Tutti sappiamo che il pianeta si sta riscaldando, i ghiacci si sciolgono e il livello del mare aumenta. Perché allora leggere libri sui cambiamenti climatici? Per saperne di più mi verrebbe da dire, ma dopo aver letto i libri qui sotto mi vengono in mente altri motivi.
Più che dare risposte scientifiche, i dieci libri sul clima che vi propongo ci mettono di fronte alla relazione che abbiamo con il pianeta, le altre specie e il riscaldamento globale. In questo senso, ci danno spunti, stimoli e strumenti Il tempo e l’acqua di Andri Snær Magnason, L’altro mondo. La vita in un pianeta che cambia di Fabio Deotto, Medusa. Storie dalla fine del mondo (per come lo conosciamo), di Matteo De Giuli e Nicolò Porcelluzzi, e Chthulucene, di Donna Haraway. Diverso è l’approccio del due volte premio Pulitzer Edward O. Wilson, che in Metà della Terra ci accompagna tra le meraviglie della biodiversità per farci una proposta finale concreta, quella di destinare metà del pianeta ad aree protette.

Conoscere i cambiamenti climatici significa in primo luogo accettarli, farli entrare nel proprio immaginario, nelle narrazioni personali e pubbliche, nelle storie che leggiamo, entrare in una relazione diversa con il non umano e accettare nuovi setting mentali. In altre parole, essere in contatto profondo con la nuova realtà climatica, l’Antropocene e la sesta grande estinzione. Questi dieci libri sul riscaldamento globale, ci aiutano a farlo.
Il tempo e l’acqua, di Andri Snær Magnason
Il riscaldamento globale raccontato da uno scrittore. Consapevole delle difficoltà che lui stesso ha nell’abbracciare un fenomeno vasto e affatto nuovo per l’umanità come il cambiamento climatico, Andri Snær Magnason costruisce un saggio narrativo fatto di ricerca famigliare, di episodi storici e leggende islandesi, ma anche di incontri con scienziati, ricercatori, paesaggi scomparsi e dialoghi con il Dalai Lama.
Il tempo e l’acqua è un libro straordinario che con storie, emozioni, ma anche con numeri ed evidenze scientifiche ci rende la complessità del riscaldamento globale nella sua drammaticità. E nella sua urgenza: il tempo è un nodo centrale in questo libro, un tema caro all’autore, che ce lo trasmette puntando dritto al cuore con racconti e qualche dato. Come questo, che riguarda l’altro tema del libro, l’acqua:
Se la situazione continuerà come ci si aspetta, nei prossimi cent’anni avremo un crollo verticale del pH degli oceani. Per la Terra, cent’anni equivalgono a un attimo: se un processo che prima avveniva in milioni di anni ora avviene in cento, la velocità può essere paragonata a quella di un’esplosione.
Il tempo e l’acqua
Andri Snær Magnason

L’altro mondo. La vita in un pianeta che cambia, di Fabio Deotto
Fabio Deotto ha scritto uno di quei libri che riescono a cambiarti la visione delle cose. E fa pure un passo in più, fornendoci gli strumenti per avere una relazione diversa con un pianeta in rapido cambiamento. Spesso siamo ancorati alle nostre cartoline mentali che ci rappresentano un mondo che non esiste più, un modello di vita e di sviluppo non pensati per questa epoca. Epperò, sono fuorvianti anche quelle cartoline mentali di lande desolate e prive di vita come conseguenza dell’apocalisse climatica. Il disastro ecologico procede per aumenti graduali e inesorabili della temperatura, del livello dei mari, con la perdita continua di biodiversità, piogge e ghiacci.
La realtà del riscaldamento globale è difficile da afferrare, è al di fuori delle nostre rappresentazioni mentali quotidiane. Per aiutarci, il bravissimo Fabio Deotto ci porta in quei luoghi dove le conseguenze del cambiamento climatico si fanno sentire, mostrandocene gli effetti e riportandoci le reazioni di cittadini e amministrazioni: alcune con un approccio muscolare dichiarano guerra alla natura, altre si adattano, altre ancora rinviano il problema. Il risultato è un bel reportage narrativo tra Maldive, New Orleans, Finlandia, Svezia, i vigneti del Franciacorta e altri luoghi del pianeta. L’autore, incontrando luoghi e persone, ci accompagna verso una comprensione del cambiamento climatico più profonda, che va oltre i dati, mettendoci di fronte a bias culturali e valori che diamo per scontati.
L’altro mondo. La vita in un pianeta che cambia
Fabio Deotto

