Pochi minuti fa un cartello indicava meno di un chilometro a Tsumago. Lungo l’antica via del Nakasendo iniziano a spuntare casette giapponesi in stile medievale. Il sole è alto e splendido, i peschi sono in fiore e la valle del Kiso è un giardino selvaggio e sereno.
Sono in aperta campagna. Orti che preparano le prossime primizie circondano le abitazioni e nel silenzio si avverte lo scorrere del fiume ingrossato dalle piogge dei giorni passati. Il maltempo è alle spalle e le montagne verdeggianti formano una piacevole cornice in quest’ampia vallata. Si respira dolcezza e Tsumago è sempre più vicina.
Mi fermo a fotografare uno scorcio pittoresco, poi è la volta di una casa che si affaccia su un piccolo canale. Sembra uscita da un quadro di Peder Mørk Mønsted, che pur avendo viaggiato a lungo, dubito abbia mai messo piedi in Giappone. Ancora pochi passi, un paio di curve e una discesa: davanti a miei occhi si apre Tsumago, uno dei gioelli meglio conservati lungo il cammino del Nakasendo.

Breve storia di Tsumago, la città postale 42 del Nakasendo
Osservando dall’alto della discesa, Tsumago appare ancora oggi come un luogo isolato tra le montagne giapponesi. Il villaggio era una delle 69 stazioni o città postali del Nakasendo, una delle due strade che, nel periodo Tokugawa (1603-1868), collegavano la capitale Edo (l’odierna Tokyo) a Kyoto. Mentre l’altra via, il Tokaido, costeggiava l’Oceano Pacifico, il Nakasendo passava tra le montagne centrali del Giappone. Gli ideogrammi che formano il suo nome, 中山道 – Nakasendo, significano letteralmente “strada tra le montagne”, o “strada centrale di montagna”.
Lungo questa via sorgevano 69 “stazioni” o “città postali” (juku), luoghi di sosta per i viaggiatori. Partendo da Edo, Tsumago-juku era la numero 42 e, insieme ad altri villaggi come Magome e Narai, sorgeva e prosperava nei pressi o lungo la valle del fiume Kiso. Questo tratto del cammino era noto anche come Kiso Kaidō, che nel tempo divenne sinonimo di Nakasendo: entrambi i nomi venivano usati per indicare l’intero percorso tra Edo e Kyoto.

Il declino e la rinascita
La fine del periodo Edo segnò l’inizio della modernizzazione del Giappone, la costruzione di ferrovie e l’apertura di nuove strade. Viaggiatori e merci non prendevano più la via del Nakasendo e Tsumago rimase tagliata fuori dalle nuove rotte.
Il declino del villaggio durò per decenni, finché negli anni ‘50 del periodo Showa (1926 – 1989) non fu riscoperta l’importanza di questa antica città postale. Prese vita qui uno dei primi movimenti di valorizzazione degli antichi villaggi giapponesi e gli abitanti di Tsumago fecero proprio il motto di “non vendere, affittare o demolire le case”. Riuscirono così a preservare con successo questo antico villaggio, scegliendolo come luogo in cui viverci.
Cosa vedere a Tsumago
Entrando nel villaggio, si respira l’atmosfera di un luogo in cui le persone vivono. Non è un parco ricostruito per dare l’impressione di trovarsi nel Giappone feudale, né un museo archeologico a cielo aperto.
A Tsumago le persone ci abitano e lavorano. Il villaggio prospera per lo più grazie al turismo, recuperando in parte la sua antica funzione. Anche in passato qui si fermavano viaggiatori, e se i turisti di oggi arrivano qui per lo più durante il giorno per scattare qualche foto, pranzare e tornarsene a casa, c’è chi sceglie di passare la notte in un minshuku o in un ryokan, le antiche locande tradizionali. Vale la pena fermarsi qui per assaporare l’atmosfera notturna circondati dal silenzio delle montagne, e rivivere la sua antica funzione di luogo di sosta. E poter così esplorare il villaggio in tutta calma e visitarne i vari luoghi di interesse.

1. La via centrale
Come in molte altre stazioni del Nakasendo, l’attrazione principale è la via centrale. Le città postali erano luoghi di sosta e di passaggio e per questo le abitazioni, i negozi, le locande si affacciavano lungo al via principale. Ancora oggi, basta prendere una traversa per trovarsi, nel giro di pochi passi, alla fine del paese o lungo il viottolo che costeggia il fiume Araragi.
Alcuni vecchi edifici sono oggi adibiti a ryokan, altri ospitano negozi di prodotti locali e artigianato. Ci sono anche caffè e kissaten dove fermarsi per un tè e un dolce giapponese, e naturalmente ristoranti dove si può trovare un po’ di tutto, inclusi fantastici soba noodle e il saké locale.
Percorrendo la via centrale, non è difficile immaginare come fosse il villaggio nell’era dei samurai. Ma per una immersione più totale, bisogna svoltare nella Masugata.

