I castelli giapponesi furono costruiti per difendere un territorio e allo stesso tempo per stupire e intimorire il nemico. Qualcosa di simile è accaduto in Europa. Ma il risultato, almeno dal punto di vista estetico, in Giappone è stato curiosamente diverso.
La foto di copertina ritrae il castello di Matsumoto. In basso si vedono le mura in pietra che lo ancorano a terra. Poi si sviluppa una struttura nera in legno su vari livelli, più stretti mano a mano che si prosegue verso l’alto. Le forme sono lineari e sinuose, sprigionano forza e leggerezza e sembrano proiettare l’edificio verso il cielo. Ho l’impressione che da un momento all’altro il castello possa spiccare il volo. Ancora di più se guardo il castello di Himeji nella foto qui sotto.

In molti hanno avuto impressioni simili. Il castello di Himeji è conosciuto anche come airone bianco, quello di Matsumoto come corvo. I castelli giapponesi hanno la forza della pietra e, nelle loro forme, la grazia degli uccelli. Spesso presentano elementi ornamentali, decorazioni e diversi colori. Sono forti, graziosi e purtroppo fragili. I pericoli per queste strutture non erano rappresentate solo dagli eserciti, ma anche dai terremoti e dagli incendi. Delle migliaia di castelli costruiti in Giappone, solo dodici sono giunti sino a noi nella forma originaria. Tutti gli altri sono rovine o ricostruzioni.
Qui di seguito ripercorro una breve storia dei castelli giapponesi. Più avanti trovate una lista di 12 castelli che, secondo me, vale la pena visitare. Se volete saltare direttamente alla lista, cliccate qui. Buona lettura!
Castelli giapponesi: una storia avventurosa
I castelli giapponesi hanno una storia lunga almeno un migliaio d’anni. La loro forma si è evoluta, seguendo le vicende del paese, di imperatori, shogun e clan di samurai.
Sin dai tempi più antichi in Giappone sono state erette fortificazioni, assai diverse dai castelli attuali. In molti casi si trattava di semplici edifici che, in tempo di guerra, venivano fortificati con steccati in legno, muri di terra e a volte con fossati.
È nel periodo Asuka (538-710) che compaiono strutture difensive più stabili e organizzate. Si chiamavano kogoishi, le più antiche furono costruite in Kyushu (la più meridionale delle quattro grandi isole del Giappone) e in seguito in altre aree del Giappone occidentale. Probabilmente, la loro realizzazione fu ispirata alle fortezze coreane dell’epoca. Rispetto alle strutture precedenti, interamente in legno, i kogoishi erano in parte costruiti in pietra.

I più recenti kogoishi risalgono all’ottavo secolo, dopodiché la loro costruzione fu interrotta. Nel frattempo si continuavano a realizzare fortezze in legno. Erano versatili, rapide da costruire ma anche da smantellare quando non erano più necessarie. Questo approccio andò avanti almeno fino al periodo Heian (794-1185), quando i clan samurai accrebbero il loro potere.
I conflitti interni divennero più frequenti e si resero necessarie strutture difensive più resistenti e permanenti. Durante il periodo Kamakura (1185-1333) comparvero i primi yamashiro (o yamajiro), che significa letteralmente castelli di montagna.

Gli yamashiro erano costruiti su rilievi impervi e ricordavano per certi aspetti i nostri castelli medievali. Avevano una struttura centrale chiamata tenshu (il mastio) ed erano circondati da palizzate intervallate da torri e cancelli. Di norma avevano una funzione esclusivamente difensiva. Il signore feudale viveva in una residenza fortificata (chiamata yakata), spesso situata alla base della montagna su cui si trovava lo yamashiro.
La massima diffusione degli yamashiro si ebbe nel periodo degli stati belligeranti (Sengoku jidai, 1467-1615). In quell’epoca il Giappone era suddiviso in feudi in perenne conflitto tra loro e gli yamashiro vennero costruiti su vasta scala. Spesso il singolo castello apparteneva a una rete di yamashiro che faceva capo a una fortezza centrale, chiamata honjo, sede del quartier generale. Queste reti di castelli potevano comunicare tra loro grazie a torri per i fuochi di segnalazione.

Rispetto al periodo Kamakura, quando sorsero i primi yamashiro, la tecnica bellica e le armi si erano evolute e gli steccati di legno non erano più sufficienti a difendere i castelli. Furono allora realizzate mura in pietra, bastioni interconnessi che si adattavano alle linee imposte dalle impervie montagne giapponesi.
Con il periodo Edo (1603-1868) il Giappone entrò in un’epoca di pace e gli yamashiro caddero in disuso. Oltre a non essere più utili in sé, le montagne su cui sorgevano erano difficilmente abitabili. La crisi degli yamashiro era iniziata ancor prima del periodo Edo. Verso la fine del turbolento periodo Sengoku molte aree del paese erano state pacificate e crebbe l’esigenza di creare fortezze che erano allo stesso tempo centri di potere. Fu Oda Nobunaga, il primo dei grandi unificatori del Giappone, a creare il primo castello giapponese moderno, il castello di Azuchi.

