Le vite dei samurai più famosi si confondono spesso con la leggenda. L’immagine di copertina di questo articolo racconta uno dei momenti salienti della vita di Yoshitsune, un samurai vissuto quasi mille anni fa e tutt’ora amatissimo dai giapponesi. Yoshitsune è l’uomo al centro dell’immagine e sta per saltare su Benkei, sulla sinistra. Benkei era un monaco guerriero e, forse dopo aver fatto un voto, doveva collezionare mille spade prima di ritirasi in monastero. Ne aveva già 999 e quella di Yoshitsune doveva essere l’ultima. Il povero Benkei non immaginava di trovarsi di fronte al guerriero più forte del Giappone, che con la sua forza e agilità lo sconfisse. Ma gli risparmiò la vita e i due diventarono grandi amici.
L’era dei samurai è incredibilmente lunga. Esistevano come servitori civili già nel Giappone antico e nel Medioevo divennero la nobiltà militare che prese il controllo del paese fino al 1868. I samurai hanno una storia di almeno mille anni, finita in tempi abbastanza recenti e la loro etica permea ancora la cultura e la vita dei giapponesi.
Qui sotto ho selezionato undici samurai famosi, undici nomi di grandi guerrieri giapponesi. Tra loro si trovano il più grande spadaccino, il più grande arciere, il samurai più coraggioso e il più fedele; ma ci sono anche figure romantiche, spiriti liberi ed eroi tragici. Undici storie e immagini di samurai giapponesi accompagnate da luoghi in cui hanno vissuto, combattuto o legati alle loro leggende, uno spunto per immaginare un futuro viaggio in Giappone e aggiungere nuove tappe al vostro itinerario.

Taira no Masakado ? – 940. Il primo samurai
I samurai esistevano decenni prima della nascita di Taira no Masakado, ma viene considerato il primo per un evento senza precedenti: riuscì a creare un governo indipendente da quello imperiale.
Masakado era un signore della guerra della regione del Kantō, dove oggi sorge Tokyo. Qui si trovavano le nuove terre del nord est del paese, sottratte in tempi relativamente recenti al popolo emishi[1]. Quest’area, per ricchezza e prosperità stava creando un nuovo equilibrio nel Giappone: fino ad allora, il potere era concentrato nella capitale Kyoto e nella regione del Kansai.
I conflitti che Masakado ebbe con la corte imperiale e con altri membri della famiglia Taira più vicini all’imperatore, sfociarono in numerose battaglie. Il culmine fu raggiunto quando Masakado iniziò a comportarsi come sovrano del Kantō, si alleò con un ribelle locale, conquistò alcune province del nord est e nel 939 si autoproclamò nuovo imperatore (Shinnō). Poté fregiarsi di questo titolo solo per poco tempo, l’anno seguente un esercito inviato dall’imperatore ebbe la meglio sulle sue truppe e a quanto pare fu ucciso da una freccia vagante.
Al momento della sua morte, Taira no Masakado era già una leggenda. Si diceva che era alto due metri e che aveva un occhio sinistro con due pupille. Altre storie raccontavano che sua madre era un serpente e aveva reso il figlio inattaccabile tranne in un punto, chi dice sulla fronte, chi alla tempia destra e che fosse stato colpito lì dalla freccia che lo aveva ucciso. E dopo che, secondo l’usanza del tempo, la sua testa fu tagliata, si narra che fosse tornata in vita.
Luoghi
A Tokyo, nel quartiere di Ōtemachi, si trova un luogo noto come kubizuka (“collina della testa”). Secondo la leggenda la testa di Masakado sarebbe giunta fino a qui, un villaggio di pescatori all’epoca noto come Shibasaki, che poi sarebbe divenuto Edo e infine Tokyo. Per ricordare il grande guerriero della famiglia Taira, è stato eretto un monumento alla testa di Masakado.

