detta anche Gunkanjima. Dal 2009, l’isola è riaperta al pubblico.
Isole Kujuku
Un arcipelago di 208 isole, uno dei luoghi più seducenti del Kyushu. Di quelli che non ti aspetti, una piccola terra incognita assente dalle maggiori guide e che scopri per caso quando sei lì sul posto. Poco a nord di Nagasaki, da Sasebo partono i traghetti per visitare le isole Kujuku (Kujukushima), ecosistemi in miniatura, isole bonsai per lo più disabitate e protette dal parco nazionale di Sakai.
Hirado
Un castello, qualche chiesa cristiana, la base commerciale degli olandesi, sentieri escursionistici e le scogliere Shiodawara con la loro forma esagonale a nido d’ape. Tutto questo si trova a Hirado, nome di una tranquilla cittadina sul mare e della sua isola, a nord di Nagasaki e Sasebo, collegata alla terraferma dall’ Hirado Ohashi, ponte sospeso che strizza l’occhio al Golden Gate.
Unzen
Pochi chilometri a est delle atmosfere malinconiche di Nagasaki, la penisola di Shimabara e il monte Unzen ospitano un paesaggio vulcanico che non lascia indifferenti. Chi ama il benessere trova accoglienti onsen hotel e ryokan nella cittadina di Unzen, mentre chi cerca emozioni forti si può dirigere verso i vapori mefitici dell’Unzen Jigoku. Dalla vicina Shimabara si può proseguire in traghetto fino a Kumamoto.
Prefettura di Kumamoto
Kumamoto
La città gravita intorno al Kumamoto-jō, uno dei tre grandi castelli del Giappone, insieme a quelli di Himeji e Matsumoto. Dopo i gravi danni subiti nel terremoto del 2016, alcune aree del castello sono di nuovo accessibili. Kumamoto offre altri spunti di visita, come le case degli scrittori Lafcadio Hearn e Natsume Sōseki, ed è la porta di accesso per il monte Aso.
Monte Aso
È il più grande vulcano attivo del Giappone e la sua caldera, dal diametro di circa 120 chilometri, è una delle più ampie al mondo. Coni vulcanici e crateri (di cui uno che ribolle di acqua verde chiaro), pascoli verdi, laghetti di alta quota, sentieri: il monte Aso è un’infinità di paesaggi.
Kurokawa Onsen
Nascosta tra le colline a nord del monte Aso, Kurokawa Onsen è una delle località termali più graziose del Giappone. Non ci sono hotel moderni, luci al neon, pachinko e konbini. Si percepisce un’atmosfera fuori dal tempo, arricchita da splendidi rotenburo, i bagni termali all’aperto.
Santuario Kamishikimi Kumano-imasu
Foreste infinite di cedri, lanterne ricoperte di muschio, un torii che sancisce l’ingresso in una dimensione sacra, una lunga scalinata che vale la fatica. Il santuario Kamishikimi Kumano-imasu è isolato e pervaso dal silenzio, circondato da boschi e sentieri per esploratori di terre incognite.
Arcipelago di Amakusa
Nell’arcipelago di Amakusa si scoprono le storie dei primi contatti del Giappone con i missionari cristiani, avvenuti per lo più nelle isole intorno a Nagasaki. Storie di conversioni, ribellioni e persecuzioni. Ad Amakusa si trovano chiese cristiane, ma anche foreste, villaggi rurali, splendide coste e, solcando il mare, i delfini.
Prefettura di Kagoshima
Kagoshima
Una città soleggiata che si affaccia sul mare, dominata da un vulcano: benvenuti a Kagoshima, la Napoli d’oriente. All’uscita della stazione centrale vi accoglie Napoli-dori, il viale dedicato alla città gemella. Messi da parte i richiami al capoluogo campano e un ottimo museo della Restaurazione Meiji, Kagoshima è soprattutto un punto di partenza per esplorare i dintorni e prendere il traghetto per Sakurajima.
Sakurajima
Sbarchi credendo di visitare una semplice isola e ti trovi in un avventuroso museo a cielo aperto. Sakurajima va esplorata in bicicletta, il mezzo migliore per muoversi lungo il Nagisa Lava Trail, un lungomare mozzafiato tra rocce laviche che ci ricordano la tragica eruzione del 1914. I paesaggi sono magnifici ed è emozionante scoprire come le piante si riprendono il terreno, a un secolo dall’ultima eruzione.
Ibusuki
Nelle spiagge di Ibusuki potreste trovare delle signore munite di pala, pronte a ricoprirvi di sabbia. Solo la testa resta fuori, protetta dal sole da un ombrellino colorato. Le sabbiature sfruttano il vapore che filtra dal terreno e pare che abbiano un effetto terapeutico. Poco distante da Ibusuki c’è Chiringashima, un’isola che da ottobre a marzo, con la bassa marea, è connessa alla terraferma da un lembo di sabbia percorribile a piedi.
