Montieri (Toscana): un viaggio tra argento, torri e una chiesa a sei petali

Per arrivare a Montieri bisogna fare un bel po’ di chilometri di stradine tortuose, qualunque sia il punto di partenza del viaggio. Adagiato su un poggio ricco di boschi in provincia di Grosseto, Montieri è un paesino di origine medievale, isolato e accogliente. Non pare avvezzo al turismo – non a quello di massa − ma dalla mia ultima visita che risale a circa un decennio fa, qualcosa è cambiato. Il paese sembra essere rinato, ci sono mappe e indicazioni turistiche, codici QR nei luoghi storici, una sentieristica ben segnalata, un bike park e un ufficio turistico utile, disponibile e rapido a fornire informazioni anche via email.

Montieri ha una storia radicata nelle risorse naturali e minerarie, che in passato lo hanno reso un centro conteso e desiderato da Volterra e Siena. Mons aeris (monte del rame) − così veniva chiamato il luogo in cui sorge Montieri − era il centro da cui si estraevano minerali contenenti rame e argento, i metalli più utilizzati per coniare le monete del tempo. È nel periodo medievale delle attività estrattive e della lavorazione dei metalli che il paese raggiunse il suo massimo splendore e venne costruita la “chiesa a fiore”, la Canonica di San Niccolò, unica in Italia ad avere una forma di fiore a sei petali.

Dettaglio della Canonica di San Niccolò, la chiesa a fiore di Montieri
Dettaglio della Canonica di San Niccolò, la chiesa a fiore di Montieri – Foto di Alessio Pellegrini CC BY-NC-ND 2.0

Con l’inizio degli scavi archeologici 2009 alla Canonica di San Niccolò, riportata alla luce dopo sette secoli di oblio, il paese sembra essere rientrato in intimità con il suo passato. Da allora è stato un susseguirsi di scoperte e studi archeologici, come quelli legati al ritrovamento della fibula d’oro e alle fonderie all’interno del paese. Oggi, senza dimenticare la sua storia e il suo relativo isolamento geografico, Montieri sembra prendersi cura di sé, pensando a un futuro sostenibile[1].

Mappa di Montieri e come arrivare

Da alcuni centri come Massa Marittima, il paese è raggiungibile anche via bus (per gli orari potete visitare tiemmespa.it), ma tranne poche eccezioni, il modo migliore per arrivare a Montieri è in auto. A parte le numerose curve, raggiungere il paese è piuttosto facile e potete calcolare il percorso usando la mappa qui sopra, o altri servizi e applicazioni. I tempi di percorrenza sono di circa un’ora sia da Siena sia da Grosseto, i due capoluoghi di provincia più vicini. La distanza di Montieri dal mare (Follonica) è di circa 42 chilometri.

A piedi nel borgo: cosa vedere a Montieri

Una volta giunti a destinazione, potete recarvi all’Ufficio Turistico, situato in Piazza Gramsci (vedi mappa sotto), affacciato sulla strada principale che attraversa il paese. Qui vi potranno fornire materiali e indicazioni utili.

Qualora l’ufficio fosse chiuso, al suo esterno e nei dintorni sono presenti pannelli informativi con mappe, con cui ci si può facilmente orientare. E ovviamente potete utilizzare la mappa qui sotto con i luoghi principali da vedere a Montieri.

La visita può iniziare dall’ufficio turistico, da cui parte una strada in salita lastricata in pietra che conduce alla parte antica del paese. Attraversato un arco, di fronte a voi troverete casa Biageschi, un edificio in pietra che spicca tra le case circostanti.

Casa Biageschi, una delle case torri di Montieri
Casa Biageschi, una delle case torri di Montieri – Foto di Alessio Pellegrini CC BY-NC-ND 2.0

La case torri: casa Biageschi

Casa Biageschi è una delle due case torri del paese (l’altra è casa Narducci) che, al tempo in cui Montieri era un castello minerario, erano adibite a residenze signorili. In passato le case torri dovevano essere molto più alte degli edifici attuali, come racconta questo video in realtà virtuale realizzato dall’Università di Siena.

