10 Città nel deserto: rovine del passato e abitati odierni

Che cosa ha spinto civiltà passate e presenti a costruire città nel deserto? Seguendo le storie presentate in questo articolo, scoprirete che in molti casi sono state le vie del commercio a dare vita a villaggi e centri abitati nel deserto. Le antiche città di Madain Saleh, Shivta e Gaochang, solo per citare le prime tre che incontrerete, sorgevano lungo rotte carovaniere. Persino Barstow (USA), fondata meno di 150 anni fa, sorse lungo una linea ferroviaria ed è tutt’ora luogo di passaggio di tre importanti arterie stradali.

Le città nel deserto, ancora in vita o affascinanti rovine del passato, narrano storie di commerci, viaggiatori e mercanti, ma anche dell’opposto. Il deserto può consentire l’isolamento, come ci ricordano le biografie di santi e monaci, ma anche la storia di città come Beni Isguen che, nella sua quasi totale chiusura al mondo esterno, ha potuto conservare fino a oggi tradizioni secolari.

Per semplice curiosità, o per fantasticare su un viaggio futuro, vi invito alla scoperta di dieci città costruite nel deserto. Ci muoveremo prima tra antiche rovine e poi tra città più o meno moderne, ma ancora abitate. Buona lettura.

Città nel deserto del passato

Madain Saleh

Uno degli edifici scavati nella roccia di Madain Saleh, antica città nel deserto arabico
Uno degli edifici scavati nella roccia di Madain Saleh, antica città nel deserto arabico

Deserto: deserto arabico
Stato: Arabia Saudita
Civiltà: Thamudeni e Nabatei
Epoca: abitata in più epoche; tombe monumentali datate tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.

Ho scoperto dell’esistenza di questa meraviglia archeologica leggendo Arabia deserta, il racconto di Charles M. Doughty della sua esplorazione in solitaria del deserto arabo. Un città perduta che, come Petra più a nord, sfoggia maestose facciate scavate nella roccia. 

Madain Saleh, nota anche come Hegra e Al-Hijr, fiorì circa duemila anni fa ed è considerata uno degli insediamenti più importanti dei Nabatei, secondo solo a Petra. Sito UNESCO dal 2008, Madain Saleh conta ben 111 tombe monumentali ed è un’importante testimonianza dell’avanzamento tecnologico dei Nabatei in ambito architettonico e idraulico. Una città del deserto che ha prosperato per circa tre secoli, lungo una via commerciale a cavallo tra il Mediterraneo, la penisola araba e l’Asia.

Leggi anche: Libri sul deserto: storie di sabbia e solitudine

Shivta

Le rovine di una chiesa dell’antica città di Shivta, nel deserto del Negev, in Israele
Le rovine di una chiesa dell’antica città di Shivta, nel deserto del Negev – טל שמע, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Deserto: deserto del Negev
Stato: Israele
Civiltà: Nabatei
Epoca: I-IX secolo

Un’altra città nabatea sorta su una rotta commerciale. Shivta sorgeva lungo l’antica via dell’incenso, una rotta carovaniera che collegava la parte meridionale della penisola araba – la cosiddetta Arabia felix – al Mediterraneo. Conobbe un periodo di splendore che durò fino al III secolo, quando i Romani aprirono una nuova via commerciale verso l’India, che tagliò fuori Shivta.

La città però non si spopolò del tutto, continuò la produzione di vino e si ripopolò sotto l’influsso dei Bizantini, intorno al 450. Un paio di secoli dopo arrivarono gli Arabi, ma la convivenza tra cristiani e musulmani fu pacifica. Tant’è che Shivta, ormai in declino, si spopolò gradualmente: a differenza di altre città, non fu distrutta e abbandonata in seguito a una battaglia. Così è giunta fino ai giorni nostri, riconosciuta patrimonio Unesco nel 2005.

Gaochang

Rovine dell'antica città di Gaochang, nel deserto del Taklaman, lungo la via della seta
Rovine di Gaochang, città nel deserto del Taklaman, lungo la via della seta – Photo by Laika ac CC BY-SA 2.0

Deserto: Taklamakan
Stato: Cina
Civiltà: Jushi (fondatori)
Epoca: I secolo a.C. – XIV secolo d.C.

Ci spostiamo più a oriente, nel nord est del deserto del Taklamakan. Qui, lungo la via della seta, intorno al primo secolo a.C. fu fondata la città di Gaochang, destinata a diventare un importante hub commerciale, luogo di passaggio e sosta per carovane e viaggiatori. Ben presto la città passò sotto il controllo della dinastia Han per almeno cinque secoli. 

Dopodiché la città subì numerosi cambi di sovranità: dal Regno di Gaochang, per tornare poi in mano cinese con la dinastia Tang e poi altri popoli ancora. Oggetto di contesa per la sua posizione strategica, venne infine distrutta dalle guerre e abbandonata nel XIV secolo. Gaochang fu anche un importante centro buddhista e, non distante, si trovano le tombe di Astana e le grotte dei mille Buddha di Bezeklik.

Ayaz Kala

Due delle fortezze di Ayaz Kala, antico centro fortificato nel deserto dell