Minamoto no Yoshitsune 1159 – 1189. L’eroe tragico
Minamoto no Yoshitsune è uno dei samurai più famosi e amati in Giappone. Molto di quello che ne sappiamo si confonde con leggende elaborate nel corso dei secoli, che hanno arricchito il teatro kabuki[2] e svariate opere della cultura di massa. Tra mito e realtà, Yoshitsune è ricordato come il samurai abile nelle armi, fedele al proprio signore, cavaliere con le donne, sconfitto e ucciso dal fratello malvagio assetato di potere, Minamoto no Yoritomo.
Yoshitsune era figlio di Minamoto no Yoshitomo (1123 – 1160), capo del clan Minamoto ucciso in seguito alla sconfitta nella ribellione di Heiji. Il vincitore, Taira no Kiyomori, dopo l’uccisione di Yoshitomo risparmiò tre dei suoi figli e li mandò in esilio. Uno dei tre era Yoshitsune, che fu affidato a un monastero sul monte Kurama nei pressi di Kyoto. Ricevette insegnamenti buddisti e fu addestrato all’arte della spada, secondo la leggenda dal grande tengu Sōjōbō e dai suoi karasu tengu, creature fantastiche della mitologia giapponese. In quello stesso periodo avrebbe fatto il suo incontro con Benkei, un monaco guerriero (sōhei) che, in seguito a un duello con Yoshitsune, sarebbe diventato suo fedele amico e servitore.

Nel 1180 scoprì che il fratello Yoritomo, divenuto capo del clan Minamoto, si stava preparando ad affrontare il clan nemico dei Taira. Insieme a Benkei, prese parte al conflitto e guidò le truppe Minamoto a numerose vittorie, tra cui quella decisiva della battaglia di Dan-no-ura (1185) che segnò la fine del clan Taira. Dopo la battaglia di Dan-no-ura Yoshitsune divenne il samurai più popolare del Giappone, scatenando le gelosie e le pesanti accuse del fratello Yoritomo. Yoshitsune rispose con un tentativo di ribellione, ma, fallendo, fu costretto a fuggire. Braccato dai soldati di Yoritomo, vagò in Giappone per anni, ma nel 1189 fu tradito e costretto al seppuku. È con questa fine tragica che Yoshitsune divenne un eroe amato dal popolo giapponese, il samurai valoroso che pur nella sconfitta e nella solitudine ha mantenuto l’onore e l’integrità.
Luoghi
A poco più di mezz’ora da Kyoto si trova il monte Kurama, dove il giovane Yoshitsune trascorse diversi anni e fu addestrato dal grande tengu Sōjōbō. Dalla stazione di Kurama si può raggiungere a piedi il tempio Kurama-dera, le terme di Kurama onsen e, volendo, proseguire in un sentiero immerso nella foresta che porta fino al villaggio di Kibune.

Minamoto no Tametomo, 1139 – 1170. Il grande arciere
Tutti pensiamo al binomio indissolubile tra samurai e katana, eppure la spada era una delle tante armi a disposizione del guerriero, che spesso iniziava la sua battaglia con l’arco, una volta finite le frecce continuava con la spada, poi il pugnale (tanto) per finire a volte con il combattimento a mani nude. I primi samurai erano arcieri a cavallo e la loro vocazione era chiamata kyūba no michi, la via del cavallo e dell’arco.
Minamoto no Tametomo era un arciere dalla potenza leggendaria.
Parte di quello che sappiamo di lui è di dubbia veridicità e si fonde con la fantasia. Secondo alcune fonti avrebbe avuto il braccio sinistro più lungo del destro di una quindicina di centimetri, consentendogli uno straordinario allungamento dell’arco e colpi più potenti. Pare che arrivasse a imbracciare un arco da “cinque uomini”, mentre i samurai comuni usavano archi da “tre uomini”[3].
Minamoto no Tametomo, il famoso samurai arciere Minamoto no Tametomo
La sua storia è legata alla guerra civile nota come ribellione di Hōgen (1156) e in particolare all’episodio dell’assedio del palazzo di Shirakawa, dove Tametomo si trovava a difendere la porta ovest del palazzo. La sua difesa fu tale da acquisire una fama leggendaria e secondo un racconto una sua freccia avrebbe attraversato intera il corpo di un nemico per poi conficcarsi nell’armatura di un altro. L’assalto al palazzo fu condotto di notte e all’alba del giorno seguente la fazione di Tametomo aveva riportato solo due vittime e due feriti, contro le cinquantatré vittime e duecento feriti delle fila di Yoshitomo, l’avversario. Questi non ebbe altra soluzione che dare fuoco al palazzo per ottenere la vittoria.
Tametomo riuscì a fuggire, si diede alla macchia per un mese e quando infine fu catturato venne esiliato nell’isola di Ōshima. Terminata la ribellione, quando i Taira ripresero il controllo totale del governo, si ricordarono di Tametomo, un guerriero forte e popolare e mandarono delle navi a ucciderlo. Tametomo fu informato di questo, aspettò le navi e affondò una delle barche dirette alla riva con una sola freccia. Da solo contro molti, rientrò nella sua casa, si tolse l’armatura e fece seppuku. Minamoto no Tametomo fu il primo uomo menzionato nei resoconti di guerra ad aver commesso seppuku[4].
Luoghi
L’isola di Oshima (Izu Ōshima, 伊豆大島) si trova a meno di due ore di traghetto da Tokyo. Il luogo in cui fu esiliato Minamoto no Tametomo è un’isola vulcanica perfetta per una fuga dalla capitale. Ci si può immergere nella natura con percorsi di trekking, piste ciclabili e le tante spiagge in cui nuotare e fare immersioni. È famosa per le sue camelie rosse, che fioriscono nei primi mesi dell’anno.

