Sakurajima, il vulcano all’estremo sud del Giappone

Il vulcano Sakurajima ha il fascino dei luoghi di frontiera. Con i suoi 1117 metri di altitudine domina la baia di Kinko e la città di Kagoshima, il capoluogo di prefettura più a sud delle quattro principali isole del Giappone. Qui siamo nell’estremità meridionale del Kyushu e più a sud c’è solo l’oceano. Il Sakurajima sembra l’avamposto di mari inesplorati e terre incognite, e le minacce del vulcano stesso – tra i più attivi al mondo – sono un monito verso chi dovesse avventurarsi troppo lontano dalla terraferma.

Ho intrapreso il mio viaggio verso Kagoshima e il suo vulcano con queste fantasie e come spesso capita la realtà è stata diversa. Nel caso di Sakurajima è stato meglio di quanto mi aspettassi. Pur distante circa 3,5 kilometri via mare dalla città, il vulcano è di fatto parte integrante di Kagoshima. Dall’area del porto, dell’acquario, dalle strade che costeggiano il mare così come dalle colline che circondano il centro abitato, il Sakurajima è sempre ben visibile, fa parte del paesaggio ed esercita il suo fascino irresistibile.

Non resta allora che assecondare il richiamo di questa bellezza della natura, dirigersi verso il porto di Kagoshima, imbarcarsi sul primo traghetto e iniziare il viaggio verso Sakurajima.

Sakurajima: il vulcano e le eruzioni recenti

Il Sakurajima è un vulcano attivo, emette fumo quotidianamente e ogni anno si verificano centinaia di piccole esplosioni, costantemente monitorate da un osservatorio dedicato. Sono relativamente frequenti anche le eruzioni di materiali piroclastici – per lo più di modesta entità – per cui la popolazione convive giornalmente con gli sbalzi di umore del vulcano.

Anche se a prima vista sembra un’unica montagna, il Sakurajima è composto da tre picchi:

北岳, si legge Kita-dake e significa “picco nord” (1117 metri di altitudine).

中岳, si legge Naka-dake e significa “picco centrale” (1060 metri).

南岳, si legge Minami-dake e significa “picco sud” (1040 metri).

In realtà i picchi principali sono il nord e il sud. Il Kita-dake è stato attivo dalla nascita del Sakurajima (circa 26 mila anni fa) fino a 5000 anni fa. In seguito il cratere si è spostato a sud e l’attività vulcanica è iniziata qui circa 4500 anni fa e continua sino ad oggi; ed è per questo che, senza uno speciale permesso, nessuno può accedere al cratere del Minami-dake entro un raggio di 2 kilometri.

L’eruzione del 1914

Nella storia di Kagoshima è fondamentale la data del 1914, anno in cui il Sakurajima diede vita alla più grande eruzione vulcanica del secolo in Giappone. E poiché la gente lasciò rapidamente l’isola, ci furono relativamente pochi morti[1].

Foto scattata nel 1914 al vulcano Sakurajima durante l'eruzione
Foto scattata nel 1914 al vulcano Sakurajima durante l’eruzione – asahi.com [Public domain]

L’eruzione avvenne dopo oltre cento anni di inattività del vulcano. Il 10 gennaio 1914 furono avvertiti cinque terremoti di forte intensità e il giorno dopo furono contate più di 250 scosse sismiche. Le 23 mila persone che vivevano sull’isola – fino ad allora Sakurajima era un’isola vulcanica – non aspettarono gli ordini del governo e decisero di evacuare in massa verso la terraferma. Furono usate tutte le imbarcazioni disponibili e furono trasportati in salvo anche gli animali; il 12 gennaio arrivarono in aiuto anche le imbarcazioni della marina e dell’esercito e tutti questi sforzi fecero sì che solo poche persone perdessero la vita a causa dell’eruzione.


Grandi pennacchi di vapore e ceneri erano visibili già l’11 gennaio e il mattino del giorno seguente ci fu una grande esplosione con emissione di ceneri, massi e in seguito anche di lava. Fiumi di lava bruciarono campi e villaggi ormai abbandonati e continuarono a scorrere per mesi, andando a ricoprire piccole isole e parte della baia; sul versante sud orientale la lava inondò lo stretto lembo di mare che separava l’isola dalla terraferma e cambiò per sempre la geografia del luogo: Sakurajima era diventata una penisola.

