È fin troppo facile illudersi di conoscere un paese vasto e complesso come gli Stati Uniti. D’altra parte siamo un po’ tutti consumatori di film hollywoodiani e serie tv made in USA, che spesso però ci fanno conoscere solo una parte del paese. Leggendo romanzi e libri sull’America possiamo scavare sotto la superficie e avere nuove prospettive sulla complessità dello stato a stelle e strisce.
Si fa presto infatti a dire Stati Uniti. Se New York è la prima città che viene in mente, è la California lo stato più famoso, ricco, high-tech … e dal futuro incerto, come ci spiega Francesco Costa in California. Il Texas viene invece magistralmente raccontato da Philipp Meyer nel romanzo Il figlio, saga dal sapore epico della famiglia McCollough, riuscita in più generazioni a costruirsi una fortuna. Una famiglia bianca naturalmente, i cui successi cozzano con le vicende degli afroamericani narrate da Colson Whitehead ne I ragazzi della Nickel, che ci ricordano uno dei tanti angoli bui della storia americana.
Se i bianchi sono stati e sono tuttora considerati una porzione privilegiata della popolazione americana, c’è una parte del Midwest in cui è proprio la comunità bianca a essere in sofferenza: tra Appalachi e Rust Belt sono ambientati Demon Copperhead ed Elegia americana, mostrandoci le difficoltà di intere regioni depresse dalla deindustrializzazione. Ci sarebbe poi da riflettere sull’imperialismo americano – e in questo ci aiuta L’impero nascosto di Daniel Immerwahr – e sulla crisi dello stesso presunto impero, a partire dalla Dedollarizzazione ben spiegata da Giacomo Gabellini.
E adesso, spazio alla recensione di 10 libri sull’America per capire gli Stati Uniti, tutti letti da noi di Terra Incognita.
California. La fine del sogno, di Francesco Costa
Parto con questo saggio perché come pochi altri ci trasporta negli Stati Uniti di oggi. D’altronde, come spiega Francesco Costa, la California anticipa le tendenze: è lo stato che più di ogni altro ci rivela quello che succede e succederà negli Stati Uniti.
La terra promessa del sogno americano dove tutti migravano in cerca di fortuna – come Tom Joad e la sua famiglia in Furore – è diventato un luogo da cui si scappa per trasferirsi altrove. La gentrificazione, le discriminazioni razziali e di classe, una classe politca che è passata dal progressismo a un radicalismo politico infantile sono problemi sempre più soffocanti per chi vive nelle città, mentre le attività agricole sono messe a dura prova dal deterioramento climatico. Ed è così che il Texas – ma non solo – diventa la nuova frontiera dei californiani che cercano un posto migliore in cui vivere.
California. La fine del sogno è un testo agevole, ben documentato e che consiglio per l’equilibrio con cui tratta temi che, in quanto tali, si possono prestare a strumentalizzazioni politiche.
California. La fine del sogno
Francesco Costa

American Tabloid, di James Ellroy
Howard Hughes, Jimmy Hoffa, i Kennedy, J. Edgar Hoover, la CIA, l’FBI e la Cuba di Castro: American Tabloid racconta gli intrighi e le relazioni nascoste tra queste istituzioni e personaggi iconici. Il risultato è un romanzo storico che ci proietta in quattro anni cruciali della storia americana: la fine della presidenza Eisenhower, l’ingresso al potere di Jack e Bob Kennedy, il rovesciamento del dittatore cubano Fulgencio Batista da parte di Fidel Castro e naturalmente l’uccisione di John F. Kennedy.
La narrazione si muove agilmente tra personaggi reali e inventati, con la finzione che riallaccia le fila di una storia ben documentata. Scrittura cruda e personaggi spietati come i fatti che racconta, rendono American Tabloid una lettura ideale per immergersi in anni tumultuosi della storia statunitense e immaginare i retroscena che hanno plasmato la nazione. A chi piace immaginare o sperare in un corso alternativo della storia, consiglio 22/11/’63 di Stephen King.
American Tabloid
James Ellroy

Demon Copperhead, di Barbara Kingsolver
Demon Copperhead potrebbe stare benissimo in una lista dei romanzi più belli degli ultimi anni. Ci si affeziona al giovane Demon, si seguono le sue vicende e si fa il tifo per lui nelle sue (frequenti) difficoltà. È un romanzo che vale la pena di leggere per la sola trama, ma è ghiotta l’occasione per scrutare bene il mondo in cui si muovono i personaggi. Partendo dai luoghi e dai suoi abitanti: la Lee County, nel sud degli Appalachi, tra hillbilly, redneck e cittadine del Midwest depresse in seguito alla delocalizzazione all’estero delle industrie.
Demon si muove in contesti di povertà, abbandono scolastico e una vera e propria epidemia di ossicodone che fa arricchire medici e case farmaceutiche. Seguendo lo storytelling magistrale di Barbara Kingsolver ci avventuriamo nella vita di un personaggio che rimane nel cuore e in uno spicchio d’America trascurato dalle grandi narrazioni. Un romanzo che è valso all’autrice il premio Pulitzer per la narrativa 2023.
Demon Copperhead
Barbara Kingsolver