Kusunoki Masashige, 1294 – 1336. Il simbolo della fedeltà samurai
Kusunoki Masashige è considerato il simbolo ideale della fedeltà samurai. Inviato in una battaglia che sapeva di non poter vincere, ha guidato la carica ed è morto proclamando il suo desiderio di rinascere sette volte per servire il proprio paese.
Kusunoki nacque nel 1294, sotto lo shogunato Kamakura. Era un periodo turbolento, il paese era uscito vincente dalla guerra contro l’esercito mongolo, ma in seguito alla vittoria i samurai non ebbero dallo shogun le ricompense che si aspettavano. L’imperatore Go-Daigo ne approfittò per tentare di abbattere lo shogunato e, grazie all’intelligenza militare di Kusunoki Masashige, nel 1333 riuscì a riprendersi il potere segnando la fine del periodo Kamakura (1185 – 1333).

La restaurazione del potere imperiale durò per poco e nel 1336 il generale Ashikaga Takauji guidò un tentativo di restaurare lo shogunato. L’intelligente Kusonoki aveva un piano per annullare il vantaggio delle linee nemiche e suggerì all’imperatore di rifugiarsi sul monte Hiei, dove avrebbero pure potuto contare sull’aiuto dei monaci guerrieri[5]. Ma Go-Daigo ordinò a Kusunoki Masashige di opporre resistenza sul fiume Minato e il fedele samurai ebbe la certezza di andare incontro alla morte. Obbedì all’ordine, salutò il figlio di dieci anni dicendogli che con ogni probabilità non si sarebbero più rivisti in quella vita e condusse l’esercito sul campo di battaglia. Come previsto, le sue truppe furono circondate, ridotte a poche decine di unità e, con undici ferite sul corpo, Kusunoki si ritirò con pochi seguaci in una casa di contadini, recitarono dieci preghiere buddhiste e con il fratello Masasue si pugnalarono a vicenda[6].
Luoghi
Una statua equestre di Kusunoki Masashige occupa una posizione di rilievo nei giardini esterni del Palazzo Imperiale di Tokyo.
Sanada Yukimura, 1567 – 1615. Il samurai più coraggioso
Sanada Yukimura è considerato uno dei più coraggiosi samurai della storia. Era conosciuto come “un eroe che può nascere una sola volta in cent’anni”, “il demone cremisi della guerra” (vedi immagine sotto), mentre il veterano della guerra in Corea (1592 – 1598) Shimazu Tadatsune lo descrisse come “il guerriero numero uno in Giappone”. Gran parte della sua fama è legata all’assedio di Osaka (1614 – 1615), dove guidò un’eroica resistenza contro le truppe dello shogun Tokugawa Ieyasu.

Yukimura nacque nel 1567 nel clan Sanada con il nome di Nobushige e partecipò a numerosi conflitti militari, spesso in opposizione al clan Tokugawa. Il clan Sanada si era stabilito nel castello di Ueda, costruito nel 1583 nell’attuale prefettura di Nagano. Nel 1600 Tokugawa Hidetada, figlio del futuro shogun Tokugawa Ieyasu, sferrò l’assalto al castello di Ueda ma i suoi 38 mila soldati non riuscirono a piegare la resistenza dei duemila uomini di Sanada Yukimura, non almeno nei tempi previsti da Hidetada. Il suo esercito marciava lungo il Nakasendo e doveva ricongiungersi con quello del padre Ieyasu. Per non mancare l’incontro decise di arrendersi, non conquistò il castello di Ueda e arrivò lo stesso in ritardo alla battaglia di Sekigahara, vinta comunque da suo padre.
Nel 1614 Sanada Yukimura si trovò di nuovo a respingere un attacco dei Tokugawa. Si trovava nel castello di Osaka, da dove Toyotomi Hideyori guidava l’opposizione armata allo shogun Tokugawa Ieyasu. Un primo assalto fu scagliato nell’inverno del 1614, ma Yukimura con soli settemila uomini riuscì a respingere l’assalto dei trentamila soldati dello shogun. Ieyasu rinunciò a distruggere il castello e raggiunse un accordo di pace con Hideyori. Le ostilità ripresero l’anno successivo, quando lo shogun scoprì che Hideyori stava ricostituendo un esercito e nel corso della battaglia di Tennoji, Sanada Yukimura andò incontro alla morte.
Luoghi
Oggi Tennoji è un vivace quartiere di Osaka e nel santuario Yasui si trova la statua di Sanada Yukimura. A quanto pare sorge nel luogo in cui Yukimura, esausto dalla battaglia, si lasciò uccidere dal samurai nemico Nishio Nizaemon.