Come si vede dal video, nel Medioevo Montieri era un castello che doveva la sua ricchezza all’attività estrattiva e alla lavorazione dei metalli, in particolare di argento e rame. Da Montieri partiva quella che alcuni studiosi hanno chiamato la via dell’argento, che passando nei pressi di Rocca Sillana arrivava fino a Volterra, dove venivano utilizzate le monete prodotte a Montieri[2].

Montieri, dall’alto Medioevo fino all’inizio del XV secolo, fu il maggiore fornitore europeo di argento[3], con cui venivano coniate le monete utilizzate negli scambi commerciali di allora. È questa l’epoca “d’oro” di Montieri e di quel periodo restano ancora visibili alcuni edifici, seppure ben mimetizzati tra le vie del borgo: le due case torri, le fonderie e il cassero.

Le Fonderie

Dopo aver osservato casa Biageschi, potete proseguire sulla sinistra per Via delle fonderie e, all’angolo con Via della ruga, trovate l’edificio, oggi abitato, che in passato ospitava le strutture della zecca di Montieri.

La storia di Montieri è legata alle sue risorse minerarie e alle azioni dei vescovi di Volterra per gestirne alcuni dei più preziosi giacimenti, come quelli di galena argentifera. Il potere temporale dei vescovi volterrani raggiunse il suo apice intorno alla metà del XII secolo[4] ed è in questo periodo che con ogni probabilità ebbe avvio la zecca montierina, nel sito in cui sorge l’edificio “Le Fonderie”.

Nello stesso periodo anche Siena inaugurò una politica monetaria, anche in questo caso a partire da Montieri. Nel 1137 il vescovo di Volterra donò alla città di Siena la metà del castello e delle miniere di Montieri e dopo pochi anni Siena iniziò a battere moneta propria. Il borgo era insomma un vero e proprio castello minerario e non è un caso che la prima attestazione certa di un castello a Montieri risale proprio a quegli anni, in un documento del 1133[5].

L’edificio “Le Fonderie” è stato oggetto di scavi e indagini archeologiche tra il 2007 e il 2008, che hanno consentito di ricostruire le varie fasi di utilizzo e frequentazione del sito. Oggi è un edificio consapevole della sua storia, che mette in mostra le sue mura in roccia e laterizi, arcate decorate, piacevole da osservare grazie anche ai tanti fiori che lo accompagnano in Via della ruga.

Edificio Le Fonderie e Casa Narducci a Montieri
Sulla sinistra, angolo dell’edificio Le Fonderie; in fondo, parte di Casa Narducci – Foto di Alessio Pellegrini CC BY-NC-ND 2.0

Casa Narducci e il Cassero

Pressoché di fronte a Le Fonderie, al termine della discesa di via della Ruga, si trova casa Narducci, una delle due case torri del paese. Pur avendo perso parte della sua altezza, casa Narducci è ancora oggi un bell’edificio in pietra, con una porta ad arco acuto e le antiche finestre a ogiva.

Casa Narducci, Montieri
Casa Narducci, Montieri – Foto di Alessio Pellegrini CC BY-NC-ND 2.0

Il cassero si trovava invece nella parte alta del paese, in posizione dominante. Un po’ come le case torri, anche il cassero è oggi mimetizzato tra le altre abitazioni del paese e per osservarlo bisogna risalire tutta Via della ruga.

Il cassero di Montieri
Il cassero di Montieri – Foto di Alessio Pellegrini CC BY-NC-ND 2.0

Era un edificio di notevoli dimensioni e quasi certamente un palazzo signorile, con funzioni residenziali e difensive. E’ probabile che al suo interno risiedessero i rappresentanti del potere e che vi si svolgessero le attività istituzionali del castello[6].

Itinerario nei dintorni di Montieri: cosa vedere in 1 giorno

Con quanto visto finora la visita al borgo in sé si è quasi esaurita. Ma se non vi accontentate delle visite lampo, Montieri merita almeno un’intera giornata, o anche un fine settimana se volete scoprire i vicini borghi di Gerfalco e Travale, oppure esplorare a piedi o in mountain bike i numerosi sentieri, come quelli della Riserva Naturale delle Cornate e Fosini.

