Le stagioni si esprimono con grande intensità in Giappone e il popolo degli alberi ne è protagonista. In primavera ciliegi e susini regalano le fioriture più fotografate del pianeta, in autunno gli aceri palmati si tingono di rosso acceso; rinvigoriti dalle piogge di giugno, questi stessi alberi si colorano di verde intenso in estate, mentre in inverno, perdendo le foglie, creano paesaggi deliziosamente spogli e desolati.
Il clima giapponese non è tra i più clementi e gli alberi, costretti ad adattarsi a queste condizioni, esprimono i cambiamenti stagionali con grande vigore. E la cosa più straordinaria è che non di rado questi cambiamenti sono più percepibili nelle città e nelle aree rurali che nella natura selvaggia. Città e paesi sono ricchi di aree verdi, giardini e viali alberati in cui il popolo giapponese ha scelto di far crescere alberi che esprimono l’alternarsi delle stagioni; nelle aree rurali le piante da frutto e i campi di riso riflettono con forza i cambiamenti delle stagioni giapponesi, mentre i boschi, che coprono quasi il 70% del paese, in molti casi sono costituiti da essenze sempreverdi.
Lo spettacolo delle stagioni giapponesi vede gli alberi protagonisti, ma non sono gli unici attori. In primavera alle fioriture di susini e ciliegi seguono quelle delle azalee, delle peonie e, nel piovoso giugno, delle ortensie. Giugno e buona parte di luglio sono la stagione delle piogge, chiamata tsuyu (梅雨, che significa letteralmente “pioggia delle prugne”); è quella che un osservatore attento del Giappone come Fosco Maraini ha chiamato la quinta stagione[1] e chi ci ha vissuto, non può che concordare con lui, le stagioni in Giappone sono almeno cinque.
Se le città sono legate ai cambiamenti stagionali, le aree rurali giapponesi lo sono ancora di più. Qui le persone sono attente ai mutamenti più delicati come le “piogge primaverili per i cereali”, i “pesci che emergono dal ghiaccio”, il “ritorno delle rondini”. Per questo fino al XIX secolo era in voga in Giappone un calendario delle stagioni formato da 24 periodi, a loro volta suddivisi in 72 micro stagioni della durata di soli cinque giorni che raccontavano i più piccoli cambiamenti della natura, dagli alberi, ai pesci, fino alle gocce di rugiada.
Non sempre sono accoglienti, ma le stagioni giapponesi sono ricche di poesia e piccole storie quotidiane, splendidamente espresse negli haiku. In più, da nord a sud (e non solo) le stagioni cambiano notevolmente. Per prepararvi a un viaggio e scegliere quando andare in Giappone, conoscere le stagioni di questo paese vi renderà più consapevoli della scelta e, forse, arricchirà il vostro viaggio.
Le quattro stagioni in Giappone
È vero, fino a un paio di secoli fa in Giappone era diffuso un calendario delle stagioni suddiviso in 24 periodi e 72 micro stagioni. Ma come ogni paese posto alle latitudini temperate, il paese del Sol Levante sperimenta il susseguirsi di quattro stagioni principali.
Le quattro stagioni nella cultura giapponese
Primavera, estate, autunno e inverno sono chiaramente divisi e fortemente caratterizzati in Giappone. E dal canto loro, la cultura e l’arte del paese hanno risposto con grande sensibilità al mutare delle stagioni. La cucina giapponese − washoku, diventata patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO − con il suo cibo stagionale, ne è un esempio. Altri esempi sono la poesia giapponese classica (waka, composta da cinque versi di 5-7-5-7-7 sillabe), gli haiku (tre versi, che seguono lo schema 5-7-5) e l’antologia di poesia nota come Kokin Wakashū, che nel 905 iniziò la tradizione di aprire le raccolte poetiche con il tema delle quattro stagioni.