Capo Sata
Capo Sata è la punta più a sud del Kyushu, il luogo dove la strada finisce e prosegue il mare. Oltre, ci sono Yakushima e le isole Nansei. Capo Sata è da visitare per i paesaggi e per avere la sensazione di trovarsi in un luogo di frontiera. Qui finì il viaggio di Alan Booth, che nel 1977 percorse a piedi il Giappone da nord a sud; venti anni dopo iniziò l’avventura di Will Ferguson, che da qui arrivò fino all’Hokkaido in autostop.
Sata. In cammino per perdersi e ritrovarsi sulle vie meno battute del Giappone
Alan Booth
Yakushima
Non aspettatevi giornate di sole qui. Secondo un detto locale, a Yakushima piove trentacinque giorni al mese. Gli otto metri di pioggia annuali sostengono una vegetazione rigogliosa e una foresta primaria che ospita alberi millenari. Tra cui il Jomon sugi, un cedro giapponese che potrebbe avere settemila anni. È bene arrivare qui ben equipaggiati, a meno di non fermarsi in qualche spiaggia o in uno degli ottimi onsen.
Isole Amami
Formalmente sono nella prefettura di Kagoshima, ma le isole Amami si trovano molto più a sud, nell’arcipelago Nansei, di cui fa parte anche Okinawa. Il clima è subtropicale, le spiagge sono bianche e di origine corallina, nelle foreste si incontrano mangrovie e felci arboree; i ritmi sono diversi, è un altro Giappone.
Parco Nazionale di Kirishima-Yaku
Il monte Kirishima fu scelto da Ninigi no Mikoto, nipote della dea del sole Amaterasu, per scendere sulla terra e fondare la stirpe imperiale giapponese. La leggenda è ancora ricordata da santuari e monumenti all’interno del Parco Nazionale di Kirishima-Yaku, paradiso per escursionisti e amanti della natura, che vi trovano abbondanza di sentieri, cascate (fino a 75 m), onsen, esperienze di forest therapy. Il parco si espande tra le prefetture di Kagoshima e Miyazaki.
Prefettura di Miyazaki
Gola di Takachiho
Prima ci fu una grande eruzione lavica del monte Aso, che nei pressi dell’attuale gola si raffreddò in forma colonnare. Poi il fiume Gokase vi si fece largo e scavò più a fondo. In tempi più recenti si è aggiunta qualche piccola cascata laterale, creando il paesaggio tanto unico quanto improbabile della gola di Takachiho. Da visitare in barca, o a piedi lungo un sentiero panoramico.
Santuario Amano Iwato
Un santuario, due grotte e una leggenda giapponese: quella di Amaterasu, la dea del sole che, indignata dagli scherzi crudeli del fratello, decise di nascondersi in una grotta. Grotta che, seppur non accessibile, fa parte del complesso del santuario Amano Iwato. Poco distante si trova un’altra caverna, questa visitabile, dove si radunarono altre divinità per escogitare un modo per far uscire Amaterasu.
Aoshima, Miyazaki
Il lavatoio del diavolo e un santuario. Il primo è una formazione di rocce basaltiche che circonda l’isola di Aoshima, visibili con la bassa marea. Lungo la costa spicca invece il rosso portale di accesso al santuario, che si dice porti fortuna alle coppie sposate.
Nichinan coast
Un tratto di costa che rivela l’anima di questa parte di Kyushu. Scorci selvaggi,tanto mare, surfisti che sfidano le onde, scimmie che lavano le patate dolci nell’acqua di mare[2], vegetazione spontanea, palme e i cavalli selvatici che pascolano liberamente a Capo Toi, designati come paesaggio naturale.
Prefettura di Fukuoka
Fukuoka
Immagino che una città moderna e vibrante come Fukuoka generi diverse emozioni. A me, ha fatto venire voglia di scoprirne i dintorni, come l’isola di Shika e il santuario Kashii-gu, poco distante dalla stazione di Kashii. Fukuoka è un ottimo punto di partenza per esplorare il Kyushu, ma anche per scoprire qualcosa della città: come l’Asian Art Museum (FAAM), l’Hakata Machiya Folk Museum (Furusatokan) realizzato all’interno di tre case giapponesi tradizionali, e il gigantesco centro commerciale di Canal City.
Itoshima
Due rocce che si guardano unite da un cordone e un torii bianco testimone dell’unione. La scena, si ripete ogni giorno sulla spiaggia di Futamigaura. Vale la pena fermarsi a Itoshima anche per la Shima Sunset Road, una trentina di chilometri di strada panoramica lungo la costa, per le cascate Shiraito no Taki, e per le grotte Keya-no-Oto, visitabili in barca da aprile a novembre.