Mappa di Sakurajima del 1909, quando era ancora un'isola
Una mappa del 1909 di Sakurajima disegnata dall’Imperial Land Survey giapponese, basata sui dati rilevati nel 1902. La mappa mostra Sakurajima come un’isola, prima che una lingua di lava solidificata la collegasse alla penisola di Ōsumi dopo l’eruzione del 1914 – Copyright © National Land Image Information (Color Aerial Photographs), Ministry of Land, Infrastructure, Transport and Tourism

L’organizzazione e i secoli di convivenza del popolo giapponese con le forze della natura (vulcani, terremoti, tsunami, tifoni, incendi, etc.) ridussero al minimo il bilancio delle vittime e dei danni. Lentamente la vita riprese nell’ex isola, collegata adesso al Kyushu (penisola di Osumi) da un lembo di terra e dall’Ushine Bridge.

Dal 1955 a oggi

Dal 1955 l’attività vulcanica del Sakurajima è entrata in una nuova fase, caratterizzata da centinaia di piccole eruzioni all’anno. È incredibile come più di seicentomila persone vivano a stretto contatto con un vulcano in costante attività. Le misure di prevenzione sono attive e utilizzano il miglior sistema al mondo di monitoraggio vulcanico high-tech. Tutto questo rende Kagoshima un luogo unico dove convivono un vulcano attivo e gli abitanti di un grande centro urbano, compresi i turisti che ogni anno visitano la città e Sakurajima.

Sakurajima: l’origine del nome

Il fascino e il mistero del vulcano risiedono in parte anche nel suo nome. Sakurajima (桜島) significa letteralmente isola (jima, shima, 島) del fiore di ciliegio (sakura, 桜). Fino al 1914 era in effetti un’isola, ma perché del fiore di ciliegio? Ci sono diversi alberi di ciliegio sull’isola, ma l’origine del nome pare essere diversa.

Ci sono molte teorie sull’origine del nome dell’isola, le principali sono tre. Secondo una leggenda, poco prima che l’isola fosse creata, la superficie del mare era coperta da migliaia di petali di fiori di ciliegio. Per altri il nome è legato a quello di un importante dignitario locale, Sakurajima Tadanobu.

Per altri ancora il nome è legato a quello della divinità Konohana Sakuyahime. Il santuario più importante dell’isola è dedicato a Tsukiyomi, dio della luna e del mare, e a Konohana Sakuyahime, dea del Monte Fuji e degli altri vulcani. Secondo una leggenda Konohana Sakuyahime fu sfidata a Sakurajima, così la gente chiamò l’isola “Sakuya-jima (isola di Sakuya)”; in seguito, nel corso della storia, il nome è cambiato in “Sakura-jima”.

Quando andare

Pur essendo nella punta meridionale del Kyushu, il clima di Kagoshima e Sakurajima è per molti aspetti simile al resto del Giappone. Le estati sono calde, umide ed estremamente piovose (più che a Tokyo), mentre l’inverno non è troppo rigido (siamo all’altezza del 31° parallelo). Il periodo migliore per visitare Sakurajima va da ottobre a marzo; nella prima parte di ottobre possono ancora verificarsi tifoni, mentre aprile, seppure piovoso, può essere ancora stagione della fioritura dei ciliegi[2].

Foto di Sakurajima scattata in inverno
Foto di Sakurajima scattata in inverno – Photo by Alessio Pellegrini CC BY-SA 2.0

Gli inverni tendono ad essere miti e secchi, è bassa stagione turistica e sono probabilmente il momento migliore per esplorare l’isola, godersi i servizi (traghetti, ristoranti e musei non affollati), il tiepido sole invernale e magari osservare la vetta del vulcano ricoperta da una spruzzata di neve.

Caldo umido a parte, anche la metà di luglio può essere interessante. In questo periodo c’è lo Hinoshima Festival (il festival dell’isola di fuoco), ricco di spettacoli che culminano con la gran serata dei fuochi d’artificio.

Come arrivare

Il modo più semplice per arrivare a Sakurajima è prendere il traghetto dal porto di Kagoshima. Il terminal si trova nei pressi del City Aquarium, a soli 10 minuti a piedi dalla stazione JR Kagoshima. Questa stazione a sua volta è ben collegata alla stazione Kagoshima Chuo, dove fermano gli Shinkansen, per cui Sakurajima è visitabile con una gita di un giorno partendo da Fukuoka (Hakata), visto che lo Shinkansen Sakura (incluso nel JR Pass) impiega meno di 100 minuti per collegare il capoluogo del Kyushu con Kagoshima Chuo; il Mizuho impiega soli 76 minuti.

