La prima volta che ho viaggiato in Giappone mi sono ritrovato in un paese così diverso dall’Italia che mi è stato difficile capirci qualcosa. Non solo la scrittura, ma ogni aspetto di questa civiltà nasconde significati di cui, nel classico soggiorno di due settimane, sono riuscito ad assorbire solo qualche goccia poi puntualmente dimenticata. Eppure con una certa diligenza mi ero letto l’ottima Lonely Planet, convinto di aver raggiunto così la giusta infarinatura di cultura giapponese.
Sono tornato più volte nel Sol Levante e ogni volta la cultura giapponese l’ho trovata sempre più affascinante e misteriosa. Per affrontare i nuovi viaggi mi sono stati di grande aiuto alcuni libri sulla cultura giapponese, utili per capire qualcosa in più sul paese che è stato definito l’Impero dei segni[1]. In questa lista vi propongo libri che, in modi diversi, mi hanno avvicinato alla cultura e alle tradizioni del Giappone. Non ci sono solo saggi, ma anche romanzi e raccolte di racconti.
Potrei dire che ogni romanzo ambientato nel Sol Levante aiuta a comprendere qualcosa in più di questo paese. Leggendo Il Sospettato X di Keigo Higashino ho appreso ad esempio di usanze tutte nipponiche come quella del kotatsu (una sorta di tavolo riscaldato) e del bento (il tipico, delizioso e colorato pranzo preconfezionato). Ma per scrivere questa lista ho fatto una scelta e mi sono concentrato – oltre che sui saggi – sulla narrativa che mi ha regalato le immersioni più profonde nel mondo nipponico, del presente o del passato.
E adesso lascio la parola ai libri. Buona lettura con questa mia lista di titoli sulla cultura giapponese!
Giappone. La vita in zen, di Gavin Blair
Se così spesso si sottolinea l’originalità del Giappone e della sua cultura […] è perché esiste qualcosa, uno speciale elemento, che davvero conferisce a questo paese una fisionomia unica. Si tratta dello zen, che pervade gran parte della cultura nipponica. Dall’estetica al cibo, al comportamento, quasi tutto porta in sé sotto qualche forma, spesso subliminale, l’impronta dello zen, il suo spirito.
Forse bastano queste parole di Gavin Blair, prese da Giappone. La vita in zen, per descrivere il suo libro, ma aggiungo qualcosa di mio. È un libro piacevole da sfogliare, bello da tenere in libreria e tremendamente interessante da leggere. Se amate la cultura giapponese e siete affascinati dallo zen, vi aspetta una splendida immersione negli aspetti più affascinanti del paese del Sol Levante. La vita in zen è un viaggio tra templi misteriosi e austeri, giardini, l’arte del bonsai e dell’ikebana, le case giapponesi, la cerimonia del tè, il cibo, le arti marziali, il gusto wabi sabi e altro ancora.
Giappone. La vita in zen
Gavin Blair
Viaggi a parte, il libro Giappone. La vita in zen è stato per me la più preziosa immersione nella cultura giapponese. Una vera sorpresa editoriale, con testi ottimi, scorrevoli e splendide fotografie. L’ho trovato ancora migliore di quanto la copertina e le recensioni lasciassero intendere.
Cerchi infiniti, di Cees Nooteboom
Cerchi infiniti è stato il primo dei libri che ho letto di questa lista e forse quello che per primo mi ha suggerito di viaggiare in Giappone. È un libro di viaggio, una raccolta di testi sul Giappone scritti da Cees Nooteboom, scrittore e viaggiatore nederlandese. Redatti tra il 1977 e il 2012, i testi offrono la visione dello scrittore su un Giappone che non c’è più, ormai superato ma che in forme diverse vive ancora oggi. Ci ritroviamo un po’ tutte le esperienze di chi viaggia in Giappone: i paesaggi, le città, la diversità culturale, i templi, i santuari, la scrittura, il teatro kabuki, la letteratura, gli onsen, le tradizioni e persino il trauma culturale che si può provare viaggiando da soli nel Sol Levante.