Montieri, la chiesa di San Giacomo Apostolo
La chiesa di San Giacomo Apostolo – Foto di Alessio Pellegrini CC BY-NC-ND 2.0

Per rimanere nel borgo di Montieri, la visita a piedi può proseguire dal cassero fino alla chiesa di San Giacomo Apostolo, costruita nella parte più alta del paese nel XIII secolo, nel periodo di grande sviluppo urbanistico di Montieri. Da qui si gode di un bel panorama del paese e dei boschi circostanti, una vista rilassante che contrasta con le crude vicende della vita di Giacomo Papocchi, il cui culto è legato a questa chiesa. Vissuto nel XIII secolo a Montieri, il Papocchi fu accusato di aver rubato argento dalle fonderie, venne processato e condannato all’amputazione della mano destra e del piede sinistro. Trascorse 46 anni di redenzione, fino alla sua morte, in una cella annessa alla chiesa di San Giacomo Apostolo, dedicandosi ad aiutare i bisognosi[7].

Mappa di Montieri che mostra il percorso dalla chiesa di San Giacomo alla buca delle fate
La mappa mostra il percorso dalla chiesa di San Giacomo alla buca delle fate – © OpenStreetMap contributors

Le cave e buca delle fate

Dalla chiesa di San Giacomo Apostolo, scendendo gli scalini si può proseguire lungo un sentiero fresco e ombreggiato dai castagni e seguire il percorso per buca delle fate, un’antica miniera di argento origine medievale, di cui oggi è visibile il solo ingresso. Nella zona buia, all’interno, sono ancora presenti nicchie che consentivano lo scambio di due minatori, mentre al termine della galleria, lunga 14 metri, si trova un pozzo colmo di detriti, la cui profondità al momento non è nota.

Buca delle fate, un'antica miniera di argento a Montieri
Buca delle fate, un’antica miniera di argento a Montieri – Foto di Alessio Pellegrini CC BY-NC-ND 2.0

Prima di arrivare a buca delle fate, testimone del passato minerario del paese, si trova una cava abbandonata, risalente ai primi anni del XX secolo.

Cava di "marmo rosso" a Montieri
Cava di “marmo rosso” a Montieri – Foto di Alessio Pellegrini CC BY-NC-ND 2.0

Circa un secolo fa si estraeva da qui il cosiddetto marmo rosso di Montieri, che fu usato solo in maniera limitata, vista anche la modesta entità dei giacimenti. Quello che viene chiamato “marmo” è in realtà un calcare-marnoso, forse simile alla vista ma tecnicamente non un marmo. Ma al di là di questi “tecnicismi”, quello che sorprende è scoprire un altro aspetto del passato recente di Montieri, fatto non solo di minerali e metalli, ma anche di pietre e cave, senz’altro meno note e da cui sono stati ricavati elementi ornamentali e pavimenti prevalentemente per uso locale.

Frammenti di "marmo rosso" di Montieri lungo il sentiero tra la cava e buca delle fate
Frammenti di “marmo rosso” lungo il sentiero tra la cava e buca delle fate – Foto di Alessio Pellegrini CC BY-NC-ND 2.0

Montieri, la Canonica di San Niccolò: la chiesa a fiore esapetala

Torri medievali, fonderie, boschi, cave e miniere d’argento rendono Montieri più che meritevole di una visita, ma il luogo che personalmente ho trovato più affascinante è la Canonica di San Niccolò, la cosiddetta chiesa a fiore. È un edificio medievale di cui sono rimaste oggi le sole fondamenta, da cui si scorge chiaramente la forma a fiore.

Le fondamenta della Canonica di San Niccolò di Montieri
Le fondamenta della Canonica di San Niccolò, la chiesa a fiore – Foto di Alessio Pellegrini CC BY-NC-ND 2.0

La Canonica di San Niccolò è una chiesa esapetala, o esabsidale, provvista cioè di sei absidi. Già la forma in sé è seducente, ma quello che la rende unica, nel vero senso della parola, è che non ci sono altre chiese esapetale in Italia; e ci sono pochi esempi di questo genere in tutta Europa.