La prima rappresentazione sistematica della natura e delle quattro stagioni in poesia avvenne già intorno alla metà dell’VIII secolo, nei libri otto e dieci del Man’yōshū (万葉集, Raccolta di diecimila foglie)[2], la più antica collezione di poesie di waka in giapponese giunta fino a noi[3]. La rappresentazione delle quattro stagioni viene poi ulteriormente raffinata nel già citato Kokin wakashū (古今和歌集, abbreviato Kokinshū, 古今集, Raccolta di poesie giapponesi antiche e moderne), risalente ai primi anni del X secolo.
È nel Kokin wakashū che viene codificata la tradizione di dividere le stagioni in tre fasi distinte – inizio, metà, fine − che ne rappresentano il progredire. Nel caso della primavera, ad esempio, si inizia con la fioritura dei susini, si raggiunge il picco con quella dei ciliegi, per arrivare infine a quelle della rosa del Giappone (山吹, yamabuki) e del glicine (藤, fuji). I susini fioriscono già nel mese di febbraio e in effetti secondo la tradizione giapponese la primavera inizia a febbraio.
Stagione | Date calendario attuale | |
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Primavera | Inizio | 4 febbraio – 5 marzo |
Metà | 6 marzo – 4 aprile | |
Fine | 5 aprile – 5 maggio | |
Estate | Inizio | 6 maggio – 5 giugno |
Metà | 6 giugno – 6 luglio | |
Fine | 7 luglio – 7 agosto | |
Autunno | Inizio | 8 agosto – 7 settembre |
Metà | 8 settembre – 7 ottobre | |
Fine | 8 ottobre – 6 novembre | |
Inverno | Inizio | 7 novembre – 6 dicembre |
Metà | 7 dicembre – 4 gennaio | |
Fine | 5 gennaio – 3 febbraio |
Nel calendario tradizionale giapponese, così come in quelli di altri paesi dell’Asia orientale, gli equinozi (20 marzo e 22 settembre circa) e i solstizi (21 giugno e 21 dicembre circa) corrispondono alla parte centrale della rispettiva stagione. E così come nei nostri calendari possono variare le date di solstizi ed equinozi, anche le date di inizio delle stagioni tradizionali giapponesi sono soggette a cambiamenti. Ad esempio, secondo il calendario tradizionale delle stagioni, nel 2021 la primavera giapponese inizierà il 3 febbraio[4].
Nel Kokin wakashū emerge anche la predilezione giapponese per la primavera e l’autunno: a ciascuna di queste stagioni sono dedicati due libri della raccolta e rispettivamente 134 e 145 poesie; un solo libro a stagione invece per estate e inverno, con raccolte 34 e 29 poesie, nonostante l’estate sia la stagione più lunga in molte aree del Giappone. Non solo Fosco Maraini, ma anche alcuni climatologi ritengono che quella che in Giappone viene chiamata estate, siano in realtà due stagioni distinte: tsuyu (梅雨), la stagione piovosa del monsone, e tsuyu-ake (梅雨明け), l’estate post-monsonica, senza piogge. La lunga e afosa estate nipponica non ispirò moltissimo i poeti di oltre mille anni fa e, tra le 34 poesie a tema estivo del Kokin wakashū, la maggior parte è dedicata alle notti estive.
Una volta cantate in poesia, le quattro stagioni giapponesi hanno ispirato la pittura, l’arte, l’arredamento e naturalmente l’abbigliamento, soprattutto quello femminile.
Le stagioni in giapponese
Alle stagioni sono state dedicate poesie da oltre mille anni e naturalmente hanno ideogrammi (kanji) che le rappresentano. Ecco come si scrivono e si pronunciano le stagioni in giapponese:
Stagione | Kanji | Hiragana | Pronuncia (romaji) |
Primavera | 春 | はる | haru |
Estate | 夏 | なつ | natsu |
Autunno | 秋 | あき | aki |
Inverno | 冬 | ふゆ | fuyu |
Le stagioni migliori: quando andare in Giappone
Si fa presto a dire Giappone. Come si vede dalla mappa qui sotto, il clima del paese varia sensibilmente da nord a sud, ma anche da est a ovest. La parte centrale delle quattro isole principali è inoltre occupata da catene montuose, che hanno naturalmente un clima più fresco.
