La misteriosa piramide etrusca di Bomarzo

A poca distanza dalla civiltà e dalle principali vie di comunicazione, si trova, celata alla vista dalla folta vegetazione di faggi e querce, forre e dirupi tufacei, uno dei più suggestivi monumenti etruschi della provincia di Viterbo: la piramide etrusca di Bomarzo. Non che da queste parti manchino siti archeologici di grande impatto, come la Grotta Porcina a Vetralla, la necropoli di Castel d’Asso o le abitazioni ipogee a Corviano.

Eppure, nel caso della piramide di Bomarzo, la spinta ad avventurarsi nel folto bosco che la circonda è dovuta più a quello che non conosciamo che alle certezze che la riguardano.

Sono più i dubbi e le ipotesi che circolano attorno a questo monumento, conosciuto da queste parti anche come “sasso del predicatore” che i punti fermi su cui puntellarsi.
E già questo alone di mistero fa venir voglia di armarsi di zaino e guida per andare a vederla. Almeno a me è successo questo.

La localizzazione stessa della piramide, situata entro i confini del comune di Soriano nel Cimino, è cosa relativamente recente. Compare in alcune vecchie foto che risalgono alla fine degli anni Ottanta e poi più nulla.

Fino alla “riscoperta” nel 2001 da parte dell’associazione Archeotuscia e della società archeologica viterbese Pro-Ferento. Dobbiamo a loro l’appellativo seducente e in parte fuorviante, di piramide etrusca.

E poi ci sono i tanti misteri e le varie ipotesi che circolano sulla sua funzione originaria: luogo liturgico? Altare sacrificale? Osservatorio?

Domande che al momento non trovano risposta, come le tante ipotesi sui possibili costruttori della piramide di Bomarzo. Non è da escludere, infatti, un utilizzo pre-etrusco del sasso del predicatore che risalirebbe alla Cultura di Rinaldone (1.800 a.C.).

L’accesso al luogo richiede infine una certa dimestichezza nel seguire sentieri e coordinate GPS (indispensabile una guida cartacea o umana) per non smarrire nei boschi sia la pazienza che l’orientamento. Questo è un aspetto da non trascurare. Nei fine settimana non mancano escursionisti alla ricerca della piramide etrusca di Bomarzo o gente del luogo a cui chiedere indicazioni, ma è bene partire preparati, visto che il sentiero per la piramide è, sfortunatamente, non così ben segnalato come il luogo meriterebbe.

La piramide etrusca: come arrivare, dove si trova, percorso

Arrivare alla piramide etrusca

  • Coordinate GPS: 42°28’53.4″N 12°15’51.2″E
  • Inizio percorso breve: campo da calcio, coordinate GPS: 42°28’30.1″N 12°15’22.8″E
  • Inizio percorso lungo: parcheggio SP 151 Ortana, coordinate GPS 42°27’46.8″N 12°15’36.2″E
  • Percorso breve dal campo da calcio: tempo di percorrenza a piedi 30 minuti circa.
  • Percorso lungo da SP 151 Ortana: tempo di percorrenza a piedi 1 h 20 minuti ca.
  • Dislivello: trascurabile.

A dispetto del nome, la piramide etrusca di Bomarzo, per quanto vicinissima all’omonimo centro abitato famoso per il Parco dei mostri (XVI secolo), fa parte del comune di Soriano nel Cimino.

I percorsi principali per arrivare alla piramide etrusca sono due:

  • Il primo itinerario (breve) inizia dal campo da calcio in prossimità dell’abitato di Bomarzo: porta direttamente alla piramide etrusca passando dalla “finestraccia”[1]; tempo previsto 30 minuti (soste escluse).
  • Il secondo itinerario (lungo) inizia dal parcheggio lungo la Strada Provinciale 151 Ortana: attraversa le cascate del Fosso Castello, la Valle dei mulini e con una breve deviazione consente di visitare la Necropoli di Santa Cecilia; tempo previsto 1 h 20 minuti ca. (soste escluse).