La mappa include il sentiero per la Canonica di San Niccolò
La mappa include il sentiero per la Canonica di San Niccolò – © OpenStreetMap contributors

La canonica è distaccata dal paese, per arrivarci conviene prendere l’auto e lasciarla al parcheggio più vicino (ad esempio al parco comunale “Il Piano”) e da lì scendere la strada asfaltata a piedi finché non si trova indicato il sentiero per la Canonica di San Niccolò (circa mezzo chilometro a piedi). Già avvicinandosi è ben percepibile la magia del luogo, il sito archeologico è immerso nel silenzio del bosco, con faggi, castagni e aceri di monte che creano una bella cornice naturale.

L'abside a sei petali
L’abside a sei petali – Foto di Alessio Pellegrini CC BY-NC-ND 2.0

L’accesso è libero e forse è superfluo da specificare, ma soprattutto in luoghi come questi è importante rispettare le leggi in vigore, come il non salire sulle creste dei muri e prelevare o spostare reperti.

Il mistero della chiesa a fiore e una fibula medievale

La forma a fiore con sei petali, unica in Italia, non è l’unico elemento di mistero di questa chiesa. A quanto pare la sua costruzione iniziò nella prima metà dell’XI secolo, esattamente nel punto in cui intorno all’anno Mille fu sepolto un uomo, qualcuno dice un cavaliere, in ogni caso una figura importante per le persone dell’epoca. Durante le campagne di scavo è stata riportata in luce questa sepoltura e poco distante anche la cosiddetta fibula di Montieri. Questa è un gioiello medievale costituito da un notevole disco in oro, riccamente decorato con una filigrana a rami e impreziosito da un granato, ametiste e perle di vetro opaco. Sepoltura, fibula, chiesa esabsidale: qual è il significato di tutto ciò?

A quanto pare, anche questo mistero di Montieri è legato, un po’ come tutto il paese, all’argento, divenuto prezioso per Volterra. Il vescovo della città, per acquisire un maggiore controllo sul territorio e sulla comunità avrebbe pensato alla creazione di un luogo di culto dall’aspetto unico, dove era stato sepolto un uomo importante, il tutto unito alla deposizione rituale della fibula d’oro all’interno dello stesso edificio, che probabilmente avvenne durante la costruzione della chiesa stessa[8]. Una spiegazione lineare e plausibile, che nulla toglie al fascino di ciò che resta della chiesa e delle storie che ancora oggi racconta.

Note

1 Montieri è tra i sessanta distretti energetici net-zero europei individuati dal Joint research centre (Jrc) della Commissione Ue e inseriti nel rapporto  From nearly-zero energy buildings to net-zero energy districts.

2 Officine per la produzione di monete di argento erano presenti anche a Volterra e in altri centri del suo territorio, che utilizzavano l’argento proveniente da Montieri.

3 Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Montieri#Storia

4 Massa di Maremma e la Toscana nel basso Medioevo: zecche, monete ed economia, 2019, a cura di Monica Baldassarri.

5 BRUTTINI J., GRASSI F., 2010, Archeologia Urbana a Montieri: lo scavo dell’edificio de “Le Fonderie”, consultabile online all’indirizzo http://www.fastionline.org/docs/FOLDER-it-2010-181.pdf

6 BRUTTINI J., 2014, Minatori e Signorie nelle Colline Metallifere: il sistema produttivo dei metalli monetabili nel Medioevo. Dottorato “Riccardo Francovich: Storia e Archeologia del Medioevo, Istituzioni e Archivi” XXV ciclo, Università degli Studi di Siena. Consultabile online su Academia.edu.

7 Per approfondire https://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_Papocchi

8 Bianchi G., Mitchell J., Agresti J., Memmi Turbanti I., Osticioli I., Siano S., Pacini A., 2014,La Fibula di Montieri. Indagini archeologiche alla canonica di San Niccolò e la scoperta di un gioiello medievale. Consultabile online su Academia.edu.

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