Alexander Selkirk e Robinson Crusoe: le isole cilene Juan Fernandez

Nella lunga storia delle esplorazioni oceaniche ci sono poche isole che possono vantare una così fitta tradizione di naufraghi come l’arcipelago di Juan Fernandez, 400 miglia a sud-ovest della città di Valparaiso in Cile. Fin dalla loro scoperta, avvenuta ad opera del comandante Juan Fernández tra il 1563 e il 1574, queste remote isole del Pacifico orientale sono state casa e rifugio per un’innumerevole sequela di marinai.

L’isola di Robinson Crusoe, la principale dell’arcipelago, conta oggi una popolazione di 600 persone; l’altra, l’isola di Alexander Selkirk, distante 120 miglia a ovest, è disabitata. Alla pesca dell’aragosta, per lungo tempo unica fonte di reddito per i suoi abitanti, si è in questi ultimi anni avvicendato il turismo: viaggiatori in cerca di isole sperdute e suggestioni letterarie. 

E in effetti il fascino che esercita è dovuto al suo più famoso abitante, il corsaro scozzese Alexander Selkirk che qui soggiornò, suo malgrado, per quattro anni e quattro mesi. Alla figura di Selkirk e non solo, si ispirò lo scrittore Daniel Defoe nella creazione del suo personaggio più celebre: Robinson Crusoe.

Tanto che nel 1966 il governo cileno ha deciso di cambiare
nome alle isole che compongono l’arcipelago.
Mas a Tierra, l’isola principale, è diventata
l’Isola di Robinson Crusoe.
Mas a Fuera è oggi conosciuta
con il nome di Isola Alejandro Selkirk.

alexander selkirk isola
Isola Alejandro Selkirk – Photo by Pato Novoa CC BY-NC 2.0

Ma dalle fonti storiche1 ci arrivano ulteriori notizie di altre storie di naufraghi a cui Defoe potrebbe essersi ispirato. I primi a decidere un volontario esilio sull’isola di Mas a Tierra furono tre marinai olandesi nel 1624. Nel 1680 toccò a un indiano miskito, lasciato dagli spagnoli, non si sa perché, sulla futura isola di Robinson Crusoe. Sarà recuperato solo tre anni dopo e su di lui, con molta probabilità, Defoe modellerà il personaggio di Venerdì. Nel 1687 nove pirati, a bordo della nave comandata dal corsaro Edward Davis, saranno abbandonati sull’isola di Mas a Tierra. La lasceranno tre anni più tardi. E nel 1704 toccherà al più celebre dei suoi abitanti trascorrere su quest’isola sperduta del Pacifico molto più tempo di quanto avesse preventivato.

Ecco la storia di Alexander Selkirk e dell’Isola di Robinson Crusoe, la più affollata di naufraghi di tutto l’Oceano Pacifico.

Selkirk: l’inizio della storia

Se avete un temperamento piuttosto ribelle e incline a disprezzare regole e regolamenti, nascere nel piccolo villaggio di Lower Largo, nella Scozia orientale, alla fine del Seicento, sarebbe stato per voi una vera iattura. Come lo fu per il giovane Alexander Selcraig che fin dall’adolescenza dimostrò un’innegabile attitudine nel guastare la pacifica vita locale. Dai documenti presenti nella biblioteca cittadina2 lo vediamo accusato dal Consiglio degli anziani di illecita fornicazione e comportamenti inaccettabili nei confronti della chiesa.

Quando finalmente prese, per la prima volta, la via del mare
fu per tutti una liberazione.
Gli abitanti del villaggio e la famiglia ci guadagnarono in tranquillità,
e lui poté soddisfare il suo desiderio di vedere il mondo.

