Ero da poco sbarcato a Miyajima e mentre mi avvicinavo al santuario di Itsukushima fui presto circondato da cervi. Questi simpatici animali giapponesi erano un po’ ovunque: alcuni stavano sulle sue, altri si avvicinavano ai turisti di passaggio. Non avendo nulla da offrire loro, presto si rivolsero altrove, ma in testa mi rimase il dubbio: che ci facevano lì tutti quei cervi?
Ho poi scoperto che i cervi sono considerati messaggeri delle divinità shintoiste, e soprattutto che sono una delle oltre 90.000 specie della fauna giapponese. Un numero incredibile[1], difficile da immaginare in un paese così popolato e moderno, che ospita la più grande area metropolitana del mondo, Tokyo.
Allontanandosi dalle pianure urbanizzate, il territorio del Giappone è infatti composto da montagne, foreste – che ricoprono quasi il 70% del paese – e migliaia di isole, oltre alle quattro più grandi: Hokkaido, Honshu, Shikoku e Kyushu, da nord verso sud. Quanto basta per ospitare una ricchezza vegetale e una varietà faunistica impressionanti.
Anche voi, nel vostro viaggio, con ogni probabilità vi imbatterete in qualche animale del Giappone e scoprirete il legame che la cultura nipponica ha con il regno animale. In questa guida ho preparato una lista delle 20 specie animali più rappresentative del paese, dieci delle quali endemiche, che si trovano cioè solo in Giappone. Buona lettura.
Animali endemici del Giappone
1. Nittereute o Cane Procione
Habitat: boschi, terreni agricoli, zone urbane
Taglia media: 50-70 cm
Stato di conservazione: LC – Rischio Minimo
Nome scientifico: Nyctereutes viverrinus[2]
Poche settimane dopo che mi sono trasferito in Giappone ho avvistato il mio primo nittereute, o tanuki (狸), come lo chiamano qua. Era notte e in quella zona della città c’erano campi di riso tra le abitazioni. A nemmeno venti metri da me, il viottolo che percorrevo fu attraversato furtivamente da due tanuki. Continuai in silenzio e quando giunsi al punto in cui erano passati, erano a un paio di metri da me che mi guardavano da una ringhiera: uno per terra, l’altro sollevato su due zampe. I tanuki sono monogami, per cui con ogni probabilità erano una coppia.
Il tanuki, detto anche cane procione, è piuttosto comune in Giappone e sebbene foreste e boscaglie siano il suo habitat naturale, si è adattato anche alle zone rurali e in parte a quelle urbane. È un animale onnivoro e forse la sua lunga storia nel folklore e nelle leggende giapponesi è legata a questa sua versatilità, insieme all’aspetto simpatico e alla camminata un po’ goffa. Insieme alla volpe (kitsune), al gatto (neko) e alla scimmia (saru) è uno dei più popolari animali mitologici giapponesi.
2. Macaco giapponese, o scimmia delle nevi
Habitat: foreste e montagne giapponesi
Taglia media: 50-60 cm
Stato di conservazione: LC – Rischio Minimo
Nome scientifico: Macaca fuscata
Se l’avvistamento di un tanuki è piuttosto comune, osservare un macaco giapponese non è poi così raro. Mi è capitato per la prima volta un paio di settimane prima di scrivere questo articolo, tra i boschi nei pressi delle cascate di Minoh, nei dintorni di Osaka. La cosa che colpisce subito è la taglia di questi animali: pur misurando fino a 60 cm, con un peso di 10-14 kg, hanno un aspetto massiccio, accentuato dal pelo folto. L’apparizione è stata fugace, ma non è un evento improbabile da queste parti.
Vive nelle principali isole giapponesi (Honshu, Shikoku, Kyushu), ma non in Hokkaido. È il primate non umano che vive più a nord ed è l’unica scimmia nativa del Giappone. Viene detta scimmia delle nevi perché vive anche in montagne innevate, grazie alla presenza di sorgenti naturali di acqua calda, dove amano rilassarsi. Noto in Giappone come saru (猿 “scimmia”) o nihonzaru (日本猿 “scimmia del Giappone”), questo animale è protagonista di numerose leggende e racconti popolari, come quello della scimmia e del granchio, narrato peraltro da Ryūnosuke Akutagawa in una sorta di sequel nell’antologia Kappa e altre storie.