Shikanoshima
Sulla collina più alta di quest’isola c’è un osservatorio da cui lo sguardo spazia su Fukuoka, la baia di Hakata, isolotti misteriosi. Shikanoshima è connessa alla terraferma da un tombolo sabbioso, ma è raggiungibile anche in traghetto. È un luogo tranquillo per chi ama le escursioni in bici, il surf, lo snorkeling, il birdwatching e … la storia. Nel 1784 vi fu ritrovato un sigillo d’oro massiccio proveniente dalla Cina, portato in Giappone duemila anni fa[3].
Kawachi Fujien
La parte più suggestiva del Kawachi Fujien sono i due tunnel di glicine in fiore, ma il parco comprende anche un ampio pergolato e una cupola gigante. In circa un ettaro di giardino crescono ventidue varietà di glicine, di diversi colori. Il parco si trova nella città di Kitakyushu ed è aperto in primavera per il glicine e in autunno per il foliage.
Ainoshima
Su quest’isola vivono cinquecento persone e centinaia di gatti che passano le giornate a rilassarsi, a posare per le foto e a cercare pasti prelibati a base di pesce. I gatti si radunano per lo più nei pressi del porto di Ainoshima dove attraccano i traghetti dei turisti e le barche dei pescatori.
Yanagawa
Qualcuno si è azzardato a chiamarla Venezia del Kyushu anche se, della nostra di Venezia, ha ben poco. Fanno eccezione i canali, che in diversi angoli della città creano scorci pittoreschi, soprattutto se visti dalla prospettiva di una gita in barca, guidata da un “gondoliere” locale.
Prefettura di Saga
Santuario Yutoku Inari
Insieme al Fushimi Inari di Kyoto e al Toyokawa Inari nella prefettura di Aichi, lo Yutoku Inari è uno dei tre grandi santuari del Giappone dedicati alla divinità Inari, a volte rappresentata in forma di volpe. La sala principale del santuario è sorretta da alte travi di legno, mentre dalla terrazza si accede a un sentiero che si inoltra nella collina boscosa dietro al santuario.
Parco delle porcellane di Arita
Un parco in stile europeo che racconta come la porcellana giapponese di Arita influenzò gli stili europei. Il parco ricrea un villaggio tedesco tradizionale, ha un giardino in stile occidentale e un’ala del museo dedicata alla porcellana giapponese in stile Arita-yaki. Ad Arita si trova anche il Museo della Ceramica del Kyushu.
Castello di Yoshinogari
Un parco per gli appassionati di storia e castelli del Giappone, un villaggio fortificato ricostruito sulla base dei ritrovamenti studiati nell’area di Yoshinogari, sin dal 1986. Il castello di Yoshinogari era forse la capitale del regno Yamatai e fu frequentato nel periodo Yayoi (300 a.C. – 300 d.C.).
Le grotte di Nanatsugama
Le grotte di Nanatsugama mi ricordano le strane rocce esagonali che compongono l’isola di Staffa in Scozia, famosa per la grotta di Fingal. Qui però le “grotte di Fingal” sono sette, la più grande delle quali ha un’apertura di tre metri e una profondità di centodieci. Un sentiero passa sopra le grotte, in alternativa ci sono le gite in barca.
Risaie a terrazza Hamanoura no Tanada
Le risaie a terrazza non sono così insolite in Kyushu, ma quelle di Hamanoura Tanada sono adagiate in una stretta vallata con vista mare. Da metà aprile vengono riempite d’acqua e al tramonto si trasformano in specchi dai colori cangianti.
Prefettura di Oita
Beppu
A Beppu ci sono oltre duemila sorgenti termali, il vapore esce dal terreno un po’ ovunque. Per il benessere ci sono i numerosi onsen, per chi vuol fare due passi ci sono i sette Jigoku (inferni), sorgenti termali ad alta temperatura (dove non bisogna immergersi) con acque di vari colori, che vanno dall’azzurro al rosso sangue.
Yufuin Onsen
A pochi chilometri da Beppu, Yufui è una cittadina termale dominata dai picchi del monte Yufu. Tra le attività da non farsi mancare: il giro degli onsen, due passi tra i negozi di artigianato locale e, per i più avventurosi, escursioni sul monte Yufu.
Penisola di Kunisaki
Nel nord ovest del Kyushu, con lo sguardo rivolto verso il mare interno di Seto, la penisola di Kunisaki è un’area poco esplorata dal turismo. Qui per muoversi è meglio munirsi di auto, utile per raggiungere templi (come il Futagoji), santuari (come l’Usa Jingū), sentieri per escursioni e punti panoramici.
Note
1 Il monte Kirishima, in Kyushu, è considerato dalla mitologia giapponese la “culla della creazione”. Il dio Ninigi no Mikoto, nipote della dea del sole Amaterasu, sarebbe stato inviato sul monte Kirishima per portare la pace e creare la stirpe imperiale giapponese.↵
2 Le scimmie che lavano le patate si trovano sull’isola di Kojima, giusto di fronte alla spiaggia di Ishinami.↵
3 King of Na gold seal, Wikipedia, the free encyclopedia, https://en.wikipedia.org/wiki/King_of_Na_gold_seal↵