Cerchi infiniti: viaggi in Giappone
Cees Nooteboom
È una buona introduzione alla cultura giapponese, vista da uno scrittore europeo che ha viaggiato per tanti anni nel Sol Levante e che ha costruito con il paese una profonda relazione. Postfazione di Giorgio Amitrano.
Memorie di una geisha, di Arthur Golden
Che cos’è davvero una geisha? È una delle parole giapponesi più conosciute, ma di cui soprattutto in passato è stato travisato il significato più autentico. A volte viste da noi occidentali come cortigiane, o come escort di lusso, le geisha erano in realtà le uniche donne giapponesi ad essere emancipate e libere. Oggi sono in via di estinzione, ma hanno avuto un ruolo importante nella cultura giapponese. E il romanzo di Arthur Golden – 600 pagine che volano via in un soffio – ci trasporta negli anni Trenta del XX secolo, un viaggio nel mondo delle geisha di Kyoto, tra i quartieri di Gion e di Pontocho, dove ancora oggi camminando è possibile imbattersi in geisha e in maiko[2].
Memorie di una geisha
Arthur Golden
Memorie di una geisha è una finestra su un aspetto poco noto e molto frainteso del Giappone, scritto da Golden basandosi sulle informazioni e il racconto della geisha Mineko Iwasaki, con cui sono peraltro nati disaccordi in seguito alla pubblicazione del libro[3]. Mineko Iwasaki ha voluto dare la sua versione dei fatti scrivendo una propria autobiografia, Storia proibita di una Geisha. Una storia vera.
Ogni giorno è un buon giorno, di Noriko Morishita
Non pensavo che nella cerimonia del tè si nascondessero così tanti aspetti della cultura giapponese. Non prima di aver letto Ogni giorno è un buon giorno. Quindici gioie che il tè mi ha insegnato, di Noriko Morishita. Uscito in Italia nel 2020, è il racconto in prima persona dell’autrice del suo percorso nell’apprendimento della cerimonia del tè. È un racconto delicato, all’inizio si può avere la sensazione di perdersi tra i nomi giapponesi dei vari oggetti utilizzati: chawan, natsume, chasen, solo per citarne tre. Ma poi tutto acquista un senso, si scopre che il mondo del tè è legato a quello squisito e infinito dei dolci giapponesi (wagashi), a grandi samurai e militari come Toyotomi Hideyoshi e, soprattutto, al ciclo delle stagioni giapponesi.
Ogni giorno è un buon giorno.
Quindici gioie che il tè mi ha insegnato
Noriko Morishita
Con una spiccata sensibilità squisitamente nipponica, Noriko Morishita ci accompagna nel suo lungo apprendistato nella cerimonia del tè, tra emozioni, scoperte, sorprese e difficoltà personali. Se cercate un piccolo grande libro per entrare in contatto con la sensibilità e la cultura giapponese, ecco l’avete trovato.
Giappone. Mandala, di Fosco Maraini
Giappone.Mandala è probabilmente il libro sulla cultura giapponese che preferisco. Fosco Maraini – etnologo, orientalista, scrittore, fotografo e molto altro – è un profondo conoscitore del Sol Levante, dove ha vissuto per diversi anni. In questo libro, in meno di 300 pagine, cerca di farci capire la complessità e il mistero del Giappone, un vero e proprio mandala. E per farlo non si è messo a scrivere un saggio sistematico e noioso; Giappone. Mandala è un viaggio nell’impero dei segni attraverso testi, fotografie, intuizioni e suggestioni. È probabilmente il migliore approccio per raccontare una cultura così diversa dalla nostra, navigare attraverso i nodi di un mondo complesso per poi intuire e ricomporre il disegno, il mandala. Maraini in questo libro tocca aspetti importanti e curiosi della cultura giapponese, come il rapporto tra uomo natura e arte, i giardini, gli ideogrammi, la religione, il rapporto dei giapponesi con la tecnologia, la modernità e l’Occidente.