Elegia americana, di J.D. Vance
Quando ho comprato questo libro non sapevo chi fosse l’autore. Dopo aver letto Demon Copperhead, mi sono fiondato su libri e romanzi ambientati nel Midwest americano, negli Appalachi e nella cosiddetta Rust Belt. Tra questi, il lavoro di J.D. Vance probabilmente non è il più bello, ma è senza dubbio il più coraggioso. Non solo perché Elegia americana è un’autobiografia, ma perché l’autore non si risparmia a raccontarsi. Ha coraggio a raccontare i momenti più bui della sua vita, ma non nasconde i successi, i traguardi raggiunti e persino i pensieri più crudi.
Oltre alla vita di J. D. Vance, in Elegia americana ci sono le vite e le difficoltà delle famiglie che vivono nella cintura della ruggine, e il declino di intere cittadine. La lettura è piacevole e non mancano dati, riferimenti a studi e riflessioni che, in un contesto autobiografico, ci aiutano a capire meglio questa parte d’America.
Elegia americana
J.D. Vance

L’impero nascosto. Breve storia dei grandi Stati Uniti d’America, di Daniel Immerwahr
L’impero nascosto è uno di quei libri che fanno cambiare prospettiva su cose che diamo per scontate, a partire dalla mappa degli Stati Uniti. Quella che conosciamo tutti e che ci viene magari presentata per mostrare i risultati delle elezioni USA, va dalla costa Est a quella Ovest. Spesso si dimentica di mostrare lo stato più esteso, l’Alaska, per non parlare delle Hawaii e dei cosiddetti territori non incorporati (che non votano alle presidenziali USA), come Porto Rico, Guam e le isole Vergini americane.
Quello americano viene a volte definito come un impero “puntillista”, di stampo marittimo, improntato a controllare isole, basi militari (circa ottocento) e rotte marittime – e, con guerre e interventi militari, anche territori di altri stati. Con la loro tradizione repubblicana, gli Stati Uniti hanno però tentato di nascondere la loro postura imperialista. Se non per un brevissimo periodo, gran parte di questa storia imperialista si è svolta dietro le quinte, in un continuo ribilanciamento con gli ideali repubblicani e il suprematismo bianco. L’impero nascosto esplora queste tensioni radicate nella storia americana, ripercorrendone la storia attraverso le relazioni con i nuovi territori: da quelli sottratti ai nativi americani, alle Filippine e ai territori non incorporati, fino ad arrivare all’attuale impero puntillista di Baselandia.
L’impero nascosto. Breve storia dei grandi Stati Uniti d’America
Daniel Immerwahr

Dedollarizzazione. Il declino della supremazia monetaria americana, di Giacomo Gabellini
Vi presento Dedollarizzazione. Il declino della supremazia monetaria americana con grande piacere. Giacomo Gabellini è un saggista e analista di economia e geopolitica con diverse pubblicazioni all’attivo, tra cui Dottrina Monroe. L’egemonia statunitense sull’ emisfero occidentale e Krisis: Genesi, formazione e sgretolamento dell’ordine economico statunitense, dedicati entrambi allo stato a stelle e strisce. Oltre ad essere un suo lettore, seguo il canale YoutTube Il Contesto in cui Gabellini approfondisce, tramite l’aiuto di esperti, questioni geopolitiche ed economiche di attualità. È per me una risorsa di approfondimento preziosissima e indipendente.
Venendo al libro, Dedollarizzazione ripercorre la storia del declino del dollaro, uno degli strumenti chiave dell’impero (nascosto, ma nemmeno tanto) americano per affermare e perpetuare il suo dominio. Un dollaro messo in crisi dalle stesse politiche statunitensi almeno a partire dagli anni ‘80 e dalla New Economy, ma che hanno comunque continuato a consentire agli Stati Uniti di accumulare deficit scaricando i propri squilibri interni sugli altri paesi. I nodi stanno venendo però al pettine e la guerra in Ucraina è stata da questo punto di vista un potente acceleratore. Nel frattempo, paesi come la Russia e la Cina stanno promuovendo la dedollarizzazione attraverso accordi bilaterali e sistemi di pagamento alternativi. Con vantaggi economici e, naturalmente, conseguenze geopolitiche che vanno a ridurre l’egemonia statunitense. Un libro ricco e documentatissimo, da leggere e soprattutto studiare per capire meglio l’America e il mondo di oggi.
Dedollarizzazione. Il declino della supremazia monetaria americana
Giacomo Gabellini

