10 Animali mitologici del Giappone

Si dice che in Giappone ci siano otto milioni di kami, le divinità della religione shintoista. Veritiero o meno, questo numero ci dà un’idea di quanto la cultura e il folklore giapponese abbiano attinto da questa fonte, un potenziale di infinite leggende e racconti. Le divinità di una religione animista come lo shintoismo, profondamente legata alla natura, includono un numero incredibile di animali. È con questo spirito di curiosità che esploreremo il mondo degli animali mitologici giapponesi.

Forse già conoscete il tanuki perché appassionati di cultura giapponese o di anime e avete pertanto visto Pom Poko. Oppure vi siete imbattuti nel nel celebre Maneki Neko, il gatto che saluta e invita a entrare nei negozi. Ma c’è ben altro. Gli animali mitologici giapponesi includono anche la volpe, l’orso, la scimmia: animali reali, che possono però varcare il mondo degli yōkai, diventare cioè esseri soprannaturali del folklore giapponese.

Se gatti, orsi e lontre possono diventare yōkai, ci sono creature leggendarie animalesche sui generis come il kappa, un po’ rana, un po’ scimmia e con comportamenti tra l’umano e l’animalesco. Viaggiare in Giappone significa anche accostarsi a un universo di leggende e animali mitologici pronti a spuntare di fronte a un negozio o in un luogo sacro, dove meno te lo aspetti.

Tanuki

Specie animale: cane procione (Nyctereutes viverrinus); spesso tradotto come “tasso”, anche se sono animali diversi.
Animale mitologico: tanuki, bakedanuki.
Ideogramma: 狸 (たぬき).

I tanuki sono animali paffutelli e simpatici, non così difficili da avvistare nei centri urbani minori giapponesi. Eppure, nelle antiche storie del Sol Levante il tanuki era associato alle ossessioni delle persone e ai cattivi presagi. Si pensava che avesse poteri soprannaturali fosse in grado in prendere sembianze umane: per questa sua capacità di trasformarsi, veniva chiamato bakedanuki (化け狸).

Con il tempo, la percezione umana nei confronti di questo animale cambiò. Poteva sì trasformarsi, ma spesso lo faceva per tirare qualche scherzo agli umani. Ben nascosto, suonava la sua grossa pancia come un tamburo, producendo suoni misteriosi che spaventavano cacciatori, monaci e viaggiatori: questi fuggivano e il tanuki si faceva delle grosse risate alle loro spalle. Da essere negativo, il tanuki si è trasformato nel tempo in un animale mitologico burlone, fino, in tempi più recenti, a diventare benevolo. Il tanuki è divenuto sinonimo di divertimento e prosperità: negozi e ristoranti in Giappone espongono statue o immagini del tanuki al loro esterno, come un invito a spendere soldi e divertirsi con lo spirito di un tanuki.

– Leggi anche: Leggende giapponesi: storie, miti e racconti popolari del Giappone

Kitsune

Specie animale: volpe, kitsune in giapponese.
Animale mitologico: kitsune.
Ideogramma: 狐 (きつね)

Come il tanuki, anche le volpi kitsune hanno la capacità di assumere nuove forme. Ma mentre il tanuki è considerato uno spirito burlone, la volpe può essere molto più pericolosa. Possono trasformarsi in mostri, giganti o in individui specifici, prendendo spesso la sembianza di belle donne che ingannano giovani uomini. Sono anche artifici di incantesimi e possono arrivare a possedere esseri umani.

Nello Shintoismo, i kitsune sono messaggeri di Inari, kami (divinità) del riso e della fertilità, che veglia sulla prosperità di agricoltori e mercanti. I kitsune, come messaggeri, portano le suppliche umane alla divintà Inari, e consegnano a sua volta le sue benedizioni agli umani. I kitusne sono quindi associati alla protezione dei raccolti e sono anche considerati protettori dei santuari dedicati a Inari. La volpe, come animale mitologico e della religione shintoista, ha insomma una natura duale, capace di incantesimi malevoli, ma anche di vegliare sui santuari e sulla prosperità dei raccolti.

– Leggi anche: Libri sulle leggende giapponesi: libri su folklore e mitologia giapponese

Bakeneko

Specie animale: gatto, neko in giapponese.
Animale mitologico: bakeneko, maneki-neko.
Ideogramma: 化け猫 (ばけねこ).

Il bakeneko è un altro animale mitologico giapponese in grado di trasformarsi, proprio come il tanuki e il kitsune. Ma mentre il tanuki ama tirare scherzi e il kitsune ha una natura “duale”, il bakeneko è quasi sempre nefasto. I bakeneko si sviluppano a partire dai comuni gatti: o quando diventano molto vecchi, o particolarmente pesanti, o perché ingeriscono il tradizionale olio per le lampade. Diventati yōkai, questi gatti sviluppano strane abitudini, come il camminare sulle zampe posteriori. Ma soprattutto, sono in grado di assumere nuove sembianze: di gatti più piccoli e innocenti, di esseri umani o persino dei loro padroni. Possono mangiare cose più grandi di loro e hanno il potere di evocare il fuoco: una casa con un bakeneko non è al sicuro!