È a questo punto che se ne perdono le tracce, fino a quando nel novembre del 1701 fa ritorno al villaggio. Ne veniamo ancora una volta a conoscenza dai documenti ecclesiastici e non proprio per ragioni di buona condotta visto che in un impeto di rabbia (il fratello Alex aveva riso di lui per aver bevuto acqua salata da un bicchiere!) picchiò il fratello, il padre, un altro fratello e una delle cognate. Vero è che qualche giorno dopo fece ammenda di fronte a tutti dal pulpito della chiesa, ma si capirà che per Alexander Selcraig le possibilità d’azione a Lower Largo si erano ridotte drasticamente.

Statua di Alexander Selkirk a Lower Largo
Statua di Alexander Selkirk a Lower Largo

Il secondo viaggio per mare di Alexander Selkirk

La vita per mare riesce a curare anche gli animi più riottosi, specie se alla durezza del mestiere si accompagnano promesse di tesori e ricchezze. Convinto il corsaro William Dampier a prenderlo a bordo, Alexander Selcraig cambiò il cognome in Selkirk e si lasciò alle spalle Lower Largo con tutti i suoi problemi. Dampier non era un corsaro qualunque, ma uno dei migliori in circolazione. Aveva al suo attivo tre circumnavigazioni del globo, una fuga precipitosa dai suoi uomini che volevano mangiarselo e diverse esplorazioni nei posti più remoti del mondo conosciuto, tanto che i suoi diari si sono rivelati una miniera di informazioni per geografi, botanici e meteorologi. Insomma, finalmente, Alexander Selkirk aveva preso la strada giusta.

I corsari guidati da William Dampier partirono a bordo di due navi
dal porto di Kinsale (Irlanda) nel settembre del 1703.
La più grande, la St. George, era comandata dallo stesso Dampier,
la Cinque Ports da Charles Pickering.

La stessa nave su cui era imbarcato anche Alexander Selkirk in qualità di navigatore. Inutile girarci intorno: il viaggio si rivelò un disastro. La scarsità di bottini si sommò all’abbondanza di tifo, dissenteria e colera che in breve tempo cominciarono a dilagare a bordo delle navi. A questo si aggiunse, perché in mare così come nella vita non c’è limite al peggio, la morte del comandante Pickering che non era uno stinco di santo, ma perlomeno sapeva come trattare i suoi uomini. A differenza del giovane, ottuso e arrogante Thomas Strandling, diventato comandante, con il quale, manco a dirlo, Alexander Selkirk ebbe più di un motivo per cui discutere. Le cose precipitarono rapidamente quando, giunti al largo dell’arcipelago di Juan Fernandez, Selkirk prese una decisione: non più sbagliata delle altre, ma di certo con un maggior numero di conseguenze.

Come si diventa “marooned”

Ci vogliono coraggio, tempismo e un ampio dissenso per decidere un ammutinamento. Alexander Selkirk di coraggio ne aveva da vendere e il tempismo non gli mancò di certo. Sbagliò nel calcolare la profondità del dissenso che l’equipaggio nutriva nei confronti del capitano. Quando Strandling decise, dopo un mese passato in rada a Cumberland Bay per fare provviste, di riprendere il largo, Alexander Selkirk lo affrontò apertamente. Più esperto del capitano, riteneva a ragione3 che fosse un suicidio affrontare il mare o dio ce ne scampi, le navi spagnole con la Cinque Ports ridotta in pessimo stato. L’equipaggio, che con tutta probabilità la pensava come Selkirk, non spiccicò parola e la protesta del loro compagno terminò quando Alexander Selkirk fu lasciato sulla spiaggia di Mas a Tierra con:

  • n°1 moschetto;
  • n°1 pistola;
  • n°1 sacchetto di polvere da sparo;
  • n°1 accetta;
  • n°1 coltello;
  • alcuni strumenti di navigazione;
  • n°1 pentola;
  • n°2 libbre di tabacco (poco meno di un Kg);
  • un po’ di formaggio e di prosciutto;
  • n°1 fiasca di rum;
  • n°1 Bibbia.

Ecco come si diventa marooned.