3. Salamandra gigante giapponese
Habitat: fiumi e torrenti
Taglia media: 150 cm
Stato di conservazione: VU – Vulnerabile
Nome scientifico: Andrias japonicus
Il kappa, l’animale mitologico che dà il titolo al libro citato poche righe fa, ci porta nel mondo dell’acqua. Questo ci conduce a esplorare un altro abitante delle acque (vero), tanto sfuggente quanto gli immaginari kappa. La salamandra gigante giapponese, più che dalla leggenda, sembra arrivare dalla notte dei tempi, quando il mondo era dominato da anfibi e rettili giganteschi. Può raggiungere i 25 kg di peso e il metro e mezzo di lunghezza[3], una misura pazzesca se pensiamo ai circa 20 centimetri delle salamandre pezzate italiane.
La salamandra gigante giapponese è qui nota come Ōsanshōuo (大山椒魚) e, pur essendo una specie protetta, l’IUCN la classifica come vulnerabile, ossia solo un gradino sopra al pericolo di estinzione. La sopravvivenza di questa specie è minacciata dall’inquinamento dei fiumi, ma ancor più dalla presenza di numerose dighe e dalla costruzione di argini in cemento. Una nota personale: a quanto pare, una salamandra gigante è stata segnalata nei pressi del torrente delle cascate di Minoh, non distante da dove ho avvistato il macaco.
4. Capricorno del Giappone
Habitat: foreste collinari, lontano da insediamenti umani
Taglia media: 60–90 cm al garrese
Stato di conservazione: LC – Rischio Minimo
Nome scientifico: Capricornis crispus
Ho sempre pensato che il capricorno fosse un animale dello zodiaco o una costellazione, ma qui in Giappone esiste davvero. Il capricorno giapponese è oggi una specie ampiamente diffusa, ma a metà del secolo scorso ha rischiato l’estinzione. Lo stop alla caccia e l’assenza di un predatore naturale come il lupo – purtroppo estinto – ha fatto sì che in pochi decenni la popolazione aumentasse in maniera esponenziale.
Il capricorno giapponese vive oggi in Honshu, soprattutto nel nord-est (Tohoku), e in misura minore nelle isole di Shikoku e Kyushu. Questa specie è nota in Giappone come kamoshika (カモシカ) e viene considerato come un buon auspicio per il superamento di un esame. Per questo gli studenti giapponesi spesso acquistano ciondoli omamori con l’impronta dello zoccolo per avere fortuna agli esami.
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5. Gatto di Iriomote
Habitat: foreste subtropicali
Taglia media: 50-60 cm
Stato di conservazione: CR – In Pericolo Critico
Nome scientifico: Prionailurus bengalensis iriomotensis
Ci spostiamo a Iriomote, un’isola prossima ai tropici e molto più vicina a Taipei che non a Okinawa, il capoluogo della prefettura di cui fa parte. È raro che un’isola di soli 289 km2 di superficie ospiti specie feline, che di norma hanno bisogno di spazi più ampi per sostenere popolazioni che sopravvivono nel tempo. Non è un caso quindi che il gatto di Iriomote sia annoverato tra i felini più rari del pianeta.
Il gatto di Iriomote è considerato un fossile vivente, è stato dichiarato monumento naturale nazionale nel 1972 e circa un terzo dell’isola è stato incluso in una riserva naturale. Eppure, nonostante gli sforzi è ancora in pericolo critico di estinzione: la popolazione di Iriomote Yamaneko (西表山猫) – così viene chiamato in Giappone – ammonta a poco più di cento individui.
6. Orso nero giapponese
Habitat: aree ricche di erbe e alberi con bacche
Taglia media: 120-140 cm (lunghezza corpo)
Stato di conservazione: VU – Vulnerabile
Nome scientifico: Ursus thibetanus japonicus
L’orso nero giapponese viene localmente chiamato tsukinowaguma (ツキノワグマ), orso della luna, in riferimento segno bianco sul petto che ricorda una falce di luna. Nonostante la simpatia che la popolazione sembri provare per questo animale, è una specie minacciata di estinzione. In Kyushu l’ultimo esemplare è stato avvistato nel 1987, mentre in Shikoku è rimasta solo una trentina di individui. Le altre popolazioni si trovano in buona parte dell’Honshu, per lo più in foreste e montagne distanti dalla costa.
L’orso nero giapponese è minacciato dalle uccisioni illegali e dalla riduzione dell’habitat. Un vero peccato per questo stupendo animale, per di più amico delle foreste: mangia una grossa quantità di semi e spostandosi, aiuta gli alberi a diffondersi in nuove aree. In più, aggiunge al suo menu anche cervi, capricorni e cinghiali, specie purtroppo dannose per gli ecosistemi forestali, soprattutto in seguito all’estinzione del lupo.