I tre unificatori: Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu
Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu sono conosciuti come i tre unificatori. È grazie a loro che il Giappone è così come lo conosciamo oggi, unito e non separato in piccoli stati in competizione tra loro. Con le loro imprese hanno posto fine al Sengoku jidai, il periodo degli stati belligeranti e hanno compiuto l’unificazione del paese. Ciascuno di loro meriterebbe un articolo a parte, e in questo dedicato ai più famosi samurai del Giappone ve li presento con una poesia del periodo Edo che gioca sulla loro personalità: se un cuculo non canta, che cosa farebbero i tre?
Oda Nobunaga: “se il cuculo non canta, uccidilo”.
Oda Nobunaga (1534 – 1582) viene a volte descritto come un personaggio spietato, ostinato e impaziente. A venticinque anni aveva già eliminato ogni opposizione interna al suo clan e nei decenni successivi, a suon di vittorie e con qualche colpo di fortuna (come la morte naturale dell’oppositore Uesugi Kenshin) riuscì a estendere il suo dominio a buona parte del paese. Fu un innovatore nell’arte militare, promosse l’uso delle armi da fuoco e, primo in Giappone, nella battaglia di Nagashino (1575) sistemò gli archibugieri su tre file in modo che potessero sparare a turno e generare così un fuoco continuo, che annientò il nemico.
Toyotomi Hideyoshi: “se il cuculo non canta, convinciamolo”.
Toyotomi Hideyoshi (1537 – 1598) viene ricordato come un grande negoziatore, un’abilità che gli valse successi in trattative già in giovane età e gli consentì una carriera straordinaria. Era di umili origini, riuscì a entrare al servizio di Oda Nobunaga e divenne uno dei suoi principali generali. Dopo la morte di Nobunaga prese il controllo del paese: per le sue umili origini non poté ricevere il titolo di shogun, assunse il ruolo di reggente (kanpaku) e proseguì nell’opera di unificazione sottomettendo le isole di Shikoku, Kyushu e altri territori. Famoso è il suo tentativo, fallito, di conquistare la Cina passando per la Corea (1592 – 1598).
Tokugawa Ieyasu: “se il cuculo non canta, aspetta che canti”.
Questi versi la dicono lunga sulla personalità di Tokugawa Ieyasu (1543 – 1616), noto per la sua pazienza e cautela. Non forzò gli eventi, seppe aspettare dimostrando una grande capacità di adattamento. Decise di prendere il potere solo dopo la morte di Toyotomi Hideyoshi e la sua attesa fu ricompensata con la vittoria della battaglia di Sekigahara (1600) che permise a Ieyasu di diventare shogun. Sotto di lui iniziò un periodo di pace senza precedenti nella storia del Giappone, quasi tre secoli di unità, stabilità e sempre sotto la famiglia Tokugawa.
Luoghi
Sul monte Koya (Koyasan) si trova il cimitero buddhista Okunoin, che ospita al suo interno la tomba di Oda Nobunaga. Il santuario Toyokuni di Kyoto fu costruito nel 1599 per commemorare Toyotomi Hideyoshi, morto un anno prima. Nel santuario shintoista di Nikko (Nikkō Tōshō-gū, 日光東照宮) sono conservati i resti di Tokugawa Ieyasu.