Alexander Selkirk e la sua bibbia
Il marooned Alexander Selkirk e la sua bibbia – Autore anonimo [Public domain]. Fonte: The Life and adventures of Alexander Selkirk, the real Robinson Crusoe: a narrative founded on facts

Il termine inglese marooning non ha un corrispondente preciso nella lingua italiana e per tradurlo possiamo ricorrere alle parole di Louis Stevenson ne L’isola del tesoro.

si applica a quella orribile forma di castigo
abbastanza in uso presso i pirati,
consistente nel deporre il colpevole con un po’ di polvere da sparo
e qualche palla, sopra un’isola deserta e lontana.4

Va comunque detto che quando Alexander Selkirk si rese conto che nessuno dei suoi compagni lo avrebbe appoggiato e che il capitano faceva sul serio, lo implorò di riprenderlo a bordo.

Invano.

– Leggi anche: Romanzi, saggi e racconti di avventure per mare

Da solo su un’isola deserta

Situazione disperata? Non così tanto. L’arcipelago di Juan Fernandez e l’odierna isola di Robinson Crusoe, in particolare, erano un punto strategico nel Pacifico orientale per l’approvvigionamento di acqua e cibo. C’era una colonia di capre, portate dai primi coloni spagnoli che avevano abbandonato l’isola un secolo prima, abbondanza di tartarughe marine e numerose fonti di preziosa acqua dolce. Una sorta di caravanserraglio naturale come lo era l’isola del tesoro di Coco Island un migliaio di chilometri più a nord.

Quanto ci vorrà mai?
Si domandò fiducioso Alexander Selkirk,
mentre la Cinque Ports si allontanava dall’isola.
Era l’ottobre del 1704.

Quattro anni e quattro mesi dopo, il 2 febbraio del 1708, Alexander Selkirk fu tratto in salvo dalla nave inglese Duke, sotto il comando di Woodes Rogers. Come visse per tutto quel tempo il marooned più celebre della storia  ce lo racconta lo stesso Rogers nel suo A Cruising Voyage Round the World5, pubblicato con notevole successo nel 1712.

L'isola di Alexander Selkirk
L’isola di Alexander Selkirk – Photo by Pato Novoa CC BY-NC 2.0

Alexander Selkirk visse per la maggior parte del tempo nella parte interna dell’isola, più riparata e con maggiori risorse di acqua e cibo. Si costruì una capanna e mise a frutto le sue abilità manuali nella realizzazione di un nuovo coltello, di svariati strumenti e nuovi indumenti in pelle di capra. L’immagine di Robinson Crusoe nella copertina delle prime edizioni, potrebbe essere stata ispirata proprio dai racconti di Selkirk. A quanto pare, non se la passò affatto male, confortato nella sua solitudine dalla lettura della Bibbia e soprattutto dalla compagnia dei gatti selvatici. Una volta addomesticati si rivelarono compagni indispensabili sia per l’umore che per la caccia ai topi che mettevano a rischio le già scarse provviste del Selkirk.

Un uomo che nella totale assenza di esseri umani aveva trovato la pace. Come dire, o dai di matto o ti adatti, lui si era adattato alla perfezione.

Il ritorno a casa di Alexander Selkirk

E comunque non è che ci sputò sopra quando la nave del comandante Rogers gettò l’ancora a Cumberland Bay e non avrebbe neppure declinato un passaggio dalle altre navi che nel corso di quei quattro anni avevano incrociato le acque di Mas a Tierra. Solo che le navi avvistate battevano bandiera spagnola e lui, corsaro al servizio dell’Inghilterra, sarebbe stato di certo torturato e impiccato se fosse stato scoperto.

Al salvataggio provvidenziale di Alexander Selkirk contribuì anche una fortunata coincidenza. Il capitano Rogers, infatti, non si fidava del tutto di quella bestia bipede in cui si era trasformato il marooned dopo quattro anni di isolamento e nutriva più di un dubbio sulla sua storia.

A salvarlo fu il corsaro William Dampier,
che si trovava a bordo
della Duke in qualità di navigatore.