Nonostante questo, le stagioni giapponesi possono essere descritte a grandi linee, facendo dove possibile gli opportuni distinguo.
Inverno
Parto dall’inverno perché, a mio avviso, è la stagione migliore per visitare il Giappone. Se il freddo non vi spaventa, in questa stagione troverete con ogni probabilità giornate bellissime – dicembre, gennaio e febbraio sono i mesi più secchi nella maggior parte del paese. Gennaio e febbraio sono piacevolmente tranquilli, è bassa stagione turistica, non ci sono file ai musei, ai templi, ai ristoranti. Voli e hotel sono più economici e questo dà un’ampia libertà di pianificare il viaggio, ma anche di cambiarlo strada facendo, sul posto: Tokyo, Kyoto e week end a parte, in questo periodo hotel, ostelli e guest house sono semivuoti e non di rado è possibile prenotare con pochi giorni di anticipo. Questa libertà non ce l’avrete in altri periodi dell’anno.
Il freddo può essere pungente, specialmente lungo la costa del Mar del Giappone o in città più lontane dal mare come Kyoto, ma questo rende ancora più piacevoli e gustosi piatti fumanti come il ramen, lo shabu shabu o il chanko, il cibo dei lottatori di Sumo da provare assolutamente a Ryogoku, il quartiere del sumo di Tokyo. I paesaggi in questo periodo sono più spogli e meno colorati che in primavera e in autunno, non è il massimo per la fotografia; ma a Kyoto ad esempio potreste essere sorpresi da una nevicata e se questo non vi spaventa la città cambierà letteralmente volto.
Le cittadine turistiche situate lungo la costa del Mar del Giappone, più fredda in inverno, sono più soggette a nevicate e lo spettacolo è affascinante. I quartieri storici di Kanazawa imbiancati e la cittadina termale di Kinosaki sotto la neve vi faranno letteralmente innamorare e non c’è momento migliore all’anno per rilassarsi negli onsen.
Per chi ama la neve, questo è il periodo degli sport invernali come sci e snowboard, ma anche per visitare luoghi unici come i mostri dei monti Zaō.
Consigli per visitare il Giappone in inverno
Se volete evitare il “grande freddo”, concentratevi sulle città lungo la costa pacifica, da Tokyo procedendo verso sud ovest. In queste aree le temperature sono decisamente più clementi, il freddo è tendenzialmente secco, “pulito”; le città non sono inquinate come le nostre e questo rende il tutto più piacevole.
L’inverno, gennaio e febbraio in particolar modo, sono un buon momento per visitare il Giappone meridionale e occidentale. Procedendo da Osaka lungo la costa pacifica e verso sud ovest, potreste visitare Hiroshima, Okayama, lo Shikoku, il vortice di Naruto e poi proseguire verso il Kyushu: Fukuoka, Nagasaki, Sasebo e Kujukushima, Kumamoto e il monte Aso, Kagoshima e Sakurajima, Beppu e i suoi onsen. Dipende dal tempo che avete a disposizione, ho visitato questi luoghi in inverno e penso che non ci sia stagione migliore. Il Kyushu anche a gennaio / febbraio ha un clima veramente piacevole, il sole è alto e tinge la pelle; i turisti occidentali sono rari da queste parti, potete trovare ryokan e guest house tutte per voi e vivere a pieno l’accoglienza dei giapponesi del Kyushu.
Primavera
La primavera è annunciata dalla fioritura dei susini e raggiunge il suo culmine con la fioritura dei ciliegi, cui è dedicato un apposito servizio di previsione, in modo da sapere, località per località, qual è il periodo migliore per l’hanami (l’osservazione dei fiori di ciliegio, sakura). Le prime previsioni vengono elaborate a gennaio o addirittura a dicembre, basandosi su come le temperature invernali hanno influenzato gli alberi di ciliegio.