Miyamoto Musashi 1584 – 1645. Il più grande maestro di spada
Miyamoto Musashi è considerato il più grande maestro di spada della storia del Giappone e, tra tutti i samurai presenti in questa lista, è probabilmente il più famoso in occidente. Ha ispirato decine di opere di cultura popolare, manga, videogiochi, film, serie tv e naturalmente romanzi, come Musashi di Eiji Yoshikawa.
Lo stesso Musashi fu uno scrittore e ne Il libro dei cinque anelli si apprende che nacque nella provincia di Harima, probabilmente nel 1584. Suo padre era un istruttore di spada al servizio di un daimyo del clan Shinmen che, durante la battaglia di Sekigahara, si sarebbe schierato con la coalizione Toyotomi. Musashi partecipò alla battaglia all’età di soli sedici anni e pur trovandosi tra le file dell’esercito perdente, riuscì a sopravvivere al massacro e per qualche tempo vagò come ronin[7]. La precocità con cui riuscì a maneggiare la spada gli fu di aiuto in battaglia, così come l’esperienza di aver vinto il suo primo duello a soli tredici anni, quando sconfisse e uccise il samurai Arima Kihei. Si narra che nella sua vita abbia disputato almeno sessanta duelli, senza perderne uno, un record imbattuto tra i samurai giapponesi.

Verso i cinquant’anni si dedicò all’insegnamento della strategia militare e quando ne aveva cinquantasette un nobile di Kumamoto lo incoraggiò a scrivere un trattato sull’arte della spada. Dopo essersi dedicato ad altre arti – la calligrafia, la pittura, la forgiatura delle tsuba[8] – nel 1643 si ritirò in isolamento in una grotta dove, poco prima di morire, completò la scrittura de Il libro dei cinque anelli.
Luoghi
Nei monti a ovest di Kumamoto è visitabile Reigandō, la grotta in cui Musashi passò diversi mesi a meditare e a scrivere Il libro dei cinque anelli.

Sakamoto Ryōma 1836 – 1867. Il samurai libero e romantico
Sakamoto Ryōma è uno degli ultimi samurai, amato e ricordato per il suo spirito libero, innovatore, imprenditoriale e persino romantico, sua è la prima luna di miele in Giappone. Nacque nel 1836 a Kochi (Shikoku) nell’allora dominio di Tosa e fu mandato dal padre a Edo a studiare l’arte della spada. Si distinse tra i migliori e alla fine degli studi ottenne il punteggio più alto della scuola. Ritornò a Tosa nel 1858 e qui inizialmente appoggiò un tentativo di riforma e ribellione al signore locale, ma poi se ne distaccò e lasciò Tosa: lui puntava a riformare l’intera nazione e a restaurare il potere imperiale.

Le navi nere del commodoro Matthew Perry giunte nella baia di Edo nel 1853, con la loro potenza sconvolsero un paese rimasto isolato per due secoli e Ryōma, divenuto rōnin, capì che lo shogunato Tokugawa era giunto al capolinea. Decise di uccidere Katsu Kaishū, un uomo influente al servizio dello shogun, ma questi riuscì a salvarsi e convinse Sakamoto Ryōma ad appoggiare la sua politica che mirava a rafforzare la potenza militare navale del Giappone. A quanto pare, dopo un colloquio con Kaishū, Ryōma avrebbe detto “mi vergogno del mio ottuso bigottismo e ti prego di lasciarmi diventare tuo discepolo.”
Nel 1864 insieme a venti amici si recò a Nagasaki e fondò la società di commercio Kameyama Shachu, nota in seguito come kaientai (forza ausiliaria navale) e considerata la prima società commerciale della storia giapponese. Sul piano politico Ryōma favorì l’alleanza tra i clan di Satsuma e Choshu e, in seguito alla vittoria di Choshu sull’esercito di Tokugawa, ebbe un ruolo decisivo nelle trattative che portarono alle dimissioni di dello shogun nel 1867 e alla restaurazione Meiji. Purtroppo Ryōma non riuscì a vedere l’inizio della nuova era Meiji (1868 – 1912), fu assassinato a soli 31 anni nella locanda Ōmiya di Kyoto.
Luoghi
Nagasaki, città malinconica e dallo strano fascino, ha nel parco di Glover Garden una delle sue principali attrazioni. Qui si trova la residenza del mercante scozzese Thomas Blake Glover, dove ospitò tra gli altri Sakamoto Ryōma. Il famoso samurai e il suo ruolo a Nagasaki è ricordato nella casa museo all’interno del parco di Glover Garden.