Il maneki-neko è una popolare variante del bakeneko, che però porta fortuna prosperità. Al maneki neko sono associate numerose leggende: ne abbiamo raccontate due qui, e un’altra qui.

– Leggi anche: Maneki neko, viaggio tra luoghi e leggende del gatto giapponese

Saru

Specie animale: scimmia, saru in giapponese.
Animale mitologico: sarugami, sarutahiko.
Ideogramma: 猿 (さる, saru), 猿神 (さるがみ, sarugami), 猿田彦 (さるたひこ,sarutahiko)

La scimmia, saru, ha dato vita a un gran numero di leggende. In antichi miti e leggende del Giappone rurale, le scimmie giungevano dalle montagne, aree selvagge e ricoperte di foreste, zona di passaggio tra il mondo degli uomini e quello delle divinità. Così simili agli umani e così vicini alle divinità, le scimmie erano perfette per il ruolo di messaggeri degli dei. Avevano quindi un ruolo di primo piano nell’antica mitologia giapponese: non a caso, è una scimmia anche Sarutahiko, un personaggio che compare in miti legati alla del sole Amaterasu,da cui discende la stirpe imperiale.

Nel tempo, le scimmie iniziarono a essere considerate animali nocivi e così le leggende iniziarono a cambiare. Le scimmie diventano così yokai chiamati sarugami: più grandi delle scimmie reali, spesso causa di problemi nei villaggi, incluso il rapimento di giovani donne. Nelle storie più recenti le scimmie sono insomma viste in negativo – come nel famoso racconto della scimmia e del granchio. Ma in alcune aree permane memoria del loro antico ruolo: ad esempio nel famoso rilievo delle tre scimmie sagge del santuario di Nikko, ma anche nel santuario Hiyoshi Taisha e nel tempio Saikyoji, entrambi a Sakamoto, sulle sponde sud occidentali del lago Biwa.

– Leggi anche: Animali giapponesi: un viaggio nella fauna del Sol Levante

Onikuma

Specie animale: orso, kuma in giapponese.
Animale mitologico: onikuma.
Ideogramma: 熊 (くま, kuma), 鬼熊 (おにくま, onikuma).

Oggi gli orsi sono tra gli animali più kawaii (carini, graziosi) nei negozi e nell’animazione giapponese – Rilakkuma & company. Se parliamo però di animali mitologici giapponesi, l’orso è un animale spaventoso, tanto da meritarsi l’appellativo di onikuma, letteralmente “orso demone”.

La leggenda degli onikuma nasce in un luogo preciso: la valle del fiume Kiso (Nagano), dove oggi sorgono ridenti villaggi come Tsumago, Magome e Narai-juku, memorie dell’antica via del Nakasendo. La valle che oggi piace per i suoi villaggi e la sua natura selvaggia, un tempo doveva fare paura. Si racconta che gli orsi più vecchi, superata una certa età diventavano onikuma, esseri giganteschi in grado di spostare massi di due metri di diametro. Per fortuna vivevano nelle foreste più remote – come quelle della valle del Kiso – ma di tanto in tanto si avvicinavano ai villaggi, facendo razzie.

Ancora oggi nella valle del Kiso alcuni massi sono detti “onikuma”. E – cosa sperimentata personalmente – nei percorsi di trekking tra Yabuhara e Narai-juku sono presenti numerosi campanelli, da suonare per allontanare gli orsi.

Inugami

Specie animale: cane, inu in giapponese.
Animale mitologico: inugami.
Ideogramma: 犬神 (いぬがみ).

Con l’inugami, letteralmente “cane divino”, entriamo in una diversa dimensione degli animali mitologici del folklore giapponese. Se ricordate, il gatto e l’orso possono diventare rispettivamente bakeneko e onikuma quando diventano molto vecchi. L’inugami è invece uno spirito che deve essere evocato da uno stregone attraverso uno rituale piuttosto macabro, che prevede la sepoltura di un cane fino al collo. L’inugami, un po’ come i cani, sono al servizio del loro padrone, spesso di una famiglia, e vengono usati per lo più per scopi magici e vendicativi.

Il controllo di un inugami è fonte di potere, ma anche di pericoli. L’inugami può rivoltarsi al padrone e possedere lui o altre persone della famiglia. È uno spirito da maneggiare con cura: il rischio è creare catene di disgrazie e maledizioni che si propagano per generazioni. Le leggende dell’Inugami sono diffuse soprattutto nel Giappone occidentale: Kyushu, Shikoku e Chugoku.