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7. Tasso giapponese
Habitat: Boschi, foreste, aree rurali e suburbane
Taglia media: 70-80 cm testa-corpo, 14-20 cm la coda
Stato di conservazione: LC – Rischio Minimo
Nome scientifico: Meles anakuma
Ho iniziato questa lista con il tanuki, ma ora ci troviamo di fronte a un animale simile, il tasso giapponese. Se osservate attentamente, noterete alcune differenze, ma spesso i traduttori hanno confuso queste due specie. Se in qualche libro di leggende giapponesi vi imbattete in storie di tassi, è possibile che nel testo originale fosse scritto tanuki.
Il tasso giapponese, qui chiamato anaguma (穴熊, orso delle buche), è un po’ più piccolo del tasso europeo e ha il pelo meno chiaramente bianco e nero, tende a sfumare più sul marrone. Si trova in Kyushu, Shikoku e Honshu, ed è assente in Hokkaido, il che suggerisce che siano giunti in Giappone dalla penisola di Corea. Vivono in buche e hanno abitudini notturne, ma non è difficile avvistarli in aree suburbane. Ne ho avvistato uno nel villaggio di Oharaimachi, a pochi passi dal santuario di Ise.
8. Ghiandaia di Lidth
Habitat: foreste mature, temperate e subtropicali
Taglia media: 38 cm
Stato di conservazione: VU – Vulnerabile
Nome scientifico: Garrulus lidthi
Lasciamo per un attimo da parte i mammiferi ed entriamo nella classe degli uccelli. La mia scelta è ricaduta sulla ghiandaia di Lidth, o ghiandaia di Amami, un corvide dal bel piumaggio colorato che vive solo nelle isole Amami[4], situate all’estremo nord dell’arcipelago Ryukyu e a sud del Kyushu. Il suo habitat prediletto sono le foreste mature di queste isole.
In passato veniva cacciata per il suo piumaggio, ma in seguito la sua popolazione è stata decimata dalla mangusta di Giava, introdotta per diminuire il numero delle vipere. Come spesso avviene nei fragili ecosistemi insulari, l’arrivo di una specie aliena è fatale per le specie autoctone e la ghiandaia di Lidth è stata tra le vittime. Oggi, grazie al contenimento della popolazione di mangusta, la ghiandaia è in ripresa.
9. Fagiano ramato
Habitat: foreste di conifere miste a latifoglie
Taglia media: 85-140 cm il maschio, 50-60 cm la femmina
Stato di conservazione: NT – Prossimo alla minaccia
Nome scientifico: Syrmaticus soemmerringii
Un altro uccello dal piumaggio vistoso, color rame, e in questo caso diffuso nelle principali isole del paese. Il fagiano ramato, presente con ben cinque sottospecie, vive in Kyushu, Shikoku e Honshu. Il suo habitat sono le foreste ombrose con sottobosco scarso e assente. Vive dal livello del mare fino a 1800 metri di altitudine ed è forse per questo che viene chiamato yamadori (山鳥, “uccello di montagna”) anziché kiji (キジ), come altre specie di fagiano.
Nonostante l’ampio areale in cui vive, il fagiano ramato è una specie prossima alla minaccia. È stato cacciato a lungo, ma negli anni ‘70 del secolo scorso il numero degli esemplari abbattuti diminuì rapidamente, segno che le popolazioni di fagiano ramato si andavano restringendo. Da allora è stata vietata la caccia alle femmine e gli esemplari abbattuti si sono stabilizzati, ma la specie è minacciata anche dalla riduzione e degradazione dell’habitat e dalla predazione da parte di cani e gatti randagi.
10. Scoiattolo volante del Giappone
Habitat: foreste sempreverdi e subalpine
Taglia media: 14-20 cm testa-corpo, 10-14 cm la coda
Stato di conservazione: LC – Rischio Minimo
Nome scientifico: Pteromys momonga
Non avrei mai immaginato che in Giappone potessero esistere animali di questo tipo, non prima di averli visti in un museo. Gli scoiattoli volanti del Giappone sono mammiferi estremamente elusivi: di giorno vivono rintanati nei loro nidi, escono al tramonto e si spostano furtivamente tra le fronde degli alberi. In volo sono molto silenziosi. Pur essendo numerosi, sono difficili da avvistare.
Vivono in Kyushu, Shikoku e Honshu, per lo più in foreste sempreverdi boreali. Il nome giapponese è Nihon momonga, anche se vengono più spesso chiamati semplicemente momonga (モモンガ).
Animali giapponesi non endemici
Adesso vi presento alcune specie animali che vivono in Giappone, ma si trovano anche in altre regioni del mondo. Non sono quindi endemiche, ma sono lo stesso parte integrante della fauna giapponese. Di queste specie ho riportato solo i dati essenziali e un’immagine rappresentativa. Nella sezione “dove vive”, ho specificato solo le aree del Giappone, visto che ognuna delle seguenti specie si trova anche in altri paesi.