Fu lui a riconoscerlo e a garantire per il naufrago.

Ma sarebbero trascorsi ancora due anni prima che Alexander Selkirk ritornasse a casa. La Duke era una nave corsara e nei due anni successivi al ritrovamento di Selkirk, proseguì, con Selkirk a bordo, a depredare galeoni spagnoli al largo delle coste peruviane ed ecuadoregne. Con grande profitto per l’intero equipaggio che avrebbe fatto ritorno in Inghilterra solo nell’ottobre del 1711.

La leggenda ha inizio: chi è Robinson Crusoe?

Al suo ritorno in patria Alexander Selkirk si ritrovò relativamente ricco e molto famoso. Le razzie per mare gli avevano garantito una bella somma e la storia della sua avventurosa esperienza di naufrago, vissuto per quattro anni su un’isola deserta, si diffuse in breve tempo in tutta l’Inghilterra. I resoconti di Woodes Rogers (A Cruising Voyage Round the World ) e gli articoli di Richard Steele (considerato uno dei padri del giornalismo britannico) contribuirono a creare il mito del marooned. Un’occasione più che ghiotta per una trasposizione romanzesca. Su queste e altre fonti di naufraghi e naufragi si basò Daniel Defoe per creare il personaggio di Robinson Crusoe distaccandosi non poco dalla vera storia di Alexander Selkirk.

Qualche esempio?

  Tempo sull’isola Compagnia Ubicazione dell’isola Perché si trova qui? Come finisce?
Robinson Crusoe 28 anni Venerdì Al largo del Venezuela Naufragio Vive  felice in Inghilterra
Alexander Selkirk 4 anni  e quattro mesi Gatti Al largo del Cile Marooned  Ritorna per mare

Lo spoiler sulla fine, perdonate, era necessario per sottolineare, come se ce ne fosse davvero bisogno, quanto la vita sa essere molto più drammaticamente avventurosa di un qualunque romanzo. Alexander Selkirk tornò in Inghilterra e per un poco sembra essersi goduto celebrità e ricchezze. Ma il suo animo irrequieto, la sua indole insofferente agli stretti confini sociali di Lower Largo e non da ultimo il bisogno, forse, di tirare su un po’ di soldi, nell’unico modo che conosceva, lo spinsero di nuovo a riprendere la via del mare. All’età di 44 anni, nel novembre del 1720 si imbarcò sulla HMS Weymouth. Un anno dopo, al largo delle coste africane, sul registro di bordo venne annotata la morte di Alexander Selkirk, il vero Robinson Crusoe e il marooned più famoso di tutti i tempi.

Dove si trova l’Arcipelago Juan Fernandez?

Faccio un po’ di chiarezza sull’ubicazione e il nome attuale delle isole che compongono l’arcipelago Juan Fernandez. Dal 1966, infatti, il governo cileno ha dato una rinnovata, in chiave turistica, ai nomi delle due isole maggiori.

L’isola principale e l’unica abitata è l’isla Robinson Crusoe che dista 400 miglia nautiche dalla città di Valparaiso (Cile).

L’isola di Alejandro Selkirk si trova a ovest dell’isola principale, è disabitata e dista 500 miglia nautiche da Valparaiso.

La più piccola è l’isola di Santa Clara (2 Km2 di superficie), situata poche miglia a sud dell’isola Robinson Crusoe.

Come arrivare all’isola di Robinson Crusoe

Da ottobre ad aprile partono due volte alla settimana voli diretti dall’aeroporto internazionale di Santiago per l’isola di Robinson Crusoe. Questi voli sono gestiti dalle compagnie Aerocardal e ATA. I voli durano poco meno di due ore e vengono effettuati su piccoli aerei da turismo da 8/10 posti.

Dal sito della compagnia aerea Aerocardal potete, in pochi click, effettuare la vostra prenotazione per un volo da Santiago al piccolo aeroporto dell’isola di Robinson Crusoe.

