Negli ultimi anni in molti hanno riscoperto le emozioni del camminare e dei viaggi a piedi. Anche noi di Terra Incognita ci siamo concessi qualche esplorazione, tra cui un cammino di tre giorni lungo la valle del fiume Farma. Gli autori dei libri sul camminare che vi sto per presentare hanno compiuto imprese di ben altro spessore, spinti dall’istinto di viaggiare, dal desiderio di esplorare, dalla voglia di raccontare o dalla pura necessità, perché rimasti senza casa.
Tra questi 12 libri di viaggi a piedi che ho letto e raccolto, Le antiche vie di Robert MacFarlane è una ricerca sull’essenza stessa del camminare, accompagnata da racconti di viaggio in diverse parti del globo. Uno dei più toccanti è Il sentiero del sale, il racconto del cammino a piedi intrapreso dall’autrice con suo marito dopo che hanno perso soldi e casa. Trovate poi diversi testi che raccontano di pellegrinaggi e viaggi a piedi in Giappone, come Sata, di Alan Booth e Il cammino del Giappone. Shikoku e gli 88 templi. Ci sono anche testi ironici e divertenti come Una passeggiata nei boschi, che ha ispirato il quasi omonimo film con Robert Redford, e Autostop con Buddha, scritto dal brillante e irriverente Will Ferguson.
Buona lettura con questi 12 libri sul camminare e sui viaggi a piedi.
Le antiche vie. Un elogio del camminare, di Robert Macfarlane
Robert Macfarlane è un eccezionale camminatore, scrittore, alpinista e conoscitore della natura. Con la sua scrittura fluida, colta e garbata ci fa seguire le orme che lascia lungo i sentieri, quelle stesse orme che non emergono sull’asfalto su cui tutti camminiamo. Nelle vie che percorre, le tracce scompaiono portate via dal vento, dalla pioggia, dalle maree e da altri elementi, lasciandoci intuire uno dei significati di seguire i vecchi tracciati.
Le antiche vie è un volume che non può mancare nella biblioteca di chi ama camminare ed è uno di quelli che ho più amato di questa lista. MacFarlane ci porta lungo antichi sentieri nelle isole britanniche, nel cammino di Santiago, in Palestina e sui tracciati tibetani, alternando il racconto personale ad approfondimenti naturalistici, storici e letterari. Dello stesso autore, consiglio anche Luoghi selvaggi e Montagne della mente.
Le antiche vie. Un elogio del camminare
Robert Macfarlane
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Il sentiero del sale, di Raynor Winn
Che cosa fare quando si rimane improvvisamente senza tetto perché la propria casa, il giardino e i campi dove si è vissuto per decenni, ci vengono tolti per una causa ingiusta? L’autrice Raynor Winn, insieme al marito Moth, non si abbandona alla disperazione e fa la scelta che non ti aspetti, la più improbabile, coraggiosa e allo stesso tempo la più logica: visto che sono rimasti senza soldi né casa, tanto vale mettersi in cammino. La loro via saranno i 1013 chilometri del South West Coast Path, nel sud ovest dell’Inghilterra, e la loro guida un libro di Paddy Dillon, che quel cammino lo aveva fatto anni prima.
Con una manciata di sterline e un mare di coraggio, Raynor e Moth impacchettano gli zaini e, un passo dopo l’altro, si avviano verso l’ignoto. Con una complicazione: a Moth è stata diagnosticata una malattia incurabile, che complicherà ulteriormente le cose. Il sentiero del sale è un libro sul camminare nel suo significato più profondo, una storia vera e di incontri con la natura, il tempo e tante persone, non sempre piacevoli ma che, nel bene e nel male, segnano il destino di Raynor e Moth. Un libro denso, con una scrittura che dosa con equilibrio leggerezza e drammaticità, con il camminare che fa da filo conduttore della narrazione.
Il sentiero del sale
Raynor Winn
In bosco. Leggere la natura su un sentiero di montagna, di Daniele Zovi
Apprezzo molto la scrittura di Daniele Zovi. Divulgativa, rassicurante, semplice, la voce di una guida esperta e affabile, un maestro fraterno che racconta la natura di montagna che incontra lungo il suo cammino. Come in Alberi sapienti e antiche foreste e altre sue opere, Daniele Zovi ci racconta un aspetto della natura italiana, ma stavolta lo fa portandoci in cammino in montagna, con una narrazione che ci fa sentire vicini a lui, vedendo, ascoltando e sentendo l’ambiente che lo circonda.
Tra memorie personali ed esperienze nuove, ci invita a leggere i segni di cui sono disseminati i sentieri di montagna, senza alcuna pedanteria. Ogni segno è l’occasione per raccontare una storia, un aneddoto della sua lunga attività nel Corpo Forestale, svelandoci incontri con piante, licheni, funghi, animali, boscaioli, bracconieri, scrittori e luoghi in cui si è combattuta la Grande Guerra. Un libro che rende più profondo il camminare, svelandoci i segni che incontriamo lungo la via.