Il castello di Azuchi fu costruito sulla sommità di una collina (e non di una montagna, come nel caso degli yamashiro) nei pressi del lago Biwa, una posizione strategica perché poco distante da Kyoto e a metà strada tra l’ovest e l’est del Giappone. Non aveva solo uno scopo difensivo, ma anche funzioni amministrative, culturali e abitative. Al suo interno si trovava la residenza di rappresentanza di Oda Nobunaga. Le sue mura erano in pietra e il tenshu (il mastio) era sviluppato su sette livelli, anziché sui soli tre degli yamashiro. Era riccamente decorato e aveva anche la funzione di impressionare gli avversari di Oda Nobunaga, mostrandone il potere e il prestigio.
Il castello di Azuchi fu terminato nel 1579. Fu distrutto pochi anni dopo, ma la sua influenza nella costruzione dei successivi castelli fu grandissima. I castelli di Himeji, Kumamoto, Matsumoto e molti altri furono realizzati su quel modello, ubicati in zone pianeggianti e attorno ad essi si svilupparono le città. Con la breve vita del castello di Azuchi, era nato il castello giapponese che tutti conosciamo oggi.
12 castelli giapponesi
Dopo aver ripercorso la storia dei castelli giapponesi, non ci resta che visitarli. Qua sotto ho raccolto e descritto dodici castelli, non solo moderni, ma anche un paio di yamashiro e un antico villaggio fortificato. Buona esplorazione.
Castello di Himeji

Il castello di Himeji è il primo sito giapponese inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO (1993). È noto anche come Hakurojō o Shirasagijō, il castello dell’airone bianco. Usciti dalla stazione di Himeji, basta uno sguardo per scorgerne in lontananza il bianco splendente e le forme delicate. Una volta giunti ai suoi piedi, mostra la sua potenza e la sua grazia. Circondato da pini neri e alberi di ciliegio, da certi angoli sembra fluttuare nell’aria. Oltre alla bellezza, c’è la storia. Ha conservato buona parte della sua complessa struttura muraria, alcune parti del tenshu sono ancora originali ed è collegato al bellissimo giardino di Kokoen. Consiglio di visitare il castello di Himeji in un giorno feriale, meglio se in periodi non turistici; potreste così imbattervi anche voi in una gentilissima guida volontaria dall’ottimo inglese.
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Castello di Hikone

Il castello di Hikone si trova in una posizione estremamente scenografica. È posto su una collina da cui si gode di un’ampia visuale del lago Biwa[1] e, sullo sfondo, delle montagne che circondano il lago, che in caso di visita invernale avranno probabilmente le vette innevate. Il paesaggio non è da meno in primavera, quando i ciliegi intorno al castello sono in fiore. Di per sé il castello è relativamente piccolo, ma l’originale combinazione di stili architettonici del tenshugli è valsa la designazione di Tesoro nazionale del Giappone[2]. La costruzione del castello di Hikone è terminata nel 1622, nel periodo Edo e da allora è sopravvissuto senza subire distruzioni e ricostruzioni. Hikone è facilmente raggiungibile in treno da Kyoto e al castello sarete accolti dalla mascotte Hikonyan, una delle più popolari in Giappone.
Il castello di Hikone e il maneki neko
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Castello di Yoshinogari

Un tempo i castelli giapponesi erano strutture realizzate interamente in legno, in pianura, circondate da palizzate e rinforzate a volte da muri di terra e fossati. Di queste antiche fortificazioni non è rimasto quasi niente, ma nel Parco di Yoshinogari è stata realizzata un’imponente ricostruzione. Yoshinogari, più che un castello, è un villaggio fortificato, che include torri di guardia, steccati difensivi, fossati. L’area è soggetta a studi archeologici dal 1986 e sulla base dei ritrovamenti è stato ricostruito un villaggio simile all’originale. Quello che sorprende è la dimensione dell’abitato, che forse era la capitale del regno Yamatai e fu frequentato nel periodo Yayoi (300 a.C. – 300 d.C.). Il castello di Yoshinogari si trova in Kyushu, nella prefettura di Saga, ed è un sito unico per osservare dal vivo la struttura di un villaggio fortificato giapponese.
Castello di Matsue