Nei pressi dell'aerodromo Isla Robinson Crusoe
Nei pressi dell’aerodromo Isla Robinson Crusoe – Photo by Pato Novoa CC BY-NC 2.0

Una volta arrivati qui vi attende un viaggio via mare di un’oretta verso il villaggio di San Juan Bautista. Non esiste un collegamento stradale tra l’aeroporto e il centro abitato.

Il costo approssimativo di un volo da Santiago all’arcipelago di Juan Fernandez è di 600 euro.

In alternativa potete affidarvi, versione moderna degli antichi viaggi per mare settecenteschi, alla compagnia di navigazione Transmarko che offre collegamenti (due volte al mese) tra il porto di Valparaiso e quello di San Juan Bautista sull’isola di Robinson Crusoe. Il costo di un passaggio (andata/ritorno) è di poco inferiore alle 200 euro. Ci sono una dozzina di posti disponibili, sei dei quali riservati ai turisti. Viaggio lento, circa quaranta ore la traversata, ma molto più economico.

Per info e contatti:

Aerocardal: http://www.aerocardal.com/calendario-de-reservas/

ATA: http://aerolineaata.cl/robinson-crusoe/

Transmarko: http://valparaiso.transmarko.cl/

Vale la pena visitare l’arcipelago Juan Fernandez?

Nel 1977 l’arcipelago Juan Fernandez è stato dichiarato Patrimonio mondiale della biosfera. Qui si trovano una grande varietà di specie endemiche come la Gunnera peltata con le sue enormi foglie che superano il metro di larghezza. La Rumohra berteroana una specie di felce gigante, la Juania australis, una palma che raggiunge i dieci metri di altezza e oggi a rischio di estinzione per il suo legno pregiato. Meno ricca la fauna endemica con alcuni rappresentanti locali come il piccolo Sephanoides fernandensis, una specie di colibrì che si trova solamente nell’isola di Robinson Crusoe.

Sephanoides fernandensis
Sephanoides fernandensis, colibrì endemico dell’Isla Robinson Crusoe – Photo by d_robichaud CC BY-NC-SA 2.0

I numerosi sentieri presenti sull’isola, le profonde insenature protette dalle forti correnti oceaniche consentono di sperimentare sull’isola di Robinson Crusoe un contatto intimo con la natura, difficilmente ripetibile in altri angoli del mondo. La distanza dalla terraferma, i pochi abitanti, i servizi essenziali, il lungo viaggio in nave, per chi sceglie questa soluzione, sono tutti fattori che rendono indimenticabile una visita all’arcipelago Juan Fernandez. Non da ultimo la storia di Alexander Selkirk seguendo le tracce del suo abitante più conosciuto.

Note

1 fonte An archaeological exploration of Robinson Crusoe Island, Juan Fernandez Archipelago, Chile, consultabile all’indirizzo: https://www.academia.edu/642039/An_archaeological_exploration_of_Robinson_Crusoe_Island_Juan_Fernandez_Archipelago_Chile

2 Bruce Selcraig, The real Robinson Crusoe, in Smithsonian.com, 3 ottobre 2019,  https://www.smithsonianmag.com/history/the-real-robinson-crusoe-74877644/

3 Poco dopo aver abbandonato Alexander Selkirk sull’isola di Mas a Tierra la Cinque Ports fece naufragio in prossimità dell’isola Malpelo (Venezuela). Gran parte dell’equipaggio perì e i sopravvissuti, tra cui il capitano Thomas Strandling, furono fatti prigionieri dagli spagnoli. È lo stesso corsaro Dampier ad aggiornare il marooned sulla sorte toccata ai suoi ex compagni di navigazione.

4  Robert Louis Stevenson, L’isola del tesoro, Newton Compton, 2018, p. 94

5 Woodes Rogers, A Cruising Voyage Round the World, Londra, 1712. Consultabile all’indirizzo https://www.bl.uk/collection-items/the-story-of-alexander-selkirk-in-woodes-rogers-cruising-voyage-round-the-world-1712

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