"La finestraccia", visibile lungo il percorso verso la piramide etrusca -
“La finestraccia”, visibile lungo il percorso verso la piramide etrusca – Photo by Giovanni Savelli (terraincognita.earth) CC BY 2.0

A un certo punto il percorso lungo confluisce in quello più breve e la scelta di seguire l’uno o l’altro dipende dal tempo a vostra disposizione.

Se vi piace scattare foto, esplorare la natura circostante e visitare siti storici come gli antichi mulini, il castello di Chia e la Necropoli di Santa Cecilia, vale la pena prenderla con calma e scegliere il secondo itinerario: che è anche quello che ho seguito io nel percorso verso la piramide di Bomarzo.

Se invece avete optato per la via breve potete andare direttamente al paragrafo Dalla tomba di Musetto alla Piramide etrusca.

Dal parcheggio (SP 151) alle cascate di Chia

Il parcheggio lungo la SP 151 Ortana lo trovate alle seguenti coordinate:

42.462944, 12.259725

Potete digitare su Google Maps i numeri precedenti nella finestra ricerca e otterrete il punto esatto del parcheggio.

Da qui (foto A) inizia il percorso che in cinque minuti conduce alle splendide Cascate di Fosso Castello. A poca distanza dalla strada provinciale, lungo il sentiero, ci troviamo di fronte a un bivio (foto B): proseguendo dritti arrivate alle cascate, mentre il sentiero a sinistra porta alla Torre di Chia. A voi la scelta.

Foto A

Inizio del percorso

Foto B

Il bivio: a sinistra Torre di Chia, a destra le cascate

Dal bivio alla torre il percorso è breve, una decina di minuti a prenderla con calma. Difficile in questo caso perdere l’orientamento con l’imponente torre che fa da guida in lontananza.

Dalle cascate a Valle dei Mulini

Le Cascate di Fosso Castello sono particolarmente fotogeniche con i giganteschi massi tufacei modellati dall’acqua, mentre tutto attorno la vegetazione è rigogliosa e fitta con muschio e licheni che avvolgono i tronchi degli alberi. Se avete dubbi sull’orientamento seguite i licheni e non i muschi: si trovano sempre sul lato nord. Percorrendo un suggestivo tunnel in pietra poggiato in parte sul fianco scosceso della collina si raggiungono le costruzioni diroccate dei vecchi mulini. Questione di pochi minuti.

Uno degli edifici conserva ancora al proprio interno un’antica macina in pietra.

Mulino con macina
Mulino con macina – Photo by Giovanni Savelli (terraincognita.earth) CC BY 2.0

La sensazione è quella di trovarsi a distanze remote dalla civiltà, tanto che lo stesso Pasolini ha girato qui le scene del Battesimo di Gesù sul Giordano nel film Il Vangelo Secondo Matteo[2]. Il ritorno al presente è comunque garantito dalla vicina provinciale e dal rumore di auto e camion che a tratti spezzano il silenzio bucolico. Incredibile, comunque, come un luogo così intatto possa trovarsi tanto vicino alla civiltà.

Da valle dei Mulini ai belvedere

Il sentiero prosegue per un breve tratto seguendo il corso del Fosso Castello fino a un vecchio ponte in pietra (foto C), superato il quale inizia una salita (poco impegnativa) fino al primo belvedere (foto D). Da qui si gode un’eccezionale vista sulla Torre di Chia e il territorio circostante. Dopo aver scattato la foto di rito seguiamo il sentiero fino al secondo belvedere (foto E). Il panorama abbraccia la valle del Rio Castello, parte dell’abitato di Chia fino a nord verso il borgo di Mugnano.