Metà della Terra. Salvare il futuro della vita, di Edward O. Wilson
Edward Wilson, naturalista, mirmecologo e pioniere della biodiversità, in questo saggio ci propone una sfida ambiziosa: destinare almeno il 50% della superficie terrestre ad area protetta. Quello di Wilson è un sogno, ma con le radici ben piantate a terra. Oltre a essere fattibile, riservare metà della Terra a forme di vita non umane è una soluzione proporzionale alla gravità dello stato di salute del pianeta. Siamo ufficialmente dentro la sesta grande estinzione che la vita sulla Terra ha dovuto subire nei suoi 3,8 miliardi di anni di storia. Un’estinzione causata da inquinamento, riscaldamento globale, disboscamento, distruzione degli habitat, introduzione di specie aliene.
Metà della Terra. Salvare il futuro della vita, più che un libro sul clima è un saggio sulla biodiversità e su che cosa possiamo fare per preservarla e poter vivere ancora su questo pianeta. Chi è interessato ai cambiamenti climatici troverà qui spunti interessanti e un punto di vista particolare: il punto di vista della biodiversità, che da un lato subisce le conseguenze del riscaldamento antropico, ma che dall’altro ci può salvare dai suoi effetti. Inquinamento, siccità, eventi meteo estremi, innalzamento del livello del mare, saranno mitigati se metà dei nostri territori verrà destinata a ecosistemi in salute.
Metà della Terra. Salvare il futuro della vita
Edward O. Wilson

Medusa. Storie dalla fine del mondo (per come lo conosciamo), di Matteo De Giuli e Nicolò Porcelluzzi
Davanti all’emergenza climatica di questi anni si è scelta la via della transizione energetica «verde», che crea una nuova dipendenza da una risorsa già scarsa [i metalli rari] e di difficile estrazione ma che permette al sistema capitalistico «occidentale», così come al nuovo imperialismo cinese, di evitare un’autocritica dei propri obiettivi di crescita …
È una delle parti che più apprezzo di Medusa. Storie dalla fine del mondo (per come lo conosciamo), che mostra in un capitolo come anche le energie rinnovabili, che dovrebbero guidare la transizione energetica, non sono purtroppo sostenibili. Per la produzione di pannelli fotovoltaici e pale eoliche sono necessari metalli rari, estratti in paesi in via di sviluppo con processi estremamente tossici, inquinanti, al punto che le persone che vivono nei dintorni delle cave parlano delle loro città come di villaggi del cancro. In più, il processo di estrazione genera molta CO2 e pure radiazioni, essendo i metalli rari associati a uranio a torio.
Insomma, si può attenuare il riscaldamento globale solo ripensando il nostro modo di vivere, ma anche mutando il modo di raccontare le storie. Il cambiamento climatico, ormai da decenni sotto gli occhi di tutti, non trova spazio nei romanzi, nella letteratura, nell’arte, se non in rare eccezioni. Siamo più attratti dai racconti apocalittici, forse più rassicuranti perché distanti dal mondo in cui viviamo. Con le sue storie, Medusa ci racconta il cambiamento climatico e ci fornisce ogni volta un nuovo sguardo sulla fine del mondo, per come lo conosciamo e per come ce lo rappresentiamo.
Medusa. Storie dalla fine del mondo (per come lo conosciamo)
Matteo De Giuli e Nicolò Porcelluzzi