2. Masugata
Passeggiando da nord verso sud, a un certo punto si trova sulla destra una vicolo in discesa lastricato in pietra. Abbandonare l’asfalto e scendere verso il basso è un tuffo indietro nel tempo, in un’epoca in cui Tsumago-juku doveva difendersi dai nemici. Un’insegna ci rivela che stiamo entrando nella Masugata, un escamotage architettonico che aveva uno scopo difensivo.
In pratica in questo punto la strada e il villaggio, anziché continuare più o meno in linea retta, sterzavano bruscamente a destra. Questo impediva ad eventuali assalitori di avere una visuale completa del villaggio e consentiva alle forze di difesa di radunarsi per sferrare un attacco a sorpresa. La Masugata era insomma una trappola per i nemici, un trucco difensivo utilizzato anche nell’architettura dei castelli giapponesi.
Dal punto di vista storico, è uno dei luoghi più interessanti di Tsumago e tra i più belli da percorrere.
3. Terashita no machinami
Uscendo dalla Masugata, da nord verso sud, si entra nella parte del villaggio nota come Tersashita no machinami, letteralmente “la strada sotto il tempio”. Conosciuta più semplicemente come Terashita, questa è la zona della città in cui è iniziato il movimento di recupero, restauro e valorizzazione di Tsumago. È qui insomma che tutto è cominciato, ed è qui che le persone hanno deciso di conservare il villaggio vivendoci la loro vita.
Da Terashita, il cammino da nord verso sud può continuare verso Magome. Ma forse è troppo presto per lasciare Tsumago: ci sono altri luoghi da visitare.

4. Honjin
Il Naksendo era una via di transito per mercanti, monaci, viaggiatori, ma anche per signori feudali, nobili e funzionari di alto rango. A questi ultimi erano riservate le locande più sontuose, gli Honjin, che fornivano anche servizi di supporto, come la fornitura di cavalli e forza lavoro.
L’honjin di Tsumago venne purtroppo abbattuto durante il periodo Meiji, ma è stato ricostruito nel 1995 seguendo le illustrazioni del periodo Edo che appartenevano alla famiglia Shimazaki, prorietaria dell’honjin. L’ultimo titolare dell’honjin è stato il fratello dello scrittore Toson Shimazaki.
Orario: 9-17
Biglietto: 300 yen (150 per i bambini)
5. Waki-Honjin Okuya
Se l’honjin era riservato a nobili e funzionari di alto rango, i ricchi mercanti e i funzionari di rango inferiore potevano accedere al waki-honjin. Quello di Tsumago è stato riscostruito nel 1877 usando elaborate tecniche di costruzione dell’epoca, utilizzando in buona parte legno di cipresso giapponese (hinoki).
Il Waki-Honjin Okuya è una delle tre location del Nagiso Town Museum, che comprende anche l’honjin e l’History Museum. Si può accedere alle tre strutture con un biglietto unico di 700 yen. Il biglietto del solo Waki-Honjin Okuya costa 600 yen, ma include anche l’ingresso all’History Museum.

6. History Museum
Si trova accanto al Waki-Honjin Okuya e ospita reperti di diverse epoche, che raccontano la storia di Tsumago, Nagiso, della valle del Kiso, ma anche di altre aree del Giappone. Viene anche raccontata la storia dei movimenti che hanno portato alla conservazione di antiche città come Tsumago-Juku.
7. Kosatsuba
Nella parte nord di Tsumago-juku, quasi di fronte a un mulino ad acqua, sorge il Kosatsuba. Posto sulla sommità di una salita, questo edificio guarda i passanti dall’alto verso l’alto, mostrando le tavole della legge. Il Kosatsuba era una sorta di bacheca ufficiale, dove venivano appese tavole di legno che riportavano le regole e le nuove leggi emanate dallo shogunato Tokugawa.

8. Tempio Kotokuji
Questo tempio zen della scuola rinzai non è facilmente visibile. Camminando per Tsumago, in direzione nord sud, si scorge una scalinata ripida sulla sinistra. Se la curiosità vi spinge a salire, arriverete sulla cima di una collina, dove il kotokuji si fa apprezzare per le sue mura bianche e l’ampia veduta che si apre sul villaggio e la vallata. Il paesaggio che si gode da quassù vale la fatica della scalinata.
Come arrivare a Tsumago
Si può arrivare a Tsumago in autobus o a piedi. La stazione più vicina è Nagiso e da qui i bus, non molto frequenti, impiegano una decina di minuti per arrivare a Tsumago. Ci sono bus anche da Magome: in questo caso il tragitto dura 25/30 minuti.
Se avete tempo e le condizioni meteo sono buone, vi consiglio di arrivare a Tsumago a piedi, percorrendo l’antica via del Nakasendo. Il tratto che va dalla stazione di Nagiso a Tsumago è piuttosto breve, sono quattro chilometri tra campagne meravigliose che in primavera si riempiono di alberi in fiore.

Il tratto che va da Magome a Tsumago è un po’ più impegnativo, sono ma comunque poco meno di otto chilometri. Si passa tra campagne, boschi, cascate, percorrendo uno dei più bei tratti del Nakasendo. Se vi piace camminare potete tranquillamente fare il tratto Nagiso-Tsumago-Magome in un giorno. Se avete bisogno di qualche dritta, scrivete pure nei commenti.
Quando andare
In teoria tutto l’anno. In pratica i periodi migliori per visitare Tsumago-juku sono la primavera, durante le fioriture di ciliegi, peschi e rododendri (mitsuba tsutsuji), e l’autunno, sia per le temperature miti, sia per il foliage.