Il porto di Kagoshima, da cui partono i traghetti per Sakurajima
Il porto di Kagoshima, da cui partono i traghetti per Sakurajima – Photo by Alessio Pellegrini CC BY-SA 2.0

Il mio consiglio è di pernottare almeno una notte a Kagoshima e visitare con calma Sakurajima, prendendo per il ritorno il traghetto che parte verso l’ora del tramonto, per godersi la vista del vulcano con colori rossastri. Il traghetto impiega soli 15 minuti e costa 200 yen per gli adulti e 100 yen per i bambini. È attivo 24 ore su 24 e nelle ore di punta ci sono collegamenti ogni quindici minuti[3].


Alle 11:05 del mattino parte anche il traghetto Yorimichi Cruise al costo di 500 yen per gli adulti e 250 yen per i bambini. È una crociera di 50 minuti, la nave fa un percorso più lungo verso sud e consente di osservare il faro Kanze, l’isola Okogashima, lo strato di lava fuoriuscito durante l’eruzione del 1914 e, se siete fortunati, anche il passaggio di delfini; la crociera consente di ammirare al meglio e da più lati la bellezza  del Sakurajima.

Un’ottima alternativa è il viaggio in auto. Dalla stazione di Kagoshima fino a Sakurajima occorre guidare per quasi un’ora e mezzo, ma la strada costeggia la baia di Kinko e nelle giornate limpide il panorama ripaga il tempo in più speso al volante. Al ritorno potete prendere comunque il traghetto, il costo è di 1400 yen per le auto sotto tra i 3 e i 4 metri, 1950 yen per le auto lunghe tra i 4 e i 5 metri[4]. Ci sono diverse agenzie di noleggio auto a Kagoshima.

Come visitare Sakurajima

Avete a disposizione diversi mezzi per visitare l’isola. Se arrivate con il traghetto, nel porto di Sakurajima c’è un ufficio per il turismo che potrà fornirvi diverse indicazioni, mappe e orari, anche in inglese. Un’ottima scelta è il viaggio in bicicletta: usciti dal terminal del traghetto, basta attraversare la strada, fare pochi metri e vi troverete di fronte al negozio di un noleggio biciclette. I principali spot turistici lungo la costa sono facilmente raggiungibili in bicicletta, ma se decidete di addentrarvi nell’interno le salite potrebbero diventare molto faticose. Le strade, almeno in inverno e nei giorni feriali, sono poco trafficate e il viaggio in bicicletta può diventare un’esperienza piacevole e divertente, è l’opzione che ho scelto e che vi consiglio.


Dal porto di Sakurajima parte l’Island View, un bus che fa il giro dell’isola e si ferma nei principali spot turistici. Il primo bus parte alle 9 del mattino e la frequenza è di un’ora e cinque minuti; è disponibile un pass giornaliero al costo di 500 yen, con cui salire e scendere in totale libertà. Dettagli e orari li trovate qui. Un’alternativa all’Island View sono i bus locali: due linee che partono dal Ferry Terminal, una che va a sud con capolinea l’Arimura Lava Observatory, una che va a nord con capolinea il Kurokami Buried Shrine Gate.

L’auto è il mezzo che garantisce maggiore libertà, mentre chi cerca un’esperienza unica può provare con il kayak. Ci sono più agenzie che offrono tour in kayak, aperti anche a chi non ha esperienza; sono disponibili diversi tour: 2-3 ore, giornalieri, al tramonto e accompagnati da guide che parlano inglese.

Che cosa vedere

L’ufficio informazioni turistiche al terminal dei traghetti vi fornirà depliant informativi con i migliori luoghi da vedere. D’altro canto se siete in bicicletta o in auto è anche bello esplorare l’isola e lasciarsi guidare dall’intuito, ma anche dalle numerose indicazioni che si trovano lungo la strada e i sentieri. A voi la scelta.

Qui ho raccolto alcuni dei luoghi più interessanti (secondo me) da visitare a Sakurajima.

Nagisa Lava Trail

Se siete impazienti di esplorare l’isola imboccate subito il Nagisa Lava Trail, percorribile a piedi o in bicicletta. È un percorso di circa tre kilometri che inizia nei pressi del Visitor Center (vedi mappa sopra) e costeggia il mare. Il sentiero è stato tracciato sulla lava (oggi roccia) eruttata nel 1914 e che, sentiero a parte, non ha subito modifiche da parte dell’uomo. Ai lati del sentiero troverete rocce ancora appuntite e poco erose, erbe, arbusti e pini che lentamente trasformano la roccia vulcanica in suolo vivo; e poi panchine, punti di osservazione e splendidi paesaggi; rare persone, tanto silenzio e il suono del mare.