Il castello di Matsue è uno dei dodici castelli giapponesi sopravvissuti nella loro forma originaria ed è uno dei cinque entrati nelle lista dei Tesori nazionali del paese. È stato ultimato nel 1611, quando il periodo degli stati belligeranti (1467-1615) volgeva ormai al termine e di fatto non ha mai dovuto fronteggiare battaglie. Intorno al 1638 passò in mano al clan Matsudaira, una ramificazione del clan Tokugawa, che lo governò per 234 anni, fino a quando il castello fu smantellato durante il periodo Meiji (1868-1912). Fortunatamente, il mastio che si vede nella foto sopra è stato salvato ed è tutt’ora in ottime condizioni, persino gli interni. Oltre al tenshu, della struttura originaria sono rimasti i giardini, il fossato e le mura in pietra. Poco oltre il fossato, sul lato nord, si trova il Museo memoriale Lafcadio Hearn, che include la casa dello scrittore e uno spazio espositivo.
I castelli e il periodo Meiji (1868-1912)
Castello di Takeda

Le rovine del castello di Takeda sono descritte a volte come il Machu Picchu del Giappone, altre come il “castello che galleggia nel cielo”. Il perché si intuisce dalla foto sopra. Il castello di Takeda è un bell’esempio di yamashiro, un castello di montagna costruito su un aspro rilievo alto 354 metri. La sua costruzione fu completata intorno al 1441 e durante la famosa battaglia di Sekigahara (1600) il signore del castello combatté contro lo schieramento di Tokugawa Ieyasu, che sarebbe poi risultato vincitore. Poco dopo la battaglia di Sekigahara, il castello di Takeda fu abbandonato. Le sue rovine sono state restaurate negli anni 70 e 80 del XX secolo ed è oggi un sito aperto al pubblico. Si trova ad Asago, nella prefettura di Hyogo ed è facilmente raggiungibile da Himeji.
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Castello di Matsumoto

Il castello di Matsumoto è uno dei cosiddetti Tre castelli giapponesi[3], edifici monumentali che sono giunti ben preservati ai giorni nostri. Il castello di Matsumoto fu costruito in pianura durante il periodo degli stati belligeranti (Sengoku jidai, 1467-1615). La torre principale del castello (tenshu) è in apparenza a cinque livelli, ma c’è un sesto piano nascosto a metà dell’edificio. La struttura attuale del castello è il risultato di aggiunte fatte nel 1635, tra cui un padiglione per l’osservazione della luna.
Il castello di Matsumoto colpisce per la sua eleganza tenebrosa. Il colore nero e le sue ampie tettoie che sembrano ali gli sono valse il soprannome di castello del corvo. Si trova nella prefettura di Nagano ed è circondato dagli spettacolari profili delle Alpi giapponesi. La cittadina di Matsumoto si raggiunge facilmente in treno da Tokyo, in due ore e mezzo con il treno diretto Azusa che parte da Shinjuku.
Lo Schachihoko
Sul tetto dei castelli di Matsumoto, di Himeji e molti altri si possono vedere elementi decorativi che rappresentano uno strano animale il corpo di pesce e la testa di tigre, noto come shachihoko o shachi. Di solito si trovano alle estremità della linea di colmo del tetto e avevano la funzione di proteggere il castello.

Vista l’abbondanza di strutture in legno, gli incendi erano una delle maggiori minacce per i castelli giapponesi. Gli shachihoko avrebbero protetto il castello dagli incendi. Secondo antiche leggende giapponesi, se fosse scoppiato un incendio, avrebbero sputato acqua dalla bocca sulle fiamme. Gli shachihoko si possono trovare anche sul tetto di templi e altri edifici.
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Castello di Maruoka

Anche il castello di Maruoka è uno dei dodici castelli sopravvissuti nella loro forma originaria, nonché uno dei più antichi. Visitandolo e comparandolo con i più recenti castelli di Himeji e Hikone, si può vedere come si è evoluta la tecnica di costruzione dei castelli. Le scale in legno che collegano i tre piani sono tra le più ripide tra tutti i castelli giapponesi. Erano costruite così per rendere più difficile la conquista del tenshu da parte dei nemici, oltre che per occupare meno spazio.
Il castello di Maruoka è noto anche come Kasumi-ga-Jo, castello della nebbia. Secondo una leggenda, ogni volta che il nemico si avvicinava al castello, un serpente gigante avrebbe emesso una fitta nebbia a protezione del castello. È così sopravvissuto per secoli alle vicende umane, finché nel 1948 un terremoto ha distrutto il tenshu. Nel 1955 fu completata la sua ricostruzione usando per l’80% materiali originari.
Castello di Osaka