In bosco. Leggere la natura su un sentiero di montagna
Daniele Zovi
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Una passeggiata nei boschi, di Bill Bryson
L’ironia di Bill Bryson si intuisce sin dal titolo: la passeggiata è l’Appalachian Trail, il sentiero escursionistico che, con i suoi oltre tremila chilometri, percorre la catena montuosa degli Appalachi. Lo scrittore tenta l’impresa insieme all’amico Stephen Katz, l’unico disponibile a seguirlo in questo viaggio. I due formano una coppia improbabile, goffa e spassosa.
Una passeggiata nei boschi è un libro sulle difficoltà e gli imprevisti del camminare che, come è naturale che sia, colpiscono i due amici inesperti. Numerosi gli incontri con altri escursionisti, ma anche con animali e natura, non sempre benevola. Lo stile è ironico e leggero, leggendo questo libro di Bill Bryson c’è da ridere ma anche da imparare. Ci sono interessanti osservazioni e digressioni sulla natura, sui parchi americani e su come alcune specie, tra cui il castagno americano, seppur protette, rischiano l’estinzione. Un libro sul camminare consigliato per affrontare con ironia le disavventure di un viaggio a piedi.
Una passeggiata nei boschi
Bill Bryson
Sata. In cammino per perdersi e ritrovarsi sulle vie meno battute del Giappone, di Alan Booth
In un viaggio in Giappone incontrai un ragazzo francese che stava esplorando il paese in bicicletta. Era a Kamakura per una breve pausa, per poi continuare verso nord. Non glielo chiesi, ma forse si era ispirato a Sata. In cammino per perdersi e ritrovarsi sulle vie meno battute del Giappone, il racconto di Alan Booth della sua impresa che lo ha portato a piedi dall’isola più a nord del Giappone, l’Hokkaido, fino a Capo Sata, nell’estremo sud. E anche se non lo conosceva, probabilmente aveva letto Autostop con Buddha o di altri viaggi a piedi in Giappone che, in un modo o nell’altro, devono molto all’impresa di Alan Booth.
Booth nel 1977 camminò per circa quattro mesi passando per le strade meno battute del paese, senza mai chiedere e accettare un passaggio. Ho apprezzato il suo humour britannico e la scelta di non voler celebrare le cose belle e nemmeno demonizzare le ombre incontrate lungo il suo cammino. Sia nei momenti di difficoltà, sia nella scrittura se l’è cavata egregiamente con l’ironia, spesso sottile e a volte tagliente. Vorrei che avesse dedicato un po’ di spazio in più al Kyushu, ma in compenso ha scritto pagine toccanti su Hiroshima. Un libro sul camminare di grande ispirazione.
Sata. In cammino per perdersi e ritrovarsi sulle vie meno battute del Giappone
Alan Booth
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Autostop con Buddha, di Will Ferguson
Vent’anni dopo Alan Booth, Will Ferguson percorre il Giappone da Sud a Nord, ma al contrario del suo predecessore accetta di buon grado i passaggi. Autostop con Buddha è un racconto di viaggio creato con ingredienti semplici: il cammino, gli autostop, i contatti non sempre semplici e spesso divertenti con le persone del posto, piccoli e grandi imprevisti, il tutto condito con un alto tasso di ironia.
Autostop con Buddha è un libro sul camminare unico nel suo genere. Lo scrittore canadese racconta con grande leggerezza le difficoltà del suo cammino, della comunicazione, i luoghi e le persone incontrate, la cultura del paese e anche suoi aspetti controversi, spesso facendoci divertire e strappando più di una risata. Un libro raro, utile per trovare soluzioni creative nei momenti più difficili di un cammino.
Autostop con Buddha
Will Ferguson
Gobi, il deserto dentro di me, di Reinhold Messner
Reinhold Messner di viaggi a piedi se ne intende, soprattutto di quelli in salita, in verticale, che lo hanno portato per primo su tutti gli ottomila. Arrivato a sessant’anni, ha deciso di dedicarsi a un’impresa in orizzontale, quindici anni dopo quella compiuta in Antartide e dopo una parentesi al Parlamento europeo. La sua destinazione è il deserto del Gobi, che ha deciso di attraversare a piedi senza ausili esterni, un po’ come faceva nei suoi anni di alpinismo, in solitaria e by fair means. Quello che cambia è la natura dell’impresa e il tempo che passa per tutti, anche per Messner, alle prese con i limiti del suo corpo sessantenne.
Gobi, il deserto dentro di me è un volume che consiglio agli appassionati di imprese a piedi, in solitaria, in cui l’uomo si confronta giorno per giorno con sé stesso, la natura e le persone. I pochi, ma non rari incontri che Messner ha nel Gobi gli permettono, oltre che di sopravvivere, di raccontarci la vita dei nomadi che vivono nel Gobi. Un buon libro.