La primavera è probabilmente il periodo più bello per visitare il paese; città, piccoli centri e campagne sono in piena fioritura, ovunque si trovano parchi, viali, laghi, fiumi e canali circondati da alberi da frutto curatissimi, affascinanti, colorati. È un vero spettacolo che attira turisti sia interni che dal resto del mondo. Se c’è un aspetto negativo di questo periodo, è che parchi, templi, santuari e altri luoghi turistici possono essere affollati; per lo stesso motivo, hotel e guest house fanno registrare il sold out con ampio anticipo e i prezzi sono più elevati.
Consigli per visitare il Giappone in primavera
Se volete visitare le città principali del paese in primavera, è probabile che troverete prezzi più elevati e molti hotel che hanno fatto registrare il sold out. Questa è una buona opportunità per scoprire il Giappone meno conosciuto, ad esempio le località nei dintorni di Tokyo che abbiamo descritto in Terra Incognita. Un buon punto di partenza potrebbe essere la cittadina di Hannō (飯能市, Hannō-shi), nella prefettura di Saitama. È a circa un’ora di treno da Tokyo (Shinjuku) ed è anche un buon punto di partenza per esplorare deliziose cittadine come Kawagoe (la piccola Edo) e Chichibu, ma anche i musei del bonsai e del treno di Omiya.
Se invece siete diretti più a sud-ovest, una bella città da visitare è Okayama. Fuori dalle grandi rotte turistiche, può vantare uno dei tre grandi giardini del Giappone (il Koraku-en), il romantico quartiere storico di Bikan (Kurashiki) e, nei dintorni, le piccole isola di Shodoshima, Naoshima e lo Shikoku.
Tutti questi consigli non valgono per la Golden Week che, a seconda dell’anno, ricade più o meno tra il 29 aprile e il 5 maggio. È il periodo di vacanza più lungo per molti lavoratori giapponesi ed è il picco della stagione turistica primaverile.
Estate
L’estate giapponese è lontana parente di quella italiana. Da noi è la bella stagione, in Giappone è quella più difficile. Si inizia a giugno con il monsone caldo umido di origine tropicale, che dà il via allo tsuyu, la stagione delle piogge che dura fino a metà di luglio circa. In questo periodo le giornate sono grigie, piovose e molto umide. Finito lo tsuyu, arrivano giornate soleggiate, caldissime e umide, che mettono a dura prova il nostro organismo abituato alle estati mediterranee. E in più l’estate porta con sé i tifoni, che in teoria possono verificarsi da giugno a ottobre, ma di solito avvengono tra agosto, settembre e l’inizio di ottobre.
Eppure anche questa stagione ha il suo fascino. Durante il monsone, i boschi sono al massimo dello splendore; nelle giornate grigie e nebbiose le montagne avvolte dalla nebbia nascondono e mostrano porzioni di foresta. Nelle campagne l’acqua delle risaie è limpida e crea bellissimi riflessi e anche le città sono diverse; soprattutto la notte, con le luci delle insegne e delle auto che si riflettono sulla pioggia e sulle strade bagnate. Lo tsuyu è la stagione più misteriosa e forse la più adatta alla fotografia.
L’estate è poi la stagione dei matsuri, i festival giapponesi[5]. Un po’ ovunque, anche nelle piccole città, o singoli quartieri, si trovano natsu matsuri (festival estivi) spesso organizzati intorno a un santuario scintoista, che in occasione del festival si circonda di bancarelle e cibo di strada. In occasione degli stessi festival si organizzano i fuochi di artificio (hanabi) ai quali, nonostante il caldo, in molti seguono la tradizione di recarvisi in yukata (una sorta di kimono estivo). E in occasione del festival di Obon, la sera vengono organizzate danze, note come Bon-Odori.
L’estate è una stagione squisitamente giapponese.
Consigli per visitare il Giappone in estate
L’estate è la stagione climaticamente più dura, ma non scoraggiatevi. Se non avete una meta precisa, potrebbe essere l’occasione buona per visitare l’Hokkaido. Mentre il resto del Giappone subisce l’umidità e il grigiore del monsone, giugno è per Sapporo (capoluogo dell’Hokkaido) il mese più secco dell’anno e le temperature oscillano in media tra una minima di 13 gradi e una massima di 22. Non c’è insomma periodo migliore per visitare questa parte del Giappone.
