Le foreste di bambù mi piace pensarle come a luoghi magici, difficile altrimenti spiegare il loro fascino. Di solito sono monocolori, dominate dal verde. Un verde che può essere cupo nelle ore con meno luce, smeraldo e brillante quando il sole è alto nel cielo e sfuma così nel giallo della luce e nell’azzurro del cielo. E poi ci sono le forme delle piante, i fusti che si ripetono in serie e le foglie dal caratteristico ed elegante profilo allungato. Colori, forme e anche suoni. I suoni degli uccelli, insetti e altri animali che ci vivono; il suono del vento che fa frusciare le foglie e scricchiolare i fusti lunghi e flessibili. Non è un caso che la più famosa foresta di bambù in Giappone è stata inserita nella lista dei 100 paesaggi sonori del paese[1].
Un boschetto di bambù è tra i luoghi simbolo di Kyoto, ma anche in altri paesi le foreste di questa pianta straordinaria rivelano il loro fascino a un numero crescente di persone. E naturalmente sono l’habitat naturale di uno degli animali simbolo della conservazione e protezione della natura, il panda gigante; ma anche di alcuni lemuri del Madagascar che si nutrono solo di questa pianta, proprio come il panda. Dal Giappone alla Cina, dalla Malesia alle Hawaii, vi proponiamo un viaggio digitale tra le foreste di bambù del pianeta.
Il bambù e le foreste: info e curiosità
Partiamo con qualche curiosità sulla pianta di bambù. Può raggiungere un’altezza di 40 metri e un diametro di 30 centimetri, eppure di fatto è un’erba. Pur avendo il portamento di un albero, il bambù appartiene alla famiglia delle Graminacee (Poacee), la stessa di riso, grano e orzo. La sottofamiglia Bambusoideae comprende 1575 specie, a portamento arboreo ed erbaceo, che crescono in maniera spontanea in Asia, Oceania, Africa, America (meridionale, centrale e settentrionale).

Se già vi sembra sorprendente che un’erba possa raggiungere i 40 metri, ecco altri fatti curiosi:
- in particolari condizioni, gli esemplari di una specie di bambù possono crescere più di 90 centimetri al giorno, circa 4 centimetri all’ora!
- Può vivere sia al livello del mare, sia ad altitudini di 4000 metri (Ande e Himalaya).
- La fioritura è tardiva; una specie di bambù fiorisce addirittura ogni 80-120 anni.
- La fioritura di una singola specie è a volte sincronizzata a livello globale[2].
- È stata una delle piante a sopravvivere alla bomba di Hiroshima e la prima a rigermogliare.
Mappa delle foreste di bambù nel mondo
Nella mappa qui sotto sono segnate le principali foreste di bambù al mondo – tra quelle organizzate per essere accessibili al pubblico – e descritte più in dettaglio nel seguito dell’articolo.
Bosco di bambù di Arashiyama, Giappone
La foresta di bambù di Arashiyama e Sagano è stata inserita dalla guida Lonely Planet tra i Top 25 luoghi da visitare in Giappone e, dopo averla visitata, è entrata anche nella mia personale lista di luoghi più belli del paese del sol levante. Si trova zona nord ovest di Kyoto, nel distretto di Arashiyama. Parte di quest’area si sviluppa in collina ed è qui che si trova il bosco di bambù più famoso al mondo.

Percorrere i viottoli che attraversano il sentiero può essere un’esperienza emozionante, prendetevi il tempo per osservare, ascoltare, senza cedere alla tentazione di scattare decine di foto, peraltro non facili da realizzare in un contesto paesaggistico così insolito e monocromatico. C’è un sentiero principale centrale, facile da percorrere, è impossibile perdersi. La visita può proseguire al giardino della villa Okochi Sanso, uno dei giardini più famosi di Kyoto, con una bellissima vista panoramica sulla città. E nei dintorni ci sono il tempio Tenryuji (Patrimonio dell’Umanità), il parco collinare Kameyama-kōen, il parco delle scimmie di Iwatayama e persino la cosiddetta foresta di Kimono, nei pressi della stazione dei tram di Arashiyama. Il bosco di bambù di Arashiyama è un luogo magico, inserito in un contesto generoso di bellezze.