Sakurajima: il Nagisa Lava Trail
Sakurajima: il Nagisa Lava Trail – Photo by Alessio Pellegrini CC BY-SA 2.0

Karasujima Observation Point

Al termine del Nagisa Lava Trail, sul lato opposto della strada, si trova il Karasujima Observation Point. Un tempo Karasujima era una piccola isola, ma la lava emessa dall’eruzione del 1914 ha connesso l’isolotto a Sakurajima. Qui oggi c’è un punto di osservazione per ammirare il vulcano da un lato e Kagoshima e la baia di Kinko dall’altro.

Il Karasujima Observation Point
Il Karasujima Observation Point – Photo by Alessio Pellegrini CC BY-SA 2.0

Portrait of a scream

Difficile immaginare un concerto rock a Sakurajima, un’isola nell’estremo sud del Giappone. Il 21 agosto del 2004 il musicista Tsuyoshi Nagabuchi, nativo dell’isola, organizzò un concerto rock che attirò ben 75 mila persone (più di dieci volte i residenti, pari a seimila) e durò tutta la notte. Fu un evento così straordinario che presto si formò un comitato per la realizzazione di una statua commemorativa, divenuta poi il Portrait of a scream. Realizzata in roccia vulcanica, mostra il volto di Tsuyoshi Nagabuchi circondato da chitarre elettriche e celebra la memoria del concerto e la forza della musica rock.

Portrait of a scream, la statua che ricorda il grande concerto del 2004 a Sakurajima.
Portrait of a scream, Sakurajima. Realizzato con roccia vulcanica locale – Foto di AHLN CC BY 2.0

Kurokami Buried Shrine Gate

Il santuario Kurokami è una delle principali attrazioni dell’isola e in particolare il suo torii (il portale di accesso al santuario), quasi completamente sommerso dalle ceneri eruttate nel 1914. Adesso è visibile solo la parte superiore del torii e fa capire quanto è stata imponente l’eruzione del 1914.

Altri luoghi

Altri luoghi da visitare a Sakurajima:

  • Arimura Lava Observatory (fermata dell’Island View Bus). Una delle aree migliori da cui osservare il Sakurajima e i dintorni. Un sentiero di oltre un kilometro accompagna i visitatori lungo una collina creata dalla lava eruttata nel 1914, con diversi punti buoni per ammirare il paesaggio.
  • Yunohira Observation Point (fermata dell’Island View Bus). Situato a 373 metri sul livello del mare, è il punto dell’isola accessibile al pubblico più vicino al cratere Kita-dake e da questa altitudine offre una vista unica dell’isola e di Kagoshima.
  • Onsen. Sono due gli onsen di Sakurajima: il Magma Hot Spring, situato nei pressi del porto, e lo Shirahama Onsen Center, meno noto ai turisti e più frequentato dagli abitanti dell’isola.
  • Tsukiyomi Shrine. Situato a pochi passi dal porto, è il principale santuario dell’isola ed è dedicato, oltre che a Tsukiyomi, anche a Konohana Sakuyahime, da cui deriverebbe il nome del vulcano e dell’isola.
  • Sakurajima Visitor Centre. Situato nei pressi del porto, fornisce tante informazioni utili sull’isola, il vulcano e la sua storia. Ci sono spiegazioni anche in inglese, merita una visita.
  • Dinosaur Park. Se viaggiate con bambini, vale la pena fermarsi in questo piccolo parco divertimenti con i dinosauri, facilmente raggiungibile a piedi dal terminal dei traghetti.
  • Nagisa Park Footbath. Dopo una giornata passata ad esplorare l’isola, prima di prendere il traghetto per il ritorno a Kagoshima vale la pena fermarsi al Nagisa Park Footbath, a pochi passi dal Ferry Terminal. Potete immergere i vostri piedi in vasche di acqua termale naturalmente calda, stando seduti su comode panchine con vista sull’oceano. Un meritato relax per aver esplorato Sakurajima, completamente gratuito.

