Piena immersione in una città giapponese tra le sue strade, gli edifici e l’immancabile groviglio di cavi della luce. La fotografia di Nobuyoshi Araki dà questo effetto senza ricorrere al 3D, alla realtà virtuale o altre tecnologie digitali; immagini in bianco e nero scattate a Tokyo nel Novecento e negli anni 2000. L’effetto Araki è sempre lo stesso e trasmette la vita che scorre nelle vie metropolitane del Sol Levante: le persone, i rumori, i silenzi, il ritmo pacato ma continuo, persino i colori pur se in bianco e nero.
Il fotografo giapponese Nobuyoshi Araki è vicino agli 80 anni, ne sono passati quasi 55 dalla sua prima mostra personale (1965). E dopo decine di migliaia di scatti e oltre 450 libri pubblicati non finisce di stupire. Nell’ultima mostra a lui dedicata in Italia, a Siena, è possibile scoprire un Araki meno conosciuto, street photographer e fotografo di viaggi, per lo più sentimentali. 2200 opere esposte nella mostra Effetto Araki, in corso fino al 30 settembre 2019.
Araki a Siena
Difficile immaginare una mostra di Araki a Siena, per di più al Santa Maria della Scala, un ospedale medievale costruito di fronte al Duomo. Un luogo che accoglieva i pellegrini vicino a un edificio sacro e che ospita oggi l’esposizione di un fotografo giapponese, forse il più famoso in Europa ma anche il più controverso, criticato e allo stesso tempo acclamato.
In un luogo così ricco di storia Nobuyoshi Araki riesce a insinuarsi con migliaia di foto, tra cui nudi e kinbaku, una forma giapponese di bondage di origini molto antiche. Araki irrompe nella scena senese un po’ come i piccoli dinosauri giocattolo compaiono quasi a sorpresa in certe sue foto; in apparenza decontestualizzati, certamente impertinenti e curiosi, vivaci, inarrestabili. Sono gli alter ego di Araki e anche la sua mostra sembra irrompere in maniera giocosa, moderna e vivace nel contesto storico e culturale della città del Palio.
Entrati nelle sale dell’esposizione senese si è accolti da Araki Amore, un breve documentario di Andrea Cossu sul fotografo giapponese. Vale la pena spendere poco più di sei minuti per guardare tutto il video e farsi un’idea di Araki e della sua personalità vulcanica, per poi salire le scale e visitare la mostra vera e propria e immergersi nella visione delle circa 2200 fotografie esposte. E qui la sorpresa. Non ci sono solo nudi e kinbaku, ma anche fotografia di viaggio.
Araki: FO
Nobuyoshi Araki
568 pagine di fotografie

Araki e il viaggio: Tokyo e il Giappone
Parlare di Araki come fotografo di viaggio è azzardato, visto che la sua street photography si è concentrata sul Giappone e in particolar modo su Tokyo, la sua città. Con i suoi scatti riesce a raccontare la capitale giapponese, le sue strade, le sue atmosfere; le sue immagini emozionano e sono un’immersione nei luoghi da lui fotografati. Riesce a catturare l’essenza delle vie di Tokyo più anonime eppure autenticamente giapponesi, e così inizia il viaggio.
In una intervista1 al Japanese Times di oltre dieci anni fa ha dichiarato:
Fotografare una città che non è la mia è fastidioso. Ad essere sincero, non ho alcun interesse in nessuna città oltre a Tokyo.
Per lui è importante fotografare la città che ama di più , Tokyo; quando si reca a Parigi o a Londra, non le fotografa; fa foto a cose che sono a Parigi o a Londra, ma non alla città di Parigi o di Londra.

Non è difficile credergli, vista la profondità con cui coglie l’essenza di Tokyo e ne trasmette le atmosfere . E non è caso che per la maggior parte le sue immagini sono centrate sulla società giapponese, persone – donne per lo più – giapponesi e le sue modelle sono spesso ritratte – quando vestite – in abiti tradizionali.
La metropolitana di Tokyo: Subway Love
Deserti, montagne, templi, spiagge e città antiche: questo ci si aspetta di solito dalla travel photography, ma con Araki si può viaggiare anche nella metropolitana di Tokyo di mezzo secolo fa. Ritratti di vita quotidiana più che fotografia di viaggio, scatti rubati con uno spirito voyeuristico. In questo modo ha esplorato le vie più sotterranee della città e come uno street photographer ha ritratto le persone che affollano quelle stesse strade.