Gobi, il deserto dentro di me
Reinhold Messner
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Il cammino del Giappone. Shikoku e gli 88 templi, di Luigi Gatti
A volte ti trovi a percorrere il cammino di Santiago e un incontro ti porta all’altro capo del mondo. È successo a Luigi Gatti, che dopo un inizio tra le strade del camino, ci porta nello Shikoku, la più piccola e misteriosa delle quattro isole del Giappone. È qui che si trova a percorrere uno dei più straordinari luoghi di pellegrinaggio del Sol Levante, con zaino in spalla, poche certezze e tanta voglia di scoprire.
Luigi Gatti ci accompagna in un lungo cammino verso il tempio 88, in un pellegrinaggio sulle orme di Kōbō Daishi, il monaco che fondò il buddhismo Shingon e che si dice sia ancora in perenne meditazione sul monte Koya. Ci racconta di incontri, templi, campagne e foreste di cedri secolari. Ma non solo: Gatti ci apre le porte di una parte della sua vita, raccontandoci gli eventi che lo hanno portato al cammino e a vivere del tempo in Giappone.
Il cammino del Giappone. Shikoku e gli 88 templi
Luigi Gatti
Lo stretto sentiero del profondo nord, di Matsuo Bashō
Matsuo Bashō (1644 – 1694) è oggi conosciuto per i suoi componimenti poetici ed è generalmente considerato il più grande maestro di haiku. Quello che forse è meno noto è che era un instancabile camminatore, dedicando buona parte della sua vita ai viaggi, alla poesia e alla meditazione zen.
In tutto ci ha lasciato quattro diari di viaggio e Lo stretto sentiero del profondo nord è quello più noto, scritto da un Bashō maturo, che a circa quarant’anni lascia Edo per avventurarsi verso nord, in territori che all’epoca erano ancora poco esplorati e che tutt’oggi conservano alcune tra le più grandi foreste del Giappone. Il risultato è un libro poetico, in cui la prosa si alterna agli haiku che danno ritmo e profondità al racconto. Grazie anche all’ottima traduzione, la scrittura è sorprendentemente moderna, semplice ed evocativa, come quando racconta l’arrivo e il passaggio della barriera di Shirakawa, o descrive la baia di Matsushima, uno dei monumenti naturali del Giappone più suggestivi.
Lo stretto sentiero del profondo nord
Matsuo Bashō
Senza mai arrivare in cima, di Paolo Cognetti
Un taccuino di viaggio, un racconto lungo centoventi pagine sulla spedizione di Cognetti in Himalaya. Lo scrittore de Le otto montagne non ha velleità agonistiche, ma tra i monti del Nepal bisogna andarci attrezzati, con guide, muli, portatori, un paio di amici e una cagnolina incontrata lungo il percorso.
In questo libricino Cognetti ci accompagna nella sua riscoperta dell’essenza di andare in montagna, del camminare da soli e insieme a compagni di viaggio reali e letterari. Nel suo racconto, l’autore segue le orme narrative di Peter Matthiessen, che decenni prima aveva esplorato quegli stessi luoghi. Anche lui non per arrivare in cima alla montagna, ma per osservare il più sfuggente tra i predatori, il leopardo delle nevi, che dà il titolo anche al libro in cui narra il suo viaggio.
Senza mai arrivare in cima
Paolo Cognetti
Romanzi sul camminare
La lunga marcia, di Stephen King (Richard Bachman)
Con La lunga marcia passiamo ai romanzi e il camminare diventa fittizio, ma non meno emozionante. Un giovane Stephen King ci trasporta in un mondo in apparenza simile al nostro, dove i ragazzi partecipano a una competizione annuale, una marcia dal confine canadese fino a Boston. La distanza non è il solo aspetto proibitivo della gara: non ci si può mai fermare, né stare sotto i sei chilometri orari, altrimenti si viene ammoniti e poi fucilati.
Il significato del camminare viene portato all’estremo e in questa competizione in cui ci potrà essere un solo vincitore e un solo sopravvissuto – questo dicono le regole – si scoprono i limiti dei giovani partecipanti, le loro aspirazioni, motivazioni e le risorse inaspettate e sconosciute che vengono fuori nei momenti più difficili. Uno dei romanzi di Stephen King che preferisco, con elementi che una ventina d’anni dopo ricompariranno in Battle Royale di Koushun Takami.
La lunga marcia
Stephen King
La strada, di Cormac McCarthy
Un padre e il suo bambino, costretti a camminare ogni giorno. Non hanno perso solo la casa e gli affetti, è scomparso il mondo in cui vivevano. La strada si svolge in un mondo post apocalittico, grigio, freddo, dove i due protagonisti spingono un carrello e si muovono verso sud, in cerca di un posto migliore, un po’ meno gelido. In una terra semidistrutta, quasi priva di vita, padre e figlio camminano per sopravvivere, trovare un po’ di cibo e fuggire dalle insidie.
Il grigio domina una narrazione in cui il camminare è l’unico modo per mantenere un filo di speranza, una ricerca per trovare l’ultima salvezza possibile.
La strada
Cormac McCarthy