Kawauso

Specie animale: lontra, kawauso (獺, カワウソ) in giapponese.
Animale mitologico: kawauso.
Ideogramma: 川獺 (かわうそ).

Dopo i riti macabri e i pericoli associati all’inugami, passiamo a uno yokai più allegro, il kawauso, letteralmente “lontra di fiume”. Un po’ come nel caso bakeneko e l’onikuma, anche la lontra può diventare uno yokai quando è molto vecchia. A livello di personalità, ricorda molto il tanuki: anche il kawauso è un essere burlone, a cui piace tirare scherzi agli umani. Spesso assume sembianze umane per procurarsi saké, ma in qualche caso può diventare pericoloso. Ci sono alcune leggende che narrano di kawauso che prendono le sembianze di giovani donne per ingannare gli uomini, attrarli fino alla riva e mangiarseli.

Curiosità. Sia l’aniamel lontra sia la creatura mitologica si pronunciano “kawauso”, ma usano diversi ideogrammi: 獺 per l’animale, 川獺 per lo yokai.

– Leggi anche: Tarka, il viaggio di una lontra

Senbiki Ookami

Specie animale: lupo, ookami in giapponese.
Animale mitologico: senbiki ookami.
Ideogramma: 千疋狼 (せんびきおおかみ).

Il senbiki ookami (letteralmente, mille lupi) è uno degli animali mitologici giapponesi più affascinanti. Un tempo i lupi vivevano in Giappone (ne abbiamo parlato nel nsotro articolo sugli animali estinti) e, come i luoi di altre parti del pianeta, cacciavano di notte. A volte, a qualche sventurato viandante solitario, capitava di imbattersi in un gruppo di senbiki ookami: l’unico modo per sfuggire era arrampicarsi su un albero. È a questo punto che i lupi mstravano la loro natura di yōkai: salivano l’uno su l’altro in modo da formare una scala e raggiungere lo sventurato.

Spesso, l’ultimo lupo ad arrampicarsi era in realtà un essere umano, come la strega Kajiga Baba, rappresentata nelle immagini sopra. In alcune leggende i senbiki ookami si alleano con uccelli che scorgono i viandanti solitari e li spingono nelle grinfie dei loro alleati.

Kappa

Specie animale: rana, tartaruga, umanoide.
Animale mitologico: kappa.
Ideogramma: 河童 (かっぱ).

Con il kappa entriamo in una nuova dimensione degli esseri mitologici giapponesi. Sono yōkai che non hanno corrispondenti nel mondo naturale, eppure sono allo stesso tempo una combinazione di diversi animali. Il loro corpo ricorda quello di una rana e sulla schiena hanno un carapace simile a quello di una tartaruga; mani e piedi sono palmati, il becco da uccello o tartaruga, e sulla testa hanno una cavità circondata da capelli corti e ispidi. La forma generale del corpo è umanoide, hanno le dimensioni di un bambino e una forza superiore a quella di un uomo adulto.

Vivono in fiumi e laghi e di solito sono pericolosi: possono sbucare dall’acqua all’improvviso e trascinarvi dentro il malcapitato per poi divorarselo. Possono anche tirare scherzi e più raramente si alleano con gli esseri umani, ma quando lo fanno, non vengono mai meno alla parola data. Questa creatura mitologica ha dato vita a innumerevoli leggende e racconti, tra cui quello di Ryūnosuke Akutagawa contenuto in Kappa e altre storie, che personalmente vi consiglio.

Curiosità. I kappa sono ghiotti di cetrioli. È per questo che i rotolini sushi (makizushi) con all’interno i cetrioli sono detti kappamaki.

Kirin

Specie animale: cervo, bue, cavallo, drago.
Animale mitologico: kirin.
Ideogramma: 麒麟 (きりん).

Concludiamo con un’essere che, come il kappa, va oltre il mondo animale. E che in più, affonda le sue radici nella mitologia dell’Asia orientale, derivando dal cinese qilin. Il giapponese kirin è una creatura mitologica divina dal corpo simile a quello di un cervo, gli zoccoli di un cavallo e la coda di un bue. La testa ricorda quella di un drago ed è sormontata da un corno che, al contrario di quello degli unicorni, si curva elegantemente all’indietro. Il kirin è raffigurato anche con due corni.

A differenza degli animali mitologici giapponesi raccontati finora, il kirin è completamente benevolo e pacifico. E se dai kappa o dagli onikuma bisogna assolutamente fuggire, il kirin è rarissimo e compare in tempi di pace terrena e alla nascita di grandi saggi. I kirin non fanno del male alle creature pure e buone, ma se attaccati manifestano un’agilità e ferocia straordinarie, emettendo fiamme sacre dalla loro bocca.

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