Foresta di bambù di Shunan, Cina
Il film di Ang Lee La tigre e il dragone ha reso celebri tra il grande pubblico le foreste di bambù. Queste, se in passato erano note per lo più come ambiente naturale del panda gigante e del panda minore[3], la loro fama probabilmente è ancora oggi legata alla pellicola del regista taiwanese, nonostante sia uscita nelle sale cinematografiche ormai una ventina di anni fa. Alcune delle scene più iconiche del film sono state girate nella foresta di Bambù di Shunan, situata nel Sichuan a oltre 300 chilometri dal capoluogo Chengdu.

La foresta di bambù di Shunan è organizzata per le visite, è un vero e proprio parco a tema che include ben 134 attrazioni, tra boschi, valli, laghi, grotte e un museo dedicato al bambù. È probabilmente il più bel bosco di bambù della Cina e a quanto pare il più antico e il più esteso, copre un’area di circa 120 km2.
Nanshan Zhuhai, Cina
Nella Cina orientale, nella provincia di Jiangsu (la stessa in cui si trovano Shanghai e Suzhou) si trova Nanshan Zhuhai, che in cinese significa letteralmente “mare di bambù della montagna del sud”. È un’area dedicata all’ecoturismo ed è inserita in un contesto naturalistico suggestivo. I suoi boschi di bambù sono tra i più belli di tutta la Cina, tanto da meritare l’appellativo di “Paradiso Nanshan”; eppure non sono l’unica attrattiva del parco, che include montagne, cascate, piantagioni di tè, un lago e un tempio antico.

Nel parco ci sono numerosi sentieri, ma ci sono mezzi alternativi per spostarsi al suo interno, come piccoli treni, funivie e persino zattere di bambù.
Grand National Bamboo Forest di Anji, Cina
Non distante da Nanshan Zhuhai si trova la Grand National Bamboo Forest. È situata nella contea di Anji, famosa per le sue foreste di bambù, che occupano una superficie di circa 600 kilometri quadrati e contano più di 40 specie diverse[4]. Anji è la prima contea cinese per produzione di aste di bambù e allo stesso tempo si è specializzata nel turismo ecologico, legato alle sue foreste, ai fiumi, alle specie animali protette e a prodotti alimentari green come il tè bianco di Anji, prodotto solo in questa contea.
La foresta di bambù di Anji offre percorsi a piedi, centri visite, ristoranti con cucina a base di bambù e persino un parco a tema con montagne russe che passano attraverso il bosco. Alcune scene de La tigre e il dragone sono state girate nella foresta di Anji.
Boschetto di Hokokuji (Kamakura), Giappone
Kamakura è una delle più belle località nei dintorni di Tokyo e la si visita per le sue spiagge, il mare, il Daibutsu (il grande Buddha), il santuario Tsurugaoka Hachimangu, il tempio Hasedera. Ma se vi trovate da queste parti, vale la pena di dedicare un po’ di tempo al tempio Hokokuji e al suo boschetto di bambù. A volte viene chiamato foresta, impropriamente per la sua estensione (circa 2000 piante), ma ha la capacità di farvi sentire in un luogo diverso, distante dalla cittadina di Kamakura. Il bosco è situato in una zona residenziale, a poco di più di mezz’ora a piedi dalla stazione (è raggiungibile anche in bus) e non è così facile da trovare.