Cibo da record

Il suolo vulcanico di Sakurajima ha dato vita a coltivazioni da record. Il daikon (ravanello bianco giapponese) di Sakurajima è il più grande al mondo e questo primato è stato sancito dal Guinness Book of Records. Le radici di misura regolare pesano circa 6 kg, le più grandi tra i 20 e i 30 kg (a quanto pare alcuni esemplari sono arrivati fino a 45 kg!) e possono raggiungere una circonferenza di oltre 120 cm. Nonostante le dimensioni, la polpa del Sakurajima Daikon è tenera, bianca ed è più dolce delle altre varietà di daikon giapponese; se non avete la possibilità di cucinare, nel negozio del Visitor Center è possibile acquistarlo confezionato e già tagliato a fette, da gustare in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo.

Sakurajima daikon
Il daikon gigante di Sakurajima – Nesnad [CC BY 4.0], via Wikimedia Commons

L’agricoltura dell’isola vanta un altro record, quello del mandarino più piccolo al mondo. Nel terreno vulcanico di Sakurajima i mandarini raggiungono un diametro massimo di cinque centimetri e un peso di 50 grammi, sono molto dolci e hanno un aroma unico. Il frutto viene consumato a crudo, mentre la buccia viene usata per aromatizzare noodle e sottaceti.

Il mandarino (komikan) di Sakurajima, il più piccolo al mondo
Il mandarino (komikan) di Sakurajima, il più piccolo al mondo – Sakurai Midori [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons

Tra le altre eccellenze dell’agricoltura isolana ci sono le nespole (biwa) e le patate dolci.

Curiosità sul vulcano Sakurajima

L’origine di Sakurajima, Kagoshima e della Baia di Kinko

Circa 29 mila anni fa ci fu una grandissima eruzione vulcanica che diede origine al paesaggio attuale. L’area dove adesso sorge Kagoshima fu coperta da uno spesso strato di magma; fu emessa una tale quantità di lava che il terreno crollò e si formò una grande depressione (caldera) che fu sommersa dalle acque marine: così si ebbe origine l’attuale Baia di Kinko. L’area di Kagoshima, ricoperta da un misto di lava, ceneri e massi restò emersa.

Tremila anni dopo (26 mila anni fa) l’attività eruttiva riprese nella parte meridionale della caldera e iniziò a formarsi un vulcano, quello che oggi chiamiamo Sakurajima.

Piante ed eruzioni vulcaniche

Le piante sono sottoposte a forte stress lungo le pendici del Sakurajima. Sopportano le frequenti piogge di ceneri, i gas e ricrescono ogni volta dopo le eruzioni di lava.

Dopo che il magma si è solidificato e trasformato in roccia, le piante pioniere come muschi e licheni iniziano a comparire, creano i primi piccoli strati di suolo e preparano il terreno alle erbe più resistenti. Si formano così piccole praterie che pian piano vedono la comparsa di qualche pino nero giapponese (kuromatsu, nome scientifico Pinus thunbergii) e solo più tardi, quando il suolo è più profondo, arrivano le latifoglie. In questo senso, Sakurajima è un vero e proprio museo di storia naturale, dove i suoli di diverse ere sono ricoperti da diversi tipi di vegetazione.

I diversi tipi di vegetazione di Sakurajima
In primo piano un suolo in cui crescono solo erbe e qua e là qualche pino nero. Dietro il suolo è più maturo e vi è cresciuto un boschetto di pini neri e si iniziano a intravedere i primi arbusti di latifoglie – Photo by Alessio Pellegrini CC BY-SA 2.0

Ceramiche, pesce e cosmetici

Il vulcano Sakurajima è stato trasformato in una risorsa dai sempre operosi giapponesi. Non solo con l’agricoltura, ma anche nell’artigianato, nell’industria e nel turismo. Le ceneri vulcaniche sono utilizzate nella creazione di ceramiche, nella lavorazione del vetro, nella produzione di cosmetici e persino per essiccare il pesce. In ambito turistico, non solo il vulcano in sé è un richiamo, ma anche gli onsen di cui sono costellati i territori di Sakurajima e Kagoshima.

Note

1 https://web.archive.org/web/20080616093432/http://volcano.und.edu/vwdocs/vw_hyperexchange/sakura-jima.html

2 Qui vengono aggiornate ogni anno le previsioni per la fioritura dei ciliegi https://sakura.weathermap.jp/en.php

3 Pagina ufficiale con gli orari dei traghetti per Sakurajima http://www.kagoshima-kankou.com/for/areaguides/sakurajima.html

4 Dettagli sui costi del trasporto auto e altri mezzi sul traghetto http://www.city.kagoshima.lg.jp/sakurajima-ferry/english/guides.html

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