Durante il vostro viaggio, è probabile che possiate fare incontri affascinanti con alcuni dei seguenti animali, in particolare il cervo, conosciuto localmente come shika (鹿). Questi eleganti ungulati possono essere avvistati nei pressi di santuari e altri monumenti giapponesi, come a Nara e sull’isola di Miyajima, vicino a Hiroshima. Se a Kyoto passeggiate lungo le sponde del Kamogawa, tra i numerosi uccelli potreste avvistare anche un martin pescatore, o kawasemi (カワセミ). Durante un trekking nei boschi è possibile imbattersi in una volpe curiosa (kitsune, キツネ) come mi è capitato a Odaigahara.
Vi auguro invece di non incontrare mai il mamushi, il calabrone gigante e l’orso bruno dell’Ussuri, se non a distanza di sicurezza!
11. Orso bruno dell’Ussuri
Dove vive: Hokkaido
Taglia media: 2,4-2,5 m, ritto sulle zampe posteriori
Stato di conservazione: VU – Vulnerabile
Nome scientifico: Ursus arctos lasiotus
12. Cervo sika (shika)
Dove vive: quasi tutto il Giappone
Taglia media: 95-180 cm testa-corpo
Stato di conservazione: LC – Rischio Minimo
Nome scientifico: Cervus nippon
13. Martin Pescatore
Dove vive: quasi tutto il Giappone
Taglia media: 16-20 cm
Stato di conservazione: LC – Rischio Minimo
Nome scientifico: Alcedo atthis
14. Dugongo
Dove vive: Isole Ryūkyū (Okinawa)
Taglia media: 3 m
Stato di conservazione: VU – Vulnerabile[5]
Nome scientifico: Dugong dugon
15. Gru della Manciuria
Dove vive: Hokkaido
Taglia media: 1,5 m in altezza
Stato di conservazione: VU – Vulnerabile
Nome scientifico: Grus japonensis
16. Verdone asiatico
Dove vive: quasi tutto il Giappone
Taglia media: 14 cm
Stato di conservazione: LC – Rischio Minimo
Nome scientifico: Chloris sinica
17. Scoiattolo volante siberiano
Dove vive: Hokkaido
Taglia media: 13,5-20,5 cm
Stato di conservazione: LC – Rischio Minimo
Nome scientifico: Pteromys volans
18. Volpe rossa giapponese (kitsune)
Dove vive: Honshu, Kyushu, Shikoku
Taglia media: 52-76 cm
Stato di conservazione: LC – Rischio Minimo
Nome scientifico: Vulpes vulpes japonica
19. Calabrone gigante asiatico
Habitat: Foreste e basse montagne
Taglia media: 45 mm
Stato di conservazione: n/a
Nome scientifico: Vespa mandarinia
20. Mamushi o vipera giapponese
Dove vive: isole principali del Giappone
Taglia media: 45-80 cm
Stato di conservazione: n/a
Nome scientifico: Gloydius blomhoffii
Note
1. Per fare un confronto, un paese ricco di biodiversità come l’Italia, ospita “solo” 57.000 specie animali. Fonte: WWF.↵
2. Il cane procione giapponese (tanuki) era considerato una sottospecie di Nyctereutes procyonoides, il cane procione, che vive anche nell’Asia continentale e, come specie aliena, nell’Europa orientale. Era classificato come Nyctereutes procyonoides viverrinus, ma da pochi anni è considerato come una specie a sé stante, Nyctereutes viverrinus.↵
3. La salamandra giapponese non è la più grande al mondo. La superano in dimensioni ben due specie:
- la salamandra gigante cinese (Andrias davidianus), che può raggiungere i 180 cm di lunghezza;
- la salamandra gigante della Cina meridionale (Andrias sligoi), può anch’essa raggiungere i 180 cm.
Purtroppo, entrambe le specie sono in pericolo critico di estinzione e la seconda potrebbe non esistere più allo stato selvatico.↵
4. Non è chiaro in quali isole specifiche sia presente. Le fonti sono contrastanti, compresa Wikipedia nelle sue varie versioni. La fonte più autorevole potrebbe essere la seguente pagina di Bird Research News, pubblicata nel 2010 e revisionata nel 2014: https://www.bird-research.jp/1_shiryo/seitai/rurikakesu.pdf↵
5. La popolazione di dugongo di Okinawa è in continuo calo ed è prossima all’estinzione, soprattutto in conseguenza delle attività militari nei pressi delle loro principali aree di alimentazione. Per approfondire: Kayanne, H., Hara, T., Arai, N., Yamano, H., & Matsuda, H. (2022). Trajectory to local extinction of an isolated dugong population near Okinawa Island, Japan. Scientific Reports, 12(1), 1-8. https://doi.org/10.1038/s41598-022-09992-2.↵