Una volta superato l’ingresso, si scopre che il tempio è davvero piccolo, ma il giardino con il bosco di bambù vi stupirà. L’ambiente è tranquillo, distante dal centro della città e di solito non ci sono molti turisti. È un luogo dove trascorrere del tempo in tranquillità, scattare qualche foto e terminare la visita nella casa da tè, con le mani intorno a una tazza di matcha e gli occhi di fronte a uno dei boschetti di bambù più affascinanti del Giappone.
La foresta di bambù lungo il Pipiwai Trail, Hawaii
Così come a Kamakura non si va per il bosco di bambù, lo stesso vale per Maui, isola delle Hawaii. Oltre alle spiagge, uno dei luoghi più belli di Maui è lo Haleakala National Park, situato nella parte sud dell’isola. La principale attrazione del parco è il vulcano Haleakala, ma per gli amanti delle foreste di bambù c’è il Pipiwai Trail. È un sentiero da fare a piedi lungo circa 6,5 kilometri (tra andata e ritorno), immerso nella natura hawaiana e con molte cose da vedere.

Lungo il percorso si trovano cascate, un antico e gigantesco baniano, un torrente attraversato da un ponticello che conduce fino alla foresta di bambù, a quanto pare uno degli aspetti più sorprendenti del Pipiwai Trail. Lo foresta si apre infine in una radura dominata dalle Waimoku Falls, cascate alte circa 120 metri.

Il bosco di bambù di Penglipuran, Indonesia
In Indonesia, nell’isola di Bali, si trova il villaggio di Penglipuran. È situato nell’interno dell’isola, a un’altitudine di oltre 500 metri e i suoi abitanti conservano la loro cultura tradizionale nella vita di tutti i giorni. Ad esempio, la lavorazione della terra e l’architettura degli edifici seguono ancora i principi del Tri Hita Karana, una filosofia di vita dell’isola di Bali. Il risultato è un centro abitato perfettamente mantenuto, senza parcheggi e strade per auto e che è stato riconosciuto come uno dei tre villaggi più puliti al mondo, insieme a Giethoorn nei Paesi Bassi e Mawlynnong in India.

Poco fuori il villaggio c’è una piccola foresta di bambù di circa 38 ettari, facilmente raggiungibile a piedi dal centro abitato. È un bosco sacro (al suo interno ci sono dei piccoli templi) e allo stesso tempo utile per le persone del luogo, che usano il bambù come materiale da costruzione e per l’edilizia abitativa. Il bosco ospita ben quindici specie di bambù e gli abitanti di Penglipuran ritengono che questa piccola foresta sia stata piantata dai loro antenati.

Parco nazionale di Ranomafana, Madagascar
Il Madagascar è una delle più grandi riserve mondiali di biodiversità e sebbene le foto da cartolina ritraggano di solito giganteschi baobab, qui si trovano ben 33 specie di bambù, 32 delle quali endemiche (ossia, non si trovano nessun’altra parte del mondo). Alcune specie di bambù sono il cibo quasi esclusivo di alcune specie di lemuri, i piccoli primati endemici del Madagascar.
Nel Parco nazionale di Ranomafana, nella parte centro orientale dell’isola, si trovano foreste di bambù abitate da lemuri tra cui l’apalemure dorato, scoperto solo nel 1987. Si nutre quasi esclusivamente di bambù gigante e questa dieta specializzata lo rende a rischio di estinzione. Le foreste di bambù in cui vive sono soggette alla pratica del taglia e brucia e il suo habitat si sta restringendo. Il Parco nazionale di Ranomafana protegge un’area di circa 410 chilometri quadrati e un progetto italiano di qualche anno fa[5] ha implementato un piano di riforestazione del bambù per tutelare le specie di lemure che, come l’apalemure dorato, si nutrono quasi esclusivamente di bambù.
Note
1 La foresta di bambù di Arashiyama e Sagano è nella lista dei 100 paesaggi sonori del Giappone: https://it.wikipedia.org/wiki/100_paesaggi_sonori_del_Giappone↵
2 Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Bambusoideae↵
3 Curiosità: il panda minore in cinese è noto come panda rosso ma anche come volpe di fuoco, nome che ha ispirato gli sviluppatori di Firefox↵
4 Per approfondire: https://it.wikipedia.org/wiki/Anji↵
5 Per approfondire https://www.adnkronos.com/sostenibilita/world-in-progress/2014/07/21/piu-bambu-madagascar-per-salvare-lemuri_SIL6rEptjmDYaf4PurXB3N.html↵