Saigō Takamori 1828 – 1877. L’ultimo samurai
Saigo Takamori è considerato l’ultimo samurai. Nacque nell’estremo sud del Giappone, a Kagoshima, da una famiglia modesta ma orgogliosa della propria stirpe samurai. Il paese attraversava profondi cambiamenti, lo shogunato Tokugawa si avviava verso la fine e nel 1868 iniziò una nuova era con la restaurazione Meiji. Il Giappone si aprì così all’occidente e diede vita a riforme che modernizzarono il paese. Nel 1871 fu abolito il sistema feudale, segnando la fine de facto dei samurai, che erano stipendiati dai signori feudali. Nello stesso anno fu bandita la capigliatura samurai nota come chonmage e nel 1876 fu vietato loro di portare le spade in pubblico.

Saigo Takamori come burocrate aveva contribuito al rinnovamento del paese, ma i suoi tentativi di restituire forza all’esercito giapponese, ai samurai, e di invadere la Corea vennero respinti. Si dimise dalle sue cariche pubbliche e fondò decine di scuole militari a Kagoshima, situata all’epoca nel dominio di Satsuma. Nel 1877 le scuole raggiunsero i ventimila allievi, un vero esercito e il governo centrale, temendo una rivolta cercò di impadronirsi delle armi dell’arsenale di Kagoshima, ma il tentativo fallì. Saigo Takamori guidò la cosiddetta ribellione di Satsuma contro il governo Meiji, che si protrasse dal febbraio 1877 fino al settembre dello stesso anno. Si concluse con la battaglia di Shiroyama, la sconfitta dei ribelli e la morte di Saigo Takamori, le cui vicende hanno ispirato il film L’ultimo samurai.
Luoghi
Passeggiando nel parco di Ueno, a Tokyo, è possibile imbattersi nella statua di un uomo massiccio con un cagnolino al guinzaglio. Questi non è altro che Saigo Takamori, l’ultimo tra i samurai e amante dei cani.

I 16 samurai più grandi della storia
Per limiti di spazio, ho raccolto nella tabella qui sotto i nomi di 16 samurai famosi, cinque in più rispetto a quelli cui ho dedicato una biografia. Accanto a ogni nome ho inserito il nome giapponese (in kanji) e gli anni in cui hanno vissuto.
Samurai | Nome giapponese | Vita |
---|---|---|
Taira no Masakado | 平将門 | ? – 940 |
Taira no Kiyomori | 平清盛 | 1118 – 1181 |
Minamoto no Tametomo | 源 為朝 | 1139 – 1170 |
Minamoto no Yoritomo | 源 頼朝 | 1147 – 1199 |
Minamoto no Yoshitsune | 源 義経 | 1159 – 1189 |
Kusunoki Masashige | 楠木 正成 | 1294 – 1336 |
Kamiizumi Nobutsuna | 上泉 信綱 | 1508 – 1577 |
Takeda Shingen | 武田 信玄 | 1521 – 1573 |
Uesugi Kenshin | 上杉謙信 | 1530 – 1578 |
Oda Nobunaga | 織田 信長 | 1534 – 1582 |
Toyotomi Hideyoshi | 豊臣 秀吉 | 1537 – 1598 |
Tokugawa Ieyasu | 徳川 家康 | 1543 – 1616 |
Sanada Yukimura | 真田 幸村 | 1567 – 1615 |
Miyamoto Musashi | 宮本武藏 | 1584 – 1645 |
Sakamoto Ryōma | 坂本 龍馬 | 1836 – 1867 |
Saigō Takamori | 西郷 隆盛 | 1828 – 1877 |
Note
1 Emishi, Wikipedia L’enciclopedia libera, 1 marzo 2021, da https://it.wikipedia.org/wiki/Emishi↵
2 I Mille Ciliegi Di Yoshitsune, Yoshitsune Senbon Zakura (義経千本桜) è una delle opere più apprezzate e famose del teatro Kabuki.↵
3 Questo significa che occorrevano tre uomini per tendere il filo dell’arco.↵
4 Nello Hōgen monogatari, il racconto dei conflitti tra Taira e Minamoto del 1156, si trova anche il primo riferimento in assoluto al seppuku. Per approfondire: I Samurai, di Stephen Turnbull, pag. 125.↵
5 Sōhei, o monaci soldato. In origine ci si riferiva con questa parola alle armate dei monasteri di Nara e del monte Hiei, nate intorno al 970. Fonte: I Samurai, di Stephen Turnbull.↵
6 Fonte: La storia segreta dei samurai, di Jonathan Clements.↵
7 Il ronin è un samurai rimasto senza padrone.↵
8 La tsuba è la guardia della spada giapponese.↵