I testi sono leggeri e profondi allo stesso tempo e sono accompagnati da bellissime fotografie a colori scattate dall’autore ormai decenni fa. Le foto sono indispensabili per capire il testo e il loro aspetto vintage dona grande fascino al libro. Giappone. Mandala è da leggere e consultare, nonostante sia stato pubblicato per la prima volta (in lingua inglese) nel 1971.
Aggiornamento 05/07/2020. Giappone. Mandala non è più disponibile su Amazon, nemmeno usato. Dello stesso autore consiglio un altro meraviglioso libro: Ore giapponesi, un racconto di viaggio – ma anche saggio, reportage fotografico, etc. – di Fosco Maraini, di una sua peregrinazione in auto nel paese del Sol Levante negli anni Cinquanta. Meraviglioso, ancora oggi uno dei più bei libri scritti sul Giappone.
Musashi, di Eiji Yoshikawa
Il Giappone dei samurai e dei ronin, dei daimyo e degli shogun lo ritrovate tutto in questo romanzo storico, che narra le gesta e le avventure dello spadaccino Miyamoto Musashi. L’autore, Eiji Yoshikawa, era figlio di un samurai e riuscì a pubblicare Musashi nel 1935, apparso a puntate sul quotidiano nazionale giapponese Asahi Shinbun. Il romanzo ha un ritmo incalzante e leggendolo vi immergerete nel Giappone feudale, appena reduce dalla battaglia di Sekigahara (1600), che pose fine alle lotte intestine e spianò la strada alla fondazione dello shogunato Tokugawa.
Musashi
Eiji Yoshikawa
Musashi è l’ideale per viaggiare nel tempo tra la cultura e le atmosfere giapponesi di inizio periodo Edo (1603-1868). Nel libro si trovano personaggi esistiti realmente, tra cui lo stesso Miyamoto Musashi, considerato il più grande spadaccino della storia giapponese e autore de Il libro dei cinque anelli, un trattato di strategia militare.
Autostop con Buddha, di Will Ferguson
È forse il libro ideale per sognare un viaggio in Giappone e senz’altro il più divertente per approcciarsi alla cultura e alle abitudini dei giapponesi. È un racconto di viaggio dell’autore, che dopo aver vissuto per un po’ in Giappone decide di esplorare il paese da sud verso nord in autostop, seguendo la fioritura dei ciliegi. Un viaggio a volte difficile, ma Will Ferguson non rinuncia mai all’ironia e riesce così a raccontare con leggerezza storie, usi e costumi del paese. Nel suo viaggio esplora il Giappone più nascosto e con le persone che incontra non rinuncia a parlare di argomenti considerati quasi tabù nel paese, come quello dei burakumin[4].
Autostop con Buddha
Will Ferguson
Uno dei migliori libri per prepararsi a un viaggio in Giappone e che potrebbe ispirarvi, perché no, a tentare anche voi l’autostop.
Ombre giapponesi, di Lafcadio Hearn
Ombre giapponesi è forse il libro che più di ogni altro vi consentirà un’immersione nella cultura giapponese. È una raccolta di leggende popolari ascoltate, metabolizzate e poi scritte da Lafcadio Hearn (1850-1904) nel corso dei suoi anni vissuti in Giappone. Di madre greca e padre irlandese, Hearn nacque in Grecia e dopo averci vissuto sei anni si trasferì a Dublino. A diciannove anni andò a vivere negli Stati Uniti a Cincinnati; poi a New Orleans, in Martinica e in seguito ancora negli USA a Filadelfia e New Orleans. Da qui salpò per una nuova meta, il Giappone ed è in questo paese − che esplorò in lungo e in largo − che decise di fermarsi per il resto dei suoi giorni.
Si sposò con KoizumiSetsu, prese il cognome della moglie e si scelse un nome giapponese, divenendo così Koizumi Yakumo. Si immerse completamente nella cultura del paese e creò una preziosa raccolta di leggende giapponesi.