Questo non esclude una visita a Tokyo, che tutto sommato è tranquillamente visitabile anche in questo periodo. Per spostarvi nella città userete probabilmente treni e metropolitana, tutti dotati di aria condizionata; locali, ristoranti, konbini (convenience store), musei, negozi, biblioteche: ogni luogo è rigorosamente climatizzato, per cui ovunque e in qualsiasi momento potete trovare sollievo dall’afa. E anche in campagna e nei luoghi più sperduti si trovano i distributori automatici con bevande fredde, per cui è quasi impossibile rimanere senza liquidi. Bevete in abbondanza e senza preoccupazioni, il paese è ricco di bagni pubblici gratuiti e puliti.
Da Tokyo è poi facile raggiungere località fresche anche in estate come Matsumoto, Nagano e Suwa, famosa, almeno tra i giapponesi, per i suoi bellissimi e misteriosi santuari shintoisti.
Autunno
L’autunno, insieme alla primavera, è la stagione che più ha ispirato i poeti del passato e che tutt’ora muove gli animi dei moderni viaggiatori. I colori autunnali del momiji, l’acero giapponese, sono un vero spettacolo, che peraltro dura più a lungo delle effimere fioriture dei ciliegi. Parchi e giardini mettono in mostra nuovi colori, templi e santuari si tingono di sfumature rosse e dorate e ovunque ci si imbatte in appassionati di momijigari, la “caccia alle foglie d’autunno”.
L’estate giapponese è lunghissima e l’autunno vero e proprio, specialmente nelle città situate lungo la costa pacifica, inizia intorno alla metà di ottobre. Finita la stagione dei tifoni, le foglie degli aceri iniziano a cambiare colore. Si inizia da poche foglie color giallo arancio, mescolate alle numerose foglie verdi, per arrivare a colori sempre più intensi fino al picco, con alberi interamente ricoperti di foglie rosse.
Consigli per visitare il Giappone in autunno
Il momento del picco del foliage d’autunno varia nelle diverse aree del Giappone: in Hokkaido si può verificare già a inizio ottobre, a Kyoto nella seconda metà di novembre, a Tokyo anche nella prima settimana di dicembre. Come per la fioritura dei ciliegi, per il momijigari esistono appositi servizi di previsione.
L’autunno è forse la stagione migliore per visitare il Kansai, la regione del Giappone in cui si trovano Kyoto, Osaka, Kobe, Nara, Himeji, il santuario di Ise e il Koyasan. Non è la stagione meno turistica, ma potete sfruttare i voli diretti al Kansai International Airport, di solito più economici di quelli con destinazione Tokyo.
Nella maggior parte del Kansai novembre è uno dei periodi più asciutti dell’anno e il foliage raggiunge il suo picco. Le temperature sono ancora relativamente miti e potete dedicarvi a un turismo attento, concentrato in una piccola e ricchissima area, una delle più belle del Giappone.
Note
1 Fosco Maraini (2006), Giappone. Mandala (pag. 18), Mondadori Electa. Lo abbiamo recensito nella nostra guida dedicata ai libri sulla cultura giapponese.↵
2 Haruo Shirane (2012), Japan and the Culture of the Four Seasons. Nature, Literature and the Arts, consultabile online: https://edizionicafoscari.unive.it/media/pdf/books/978-88-6969-172-0/978-88-6969-172-0-ch-01_PqLMj8C.pdf↵
3 Per approfondire: https://it.wikipedia.org/wiki/Man%27y%C5%8Dsh%C5%AB↵
4 Fonte: https://ja.wikipedia.org/wiki/%E7%AB%8B%E6%98%A5↵
5 L’estate non è l’unica stagione dedicata ai matsuri, ma è comunque quella in cui sono più frequenti.↵