Verso la piramide etrusca: da valle dei Mulini ai belvedere
Verso la piramide etrusca: da valle dei Mulini ai belvedere. In alto a sx ponte in pietra (foto C), in basso a sx Torre di Chia (foto D), a dx secondo belvedere (foto E) – Photo by Giovanni Savelli (terraincognita.earth) CC BY 2.0

Continuando lungo il sentiero arriviamo a un’ampia radura (foto F), superata la quale si trova l’area picnic, circondata dagli alberi. La radura è un bivio importante lungo il nostro percorso, infatti:

  • il sentiero a destra in discesa conduce alla Necropoli di Santa Cecilia;
  • il sentiero a sinistra dell’area picnic porta alla piramide etrusca e si collega al sentiero breve che proviene dal campo sportivo.

Piramide di Bomarzo: la radura vicino all'area picnic
La radura vicino all’area picnic – Photo by Giovanni Savelli (terraincognita.earth) CC BY 2.0

La Necropoli di Santa Cecilia

Una stretta scala di epoca etrusca scavata nella roccia (foto G) conduce alla Necropoli di Santa Cecilia. Il luogo è immerso nel folto della vegetazione e costellato di giganteschi massi trachitici[3]: gli stessi della piramide etrusca. La necropoli è stata impiegata da epoche preistoriche fino alla fine del X secolo d.C. e sono ancora oggi visibili le tombe antropomorfe scavate nella roccia tufacea, così come i massi perimetrali dell’antica chiesa medievale. I resti della necropoli sono dislocati su di un’area piuttosto vasta, così prima di cominciare l’esplorazione è fondamentale memorizzare con attenzione la via del ritorno fino alla radura dove si trova l’area picnic.

Necropoli di Santa Cecilia
Necropoli di Santa Cecilia. In alto a sx la scala di epoca etrusca (Foto G), in basso a sx le tombe antropomorfe, a dx la chiesa rupestre medievale – Photo by Giovanni Savelli (terraincognita.earth) CC BY 2.0

Dalla Tomba di Musetto alla piramide etrusca di Bomarzo

È a questo punto che il sentiero lungo confluisce in quello più breve, proveniente dal campo sportivo. Per chi avesse scelto quest’ultimo può imboccare la carrareccia che parte dal campo sportivo e che, in una ventina di minuti, conduce alla piramide etrusca. Il sentiero si sviluppa in pianura nel primo tratto (dal campo sportivo alla tomba di Musetto) e prosegue in discesa fino alla piramide. Fate attenzione a quest’ultimo tratto: in caso di pioggia recente può rivelarsi particolarmente insidioso. 

Per chi invece proviene dalle cascate, oltrepassata l’area picnic e imboccato il sentiero a sinistra, dopo una ventina di metri svoltate a destra lungo la carrareccia e vi trovate sulla via breve per la piramide di Bomarzo.

La svolta per la tomba di Musetto lungo la carrareccia non è così semplice da individuare. Ci sono sì segnali bianchi e rossi dipinti sugli alberi, ma privi di qualunque tipo di segnaletica per la piramide. Le foto seguenti (H/I) mostrano il punto in cui svoltare. Una volta imboccato il sentiero e superata la tomba di Musetto scendiamo verso la finestraccia e proseguiamo per un breve tratto in discesa fino a raggiungere la misteriosa piramide etrusca di Bomarzo.

Foto H

Foto I

Che cos’è la piramide etrusca di Bomarzo?

La scoperta

La gente del posto la conosceva da tempo e da tempo veniva chiamata con l’appellativo di sasso del predicatore oppure, con la praticità di una volta, sasso con le scale. Non si parlava di piramide, nome ben più suggestivo che è iniziato a circolare a partire dalla riscoperta del luogo, effettuata da Archeotuscia e Pro-Ferente nel 2001. Dobbiamo poi al contributo impareggiabile di Salvatore Fosci l’attuale pulizia della piramide da rovi, terra, alberi e rami caduti, così come del terreno antistante. Ma il lavoro del Fosci non si ferma qui ed è bello sentirlo parlare, nelle due interviste che seguono, della piramide, con entusiasmo e passione.