Chthulucene, di Donna Haraway
Questo libro l’ho acquistato per tre ragioni. Buone per me; non è detto che lo siano anche per voi. Il titolo, quello che ricorda i Grandi Antichi di Lovecraft, con Cthulhu, la divinità tentacolare, orrore reale e metafisico protagonista di un celebre racconto dello scrittore statunitense.
Il sottotitolo: sopravvivere a un mondo infetto. E infatti Chthulucene di Donna Haraway possiamo leggerlo, tra l’altro, come un manuale di resistenza attiva alle spinte omogeneizzanti del sistema neo-liberista e antropocentrico della nostra epoca.
L’autrice: Donna Haraway. Pare così innocua nella foto su Wikipedia che la ritrae sorridente e luminosa in compagnia del suo cane. E invece…
Un alchimista del linguaggio capace di stabilire relazioni semantiche inaspettate, ed estremamente nutrienti, con ciò che la circonda: il problema. La questione non è tanto sull’urgenza del riscaldamento climatico, la disparità sociale e la polarizzazione delle risorse, quanto sulla necessità di aprirsi a collaborazioni inaspettate, essere pronti all’incontro con altro dall’umano. Una modalità di relazione nuova che presuppone nuovi setting mentali: è importante capire quali idee usiamo per pensare altre idee, rinnovando il comparto semantico per includervi nuove categorie: umane e non-umane. Un viaggio emozionante nel pensiero tentacolare di una delle maggiori intellettuali del nostro tempo, reso possibile, nella nostra lingua, dalla splendida traduzione di Claudia Durastanti e Clara Ciccioni.
Chthulucene. Sopravvivere su un pianeta infetto
Donna J. Haraway

Il pianeta umano, di Simon L. Lewis, Mark A. Maslin
Leggendo libri sui cambiamenti climatici e sul riscaldamento globale, ci si imbatte prima o poi nella parola Antropocene. Il suo significato è facilmente intuibile, ma non c’è accordo nella comunità scientifica sulla sua data di inizio. Stabilirla, ci restituisce il significato delle nostre azioni e, parafrasando gli autori, alimenterà diverse visioni del mondo e le storie che racconteremo sull’umanità.
Ripercorrendo la storia della nostra specie, Simon L. Lewis e Mark A. Maslin ci mostrano come il nostro impatto sull’ambiente è stato forte anche in epoca preistorica. Per mano nostra si sono estinte numerose specie della megafauna americana e di altri continenti e quando siamo diventati agricoltori abbiamo probabilmente sconvolto per la prima volta i cicli climatici terrestri, rinviando l’inizio di una nuova era glaciale. Ma per i due scienziati, come scoprirete leggendo Il pianeta umano, l’inizio dell’Antropocene è più recente e questa scelta ha risvolti anche etici e politici: l’Antropocene si configura non solo come un’era geologica, ma anche come un periodo di colonialismo, schiavitù e dominio.
Il pianeta umano
Simon L. Lewis, Mark A. Maslin

Il sussurro del mondo, di Richard Powers
Il sussurro del mondo ha ricevuto il premio Pulitzer per la narrativa 2019. Per i temi trattati, l’intreccio e le storie raccontate, Richard Powers ha mostrato grande impegno e sensibilità nei confronti del cambiamento climatico e dell’antropocentrismo, le due grandi questioni da affrontare dall’umanità e vissute in prima persona dai personaggi del romanzo.
Attraverso una suddivisione della storia in quattro sezioni – radici, tronco, chioma, semi – e il racconto delle vicende di nove personaggi, Richard Powers nel suo romanzo ci cala in una realtà in cui le vite umane si intrecciano con quelle degli alberi e del mondo vegetale, di cui si scoprono la complessità e in un certo senso i valori. Quello delle piante è un mondo fatto di comunicazioni invisibili, diversità, competizione e cooperazione.
Tutto nella foresta è la foresta. La competizione non può essere separata dalle infinite fragranze della cooperazione. Gli alberi non lottano di più delle foglie su un unico albero. A quanto pare, in fondo la maggior parte della natura non sparge sangue come un animale feroce.
Il sussurro del mondo
Richard Powers

Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere, di Jared Diamond
Questo è un altro di quei libri che offre un nuovo metodo di lettura della realtà. Forse oggi risente un po’ dei suoi anni – è del 2005 – ma non nella sua parte principale, che ci racconta come società del passato hanno affrontato problemi economici e ambientali, a volte con successo, a volte collassando. Collasso attinge alle società passate come a un’enorme banca dati di esperienze e approcci di cui possiamo fare tesoro anche oggi, sia per evitare errori già fatti, sia per capire come possiamo affrontare le nostre emergenze ambientali e climatiche.
Collasso racconta il tentativo dei vichinghi di colonizzare la Groenlandia senza tentare di adattarsi a un mondo in cambiamento, il destino degli abitanti di Rapa Nui che abbatterono tutti gli alberi presenti sull’isola, il genocidio in Ruanda, la strategia usata dal Giappone feudale per evitare il collasso delle proprie foreste. Questo per citare alcuni dei punti salienti del libro, che nel suo racconto di come società hanno deciso di vivere o morire, ci porta anche in Montana, Cina, Haiti, Repubblica Domicana, Isole Pitcairn e tra gli antichi popoli americani Maya e Anasazi. Un libro prezioso, che ci fornisce strumenti di lettura e riflessione sugli attuali cambiamenti climatici.
Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere
Jared Diamond

Stato di paura, di Michael Crichton
Quando uscì, questo libro fu accusato di negazionismo e ricevette numerosi attacchi. È in effetti un romanzo controverso, una storia che vede tra i protagonisti scienziati, associazioni ambientaliste, imprenditori, agenti segreti, nello stile che ha reso celebre Crichton con opere come Jurassic Park, Il mondo perduto, Andromeda, Sol levante, etc.
Da amante della natura e convinto sostenitore del cambiamento necessario ad affrontare l’emergenza climatica, ho apprezzato Stato di pauraper la capacità che ha di restituire la complessità della questione climatica. Perché se è vero che le temperature stanno aumentando e i ghiacci si stanno sciogliendo, è anche vero che lo spessore della calotta antartica sta aumentando e che stiamo riscaldando il pianeta non solo con le emissioni di gas serra, ma anche distruggendo la foresta amazzonica[1] e costruendo città sempre più grandi che creano l’effetto di isola di calore. Questo solo per citare alcuni dei tanti spunti che emergono nella lettura del romanzo, spesso accompagnati da note, fonti scientifiche e da una bibliografia finale, anche se ormai un po’ datata. È una lettura per aprirci alla complessità dell’emergenza climatica e delle soluzioni che si possono mettere in campo, e un invito ad andare oltre le narrazioni dominanti.
Stato di paura
Michael Crichton

Non è mica la fine del mondo, di Tuono Pettinato e Francesca Riccioni
Un’allegra comitiva di alieni sbarca sulla Terra per un giro turistico in visita alle rovine di una civiltà perduta. Così come oggi siamo affascinati da città e isole abbandonate, così a questi alieni piace esplorare i pianeti abbandonati. Arrivati sulla Terra sembrano divertiti e stupiti da come la nostra specie è arrivata al collasso fino a estinguersi.
Lo scenario è post apocalittico, ma i disegni e la narrazione sono leggeri e divertenti. Si seguono le vicende di una buffa famiglia di alieni, le singolari abitudini turistiche di altre creature della comitiva e la rassegnata ostinazione di un tizio che vorrebbe comprare souvenir pagando in zirconi venusiani. Tra le varie storie, ci sono gli utili intermezzi della guida turistica che spiega agli alieni come l’umanità è arrivata all’estinzione. Non è mica la fine del mondo è un fumetto educativo e divertente sul clima e l’ambiente, adatto a bambini e ragazzi della scuole medie, ma anche un utile e spassoso ripasso per i più grandi.
Non è mica la fine del mondo
Tuono Pettinato e Francesca Riccioni

Note
1 Diversi studi dimostrano che il taglio delle foreste ha un impatto sulle temperature, soprattutto se si tratta di foreste tropicali (tra le fonti, questo studio pubblicato su Plos One). A quelle latitudini, disboscare significa far aumentare le temperature, oltre che influenzare negativamente le precipitazioni; riforestare, genera invece un raffreddamento. Pochi anni fa, l’UNDP ha dichiarato che “Fermare la deforestazione e ripristinare le foreste danneggiate, quindi, potrebbe fornire fino al 30 percento della soluzione climatica” (fonte).↵