Il figlio, di Philipp Meyer
Se California, di Francesco Costa, è il saggio sul più ricco e popoloso stato americano, Il figlio è il romanzo sul numero due, il Texas: il suo PIL è secondo solo a quello della California, e in quanto a estensione è superato solo dall’Alaska. Questi dati non compaiono ne Il figlio, che è invece una storia che si spalma su più generazioni di una famiglia texana, i McCullough. La narrazione non lineare delinea con forza i cambiamenti che avvengono in questo stato chiave degli Stati Uniti, un tempo popolato dai nativi per poi essere invaso dagli allevatori – prima messicani, poi americani – e passare infine nelle mani dei petrolieri.
Fra i personaggi spicca Eli, quasi due secoli fa rapito ancora piccolo dai Comanche e vissuto con loro molti anni fino a ritornare, quasi adulto, nel mondo dei bianchi. Alla voce di Eli, cruda, coraggiosa e spietata, si affiancano quella più debole e idealista del figlio Peter, e quella più moderna della pronipote Jeanne, con piedi e testa nel ventesimo secolo. Nella lettura, attraverso le vicende dei personaggi, si vivono le trasformazioni del Texas, le sue vicende storiche e in qualche caso anche quelle americane, che entrano, anche come semplici riferimenti, nella trama.
Il figlio
Philipp Meyer

Furore, di John Steinbeck
Leggi “Grande depressione” e il pensiero vola a Wall Street, crisi di borse, banche e industrie. Furore ci ricorda invece le condizioni delle famiglie contadine statunitensi, costrette ad abbandonare le loro terre per cercare fortuna altrove. Un destino che è toccato anche ai Joad raccontati da Steinbeck, un’intera famiglia dell’Oklahoma che spera di rifarsi una vita emigrando in California passando per la Route 66. Come se non bastasse la grande depressione, negli anni ‘30 del Novecento gli Stati Uniti furono colpiti da una serie di tempeste di sabbia che sommersero terre e raccolti: agli agricoltori, ridotti in miseria, non restò che vendere le loro terre ai grandi capitali, che sostituirono le famiglie contadine con i trattori.
Furore è un grande romanzo dalla dimensione epica che dà vita a personaggi memorabili, senza rinunciare a mettere in luce le disparità economiche, le lotte sociali e la disumanizzazione del capitalismo sfrenato, che approfitta delle difficoltà di intere famiglie per arricchirsi senza scrupoli.
Furore
John Steinbeck

I ragazzi della Nickel, di Colson Whitehead
Dopo Demon Copperhead di Barbara Kingsolver, vi presento un altro premio Pulitzer (2020) che ci connette agli Stati Uniti degli afroamericani. L’autore de I ragazzi della Nickel è Colson Whitehead, che di premi letterari se ne intende: suo anche il Pulitzer per la narrativa del 2017 con La ferrovia sotterranea.
I ragazzi della Nickel si ispira alla storia vera della Dozier School for Boys, un riformatorio della Florida noto per le atrocità commesse. Il romanzo è infatti ambientato nella Florida degli anni ‘60, dove vive il giovane afroamericano Elwood Curtis; idealista e ispirato dai discorsi di Martin Luther King Jr., a causa di un’ingiustizia viene mandato alla Nickel Academy. Questa si rivela un sistema ingiusto e crudele, specialmente nei confronti dei ragazzi di colore.
I ragazzi della Nickel è un romanzo duro e spietato, che ci aiuta a capire il razzisimo istituzionalizzato che imperversava negli Stati Uniti degli anni ‘60.
I ragazzi della Nickel
Colson Whitehead

Pensare come una montagna, di Aldo Leopold
Chiudo questa lista aprendo una finestra su un’America diversa, quella degli spazi aperti e del legame con la natura. L’America che ha generato pensatori come Thoreau e John Muir che, come lo stesso Leopold, hanno dato vita al pensiero ecologista negli Stati Uniti. Un pensiero che ha influenzato politiche di conservazione della natura, scienziati, pensatori e nature writers – come Barry Lopez – e naturalmente il dibattito pubblico attuale.
Pensare come una montagna dà voce a un uomo che ha un legame profondo e diretto con la natura. Aldo Leopold è immerso tra gli esseri viventi e sembra far parte della stessa comunità biotica, senza i filtri che potremmo avere oggi fatti di demagogie verdi o, all’opposto, di tesi negazioniste o ultraconservatrici. La sua scrittura è concreta e poetica, le osservazioni precise e le sue riflessioni fanno vibrare l’animo. L’America più dimenticata è forse questa, quella dei grandi spazi naturali che, ancora più degli esseri umani, hanno bisogno di una voce che li rappresenti.
Pensare come una montagna
Aldo Leopold