Per circa una decina d’anni, dal 1963 fino al 1972, il giovane Nobuyoshi Araki ha fotografato i suoi ignari compagni di viaggio durante i suoi spostamenti giornalieri nella metropolitana di Tokyo. Uomini d’affari e sarariman che sbadigliano, donne che sonnecchiano o si aggiustano i capelli, bambini con lo sguardo perso nel vuoto ma che a volte si accorgono della fotocamera. Queste foto sono state raccolte in Subway love e la cosa più sorprendente è che sono state scattate senza usare il mirino.
Nobuyoshi Araki. Io vita morte
Nobuyoshi Araki
Monografia. Le principali raccolte di opere in 48 anni di carriera

Yoko Araki
Nobuyoshi Araki ha avuto la sua musa ispiratrice, Yoko. Kinbaku, eros, fotografia di strada, scatti rubati in metropolitana potrebbero far pensare a un diverso percorso artistico, ma la vita privata e professionale di Araki è cambiata con l’incontro di Yoko, e più tardi con la sua definitiva separazione.

Dopo essersi laureato alla Chiba University di Tokyo in fotografia e produzione cinematografica, Araki è entrato come fotografo commerciale nell’agenzia pubblicitaria Dentsu dove ha lavorato fino al 1972. Dentsu è stata determinante nel rendere Araki l’artista che sarebbe diventato in seguito. Ha trovato la fotografia pubblicitaria così conservatrice e limitante che ha iniziato a sperimentare una fotografia radicalmente diversa. Dentsu fu anche il luogo in cui Araki incontrò la sua futura moglie Yoko. I due si sono sposati nel 1971 ed è in quell’anno che è iniziato il suo Viaggio sentimentale.
Araki e il viaggio con Yoko: Sentimental Journey

Araki portò una macchina fotografica nella sua luna di miele con Yoko; la sposa è diventata la sua musa e dal viaggio è nato il primo libro della serie Sentimental Journey. Scatti della moglie, di paesaggi e di emozioni vissute nel viaggio di nozze che potete vedere in questo video (sono presenti immagini NSFW):
Da allora Araki ha fotografato quasi ogni momento della loro vita insieme, dalla luna di miele del 1971 alla sua morte nel 1990, dai momenti più banali fino ai più quelli più personali. Forse le più intime sono le foto scattate a Yoko nella sua bara, finite nella raccolta Winter Journey (1991). La morte di Yoko ha di nuovo influenzato la fotografia di Araki, che una volta2 ha dichiarato:
It’s thanks to Yoko that I became a photographer
Polarnography
Nobuyoshi Araki
Box set di 100 polaroid del maestro giapponese della fotografia

Mostre su Araki: non solo Siena

Effetto Araki a Siena è la mostra più “vicina” per chi vive in Italia. Ma per i viaggiatori, esploratori di terre incognite e amanti dell’Oriente il 2019 ha ospitato e sta ospitando diverse esposizioni dedicate all’artista giapponese.
La Taka Ishii Gallery di Tokyo (Roppongi) da maggio a giugno ha ospitato Umegaoka Elegy, mostra personale su Araki con circa 90 nuovi lavori; e fino a settembre il fotografo giapponese sarà tra i 37 artisti di Survived!, mostra che celebra il venticinquesimo anniversario della Taka Ishii Gallery.
Dal Paese del Sol Levante ci spostiamo in Cina, dove fino al 1 settembre la Art Bridge Gallery di Pechino ospita una mostra dedicata ai fiori fotografati da Araki. Il percorso inizia con le foto scattate alla moglie in ospedale; Yoko era appassionata di fiori e dopo la sua morte l’artista ha iniziato a fotografare fiori come un modo per ricordarla.

Per chi vuole restare nei paraggi, girovagare per la vecchia Europa e ammirare le opere del grande fotografo giapponese contemporaneo può scegliere tra diverse città: Zurigo, Wolfsburg, Madrid, Praga. Tra mostre personali e collettive, troverete tanti buoni motivi per viaggiare nel vecchio continente e trovarvi un po’ di Giappone.
Note:
1 Link all’intervista https://www.japantimes.co.jp/culture/2006/11/23/arts/intimate-photography-tokyo-nostalgia-and-sex/↵
2 Sentimental Journey 1971-2017 https://topmuseum.jp/e/contents/exhibition/index-2796.html↵
Featured image credits: Photo by Héctor García CC BY-NC-SA 2.0