Possibile funzione

Gli archeologi concordano nell’attribuire alla piramide di Bomarzo la funzione di altare rupestre. Luogo di culto, dunque, di certo risalente al VI-VII secolo a.C. ma forse ancora più antico.

Piramide Etrusca
Piramide Etrusca – Photo by Giovanni Savelli (terraincognita.earth) CC BY 2.0

La piramide di Bomarzo è un gigantesco masso trachitico staccatosi dalla sovrastante parete di roccia vulcanica con gradini intagliati nella roccia. A oggi sono stati portati alla luce ventisei gradini, ma è probabile che al di sotto della vegetazione e del terreno ne siano nascosti altri.

Piramide etrusca: particolare gradini
Piramide etrusca: particolare gradini – Photo by Giovanni Savelli (terraincognita.earth) CC BY 2.0

Delle dimensioni della piramide ci fornisce i dettagli Luciano Proietti in un articolo[4] pubblicato sulla rivista Archeotuscia News:

L’edificio presenta un’altezza di 8 m nella parte a monte e 16 m in quella rivolta a valle, misure approssimate per difetto in quanto l’intero complesso ha subito un forte interramento causato principalmente da assestamenti del terreno verificatisi nel corso dei secoli.[5]

Rispetto alla funzione della piramide etrusca di Bomarzo come altare rupestre otteniamo informazioni dettagliate e approfondite dall’utile guida[6] scritta da Giovanni Menichino per i tipi della LAURUM editrice.

Gli etruschi innalzavano i loro altari di pietra sui terrazzamenti […] dove offrivano i loro sacrifici alle divinità più temute.

E ancora…

La piattaforma sommitale dove avvenivano i sacrifici, domina un luogo non molto ampio; questo induce a pensare che non fosse un posto particolarmente adatto ad accogliere grandi folle.[7]

E oggi come un tempo la piramide etrusca di Bomarzo è un luogo raccolto e intimo, che conserva un senso del sacro più vicino alla terra che al cielo, fatto, prima ancora che di certezze, della profonda connessione tra l’uomo e  le forze naturali che lo circondano.

Una bibliografia per conoscere la piramide e il territorio:

Giovanni Feo, Nuovi misteri etruschi, Effegi, 2018.

Giovanni Feo, Geografia sacra, Effegi, 2015.

Giovanni Menichino, Escursionismo d’Autore nella Terra degli Etruschi, LAURUM, 2014.

Società Archeologica Viterbese Pro-Ferento, Tuscia Nascosta, Archeoares, 2006.


Note

1 Si tratta di una tomba etrusca riutilizzata successivamente come abitazione.

2 Pier Paolo Pasolini, Il Vangelo Secondo Matteo scena del battesimo disponibile all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=uJQx2Fr20dg

3  Trachite. In Wikipedia. Consultato in ottobre 24, 2019, da https://it.wikipedia.org/wiki/Trachite

4 Luciano Proietti, La “Piramide di Bomarzo”: cifre, dati quantitativi e ipotesi interpretative, consultabile online alla pagina:  https://archeotime.files.wordpress.com/2016/12/archeotuscianews_maggio_2010.pdf

5 Luciano Proietti,  La “Piramide di Bomarzo”: cifre, dati quantitativi e ipotesi interpretative, pagina 37. Oppure per dimensioni piramide etrusca consulta anche https://archeotime.files.wordpress.com/2016/12/3-la-piramide-etrusca.pdf in Tages, Quaderni di Storia e Archeologia n°31.

6 Luciano Menechino, Escursionismo d’Autore nella Terra degli Etruschi, LAURUM, 2014.

7 Luciano Menechino, Escursionismo d’Autore nella Terra degli Etruschi, LAURUM, 2014, pagine 128-129.

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