La costruzione del castello di Osaka iniziò nel 1583 per ordine di Toyotomi Hideyoshi, che lo fece realizzare sul modello del castello di Azuchi costruito da Oda Nobunaga. Doveva essere il più formidabile castello del Giappone e probabilmente Hideyoshi riuscì nell’intento. I lavori terminarono nel 1598 e nel 1614-1615 il castello resistette per lungo tempo agli attacchi dell’esercito di Tokugawa Ieyasu, grazie anche alla tenacia delle truppe guidate dal coraggioso samurai Sanada Yukimura. Dopo vari assedi Tokugawa conquistò il castello e il suo erede nel 1620 lo fece ricostruire e riarmare. Purtroppo buona parte degli edifici è stata bruciata durante la restaurazione Meiji, il castello fu poi bombardato nel 1945. Oggi il tenshu è una ricostruzione e al suo interno ospita un museo. Intorno c’è un bel parco, tanto verde e si possono ammirare le mura e il fossato.
Castello di Kumamoto

È uno dei tre grandi castelli del Giappone, insieme a quelli di Himeji e Matsumoto. Si trova in Kyushu, nella città di Kumamoto. La prima fortificazione del sito risale al 1467, fu poi ricostruito nella forma attuale nel 1607 dal signore feudale (daimyo) Kato Kiyomasa, usando le più avanzate tecniche dell’epoca. Qui sono passati grandi personaggi del passato (tra cui il maestro di spada Miyamoto Musashi) e si sono svolte grandi battaglie, come quella legata alla ribellione di Satsuma (1877) guidata dal cosiddetto ultimo samurai, Saigo Takamori. Il castello di Kumamoto ha subito danni pesanti nel terremoto del 2016. Dopo anni di lavori, dal 26 aprile del 2021 il tenshu del castello è di nuovo visitabile[4].
Castello di Naegi

Il castello di Naegi fu costruito nel 1532 sulla vetta di una collina impervia, nell’attuale prefettura di Gifu. Era uno yamajiro, un castello di montagna. A differenza di altri yamajiro, abbandonati durante il periodo Edo, fu utilizzato per secoli dal clan Toyama fino alla restaurazione Meiji, quando il castello fu smantellato. Oggi è possibile visitarne le rovine e godere del panorama circondato da montagne. Il castello domina dall’alto il centro di Nakatsugawa, una delle cittadine lungo il Nakasendo, la strada che collegava Tokyo e Kyoto passando per le Alpi Giapponesi. Costruito su un rilievo difficilmente accessibile, il castello di Naegi ha un fossato naturale, il fiume Kiso che lo separa dalla cittadina di Nakatsugawa.
Castello di Hirado

Hirado è una cittadina situata nell’isola omonima. Siamo nel sud-ovest del paese, in Kyushu, in una piccola terra incognita del Giappone. Nei suoi pressi si trovano lo splendido arcipelago Kujukushima, le Shiodawara Cliffs con le sue rocce esagonali che ricordano la grotta di Fingal e l’isola di Staffa, ma anche siti culturali che testimoniano un passato di commerci con l’Europa. E a Hirado c’è, naturalmente, un bel castello da visitare. Fu costruito nel 1599 da Matsura Shigenobu e incendiato da lui stesso nel 1613, per dimostrare fedeltà allo shōgun Tokugawa Ieyasu. Fu poi ricostruito nel 1718, per essere smantellato nel 1871 durante la restaurazione Meiji. La porta Kitakoguchi-mon e una torre di guardia sono le uniche strutture originali ancora in piedi, il resto è stato ricostruito negli anni ’60 del secolo scorso. Bellissima la vista dal castello e interessante il museo, che custodisce un’antica spada di 93 cm risalente al periodo Asuka (538-710).
Castello di Kanazawa

Avvicinandosi al castello di Kanazawa si rimane colpiti dalla sua ampiezza, che in passato gli è valso il nome di “palazzo dei mille tatami”. Se ancora oggi vediamo il castello nella sua originaria grandezza è grazie alle numerose ricostruzioni e restauri. Fondato nel 1580, il castello di Kanazawa è stato ricostruito più volte, in seguito a una battaglia (1592) e a quattro grandi incendi. Buona parte della struttura originaria è stata mantenuta, ma il tenshu, che si sviluppava su sei piani, non venne più ricostruito in seguito all’incendio del 1602. Oggi rimangono solo tre strutture originali del castello di Kanazawa, ma le ampie mura di pietra, le eccellenti ricostruzioni, le case dei samurai esistenti e uno dei giardini più famosi del Giappone (il Kenroku-en[5]) lo rendono uno dei castelli giapponesi più interessanti da visitare.
Note
1 Il lago Biwa (Biwako,) è il più grande tra i laghi giapponesi.↵
2 Il tenshu (mastio), e non l’intero castello, è stato designato Tesoro nazionale del Giappone.↵
3 Gli altri due sono i castelli di Himeji e Kumamoto.↵
4 Fonte: Official Kumamoto Tourism Guide.↵
5 Il Kenroku-en è uno dei tre grandi giardini del Giappone (日本三名園, Nihon Sanmeien) insieme al Koraku-en di Okayama e al Kairaku-en di Mito.↵