La citazione è ripresa dalla postfazione di Ombre giapponesi e sono parole di Lafcadio Hearn. Non conosco il teatro giapponese se non molto superficialmente, ma leggendo le storie contenute nel libro di Lafcadio Hearn mi sono venuti in mente i libri di Murakami Haruki e anime come Your Name di Makoto Shinkai e La città incantata di Hayao Miyazaki.
Ombre giapponesi
Lafcadio Hearn
In Ombre giapponesi troverete spiriti che vagano per la terra, folletti maligni, mondi terreni e ultraterreni che comunicano tra loro, mondo dei vivi e dei morti che fanno parte della stessa realtà.
Japonisme, di Erin Niimi Longhurst
La cultura giapponese come esperienza da fare nel corso di un viaggio, questo è in sintesi Japonisme. Se volete sapere le cose più pratiche ed essenziali sul cibo, gli onsen, le case, il tè, la calligrafia, l’ikebana e il gusto giapponese per il wabi-sabi, Japonisme è il libro perfetto per voi. È molto pratico, ricco di belle e spesso utili fotografie, scritto da Erin Niimi Longhurst, nata a Londra da padre inglese e madre giapponese. I vari aspetti della cultura giapponese sono descritti con semplicità e leggerezza e nei vari capitoli trovate anche consigli pratici su cosa fare e acquistare per mettere in pratica le vostre passioni: ad esempio gli strumenti da comprare per dedicarsi all’arte della calligrafia, che cosa non deve mancare in un set per la cerimonia del tè, gustose e semplici ricette di cibo giapponese.
Japonisme
Erin Niimi Longhurst
Da comprare prima di un viaggio in Giappone, prezioso per scrivere una lista di esperienze da fare e cose da comprare.
Giappone. The Passenger, autori vari
La collana “The Passenger. Per esploratori del mondo” di Iperborea ha realizzato un piccolo capolavoro con il suo volume dedicato al Giappone. Tra i libri presenti in questa lista, è quello forse che più immerge nella cultura giapponese contemporanea, ma non solo. Scoprirete così ad esempio la passione che hanno i giapponesi per i gruppi sanguigni, il blues e … il washlet; ma vi avvicinerete anche ad aspetti meno leggeri come la tragedia di Fukushima, la situazione degli Ainu e fenomeni come quello degli “evaporati”, persone o a volte intere famiglie indebitate che scompaiono per sfuggire ai creditori, rifacendosi un’identità e una vita. E poi sarete accompagnati in quartieri di Tokyo meno conosciuti: da Banana Yoshimoto a Shimokitazawa, l’anima alternativa e vintage di Tokyo, e da Brian Phillips a Ryogoku, la cittadella del sumo.
Giappone. The passenger. Per esploratori del mondo
Autori vari
Da leggere e rileggere; con i suoi reportage, contributi di scrittori, belle fotografie, dati e grafici è uno dei miei libri preferiti di questa lista.
Detective Hanshichi. I misteri della città di Edo, di Okamoto Kido
L’autore Okamodo Kido ammette di essersi ispirato a Sherlock Holmes nel creare il personaggio Hanshichi, il detective che indaga sui casi più complessi della città di Edo (Tokyo) verso la fine del periodo Tokugawa (1603-1868). Il Giappone di Hanshichi è nella fase finale dell’epoca feudale (i racconti sono ambientati intorno al 1850-1860) e anche se il paese si sta aprendo all’Occidente è ancora immerso in un’atmosfera feudale: dagli abiti, alle tecnologie fino alle superstizioni. Il magico e il soprannaturale sono spesso evocati nelle indagini di Hanshichi tantei (detective) ed è facile immergersi nelle atmosfere di Tokyo di metà Ottocento. L’autore non si dilunga mai in descrizioni prolisse ma ci accompagna con delicatezza in un’epoca lontana nel tempo.
Detective Hanshichi. I misteri della città di Edo
Okamoto Kido
Ottimo per vivere le atmosfere di fine periodo Edo e conoscere qualcosa del teatro kabuki.
Il libro d’ombra, di Junichiro Tanizaki
Capita raramente che uno scrittore si metta a dare consigli in tema di gusto, arredamento e stile di vita. È questo che fa Junichiro Tanizaki ne Il libro d’ombra, uno scorrevole saggio pubblicato nel 1933 e che ci immerge in un aspetto sottile e poco visibile della cultura giapponese: l’ombra. L’ombra è il filo conduttore in quello che è a tutti gli effetti un piccolo saggio sulla civiltà giapponese, uscito nel periodo in cui nelle case giapponesi iniziavano a entrare oggetti, mobili e stili occidentali. Siamo all’inizio del periodo Showa (1926 – 1989) e il libro è testimone dei grandi cambiamenti culturali che stavano avvenendo nel paese del Sol Levante, che si stava modernizzando e, in parte, occidentalizzando.
È un saggio leggero, scorrevole, in cui Tanizaki vede in maniera critica certi cambiamenti in corso. Dopo un breve capitolo iniziale, parte un vero e proprio attacco ai nuovi bagni all’occidentale, integrati all’interno delle case: il sommo piacere dell’evacuazione mattutina si può avere solo in un gabinetto alla giapponese, in lieve penombra, immerso tra la verde vegetazione e da cui osservare porzioni di cielo. E dopo questo capitolo “colorito” dedicato ai bagni, parte il grande elogio dell’ombra. L’ombra che crea equilibri e spazi nelle case tradizionali, che esalta la bellezza dei servizi da tavola in legno laccato, che dona fascino e infinite sfumature ai cibi tradizionali giapponesi; l’ombra che è legata al gusto dei giapponesi per l’opaco (e il wabi-sabi) contrapposto all’amore occidentale per il lucido.
Il libro d’ombra
Junichiro Tanizaki
Un libro agevole, uno spaccato sul Giappone degli anni ’30 e che fa comprendere come parte del “mistero” del Giappone sia legato al gusto, tutt’ora vivo, per l’ombra
Il maestro di go, di Yasunari Kawabata
In Occidente conosciamo relativamente bene aspetti della cultura giapponese come la cerimonia del tè, l’ikebana o la calligrafia, un po’ perché ripresi dal cinema e dai film di animazione, un po’ perché è più probabile conoscerli nel corso di un viaggio. Ma il gioco del go è ancora un aspetto poco esplorato del paese del Sol Levante. È per certi aspetti simile agli scacchi, prevede l’uso di una tavola da gioco (detta goban, ricorda una scacchiera) e di pedine, di colore nero per un giocatore e bianco per l’altro. Il go ha regole più semplici di quelle degli scacchi, ma i giocatori hanno una scelta di mosse assai più ampia, rendendo il go più complesso. Le partite pertanto possono durare diversi giorni e Yasunari Kawabata ne Il maestro di go racconta quella che è forse la sfida più importante di tutti i tempi. La sfida tra un grande maestro che rappresenta la tradizione del gioco come esperienza estetica e interiore, e un fortissimo giovane avversario concentrato sulla competizione e il risultato.
Il maestro di Go
Yasunari Kawabata
La narrativa è spesso il modo migliore per avvicinarsi ad altre culture e questo libro di Kawabata Yasunari è l’ideale per conoscere un aspetto ancora nascosto della cultura giapponese come il gioco del go.
Note
1 Roland Barthes (2002), L’impero dei segni, Einaudi.↵
2 La maiko è un’apprendista geisha.↵
3 Per approfondire https://it.wikipedia.org/wiki/Memorie_di_una_geisha_(romanzo)#Controversia↵
4 Un gruppo sociale giapponese segregato dalla società perché dedito ad attività considerate “impure”, come la conciatura della pelle e la macellazione degli animali. Per approfondire https://it.wikipedia.org/wiki/Burakumin↵
5 Lafcadio Hearn(2018), Ombre giapponesi (pag. 289), Adelphi.↵
6 Fosco Maraini (2006), Giappone. Mandala (pag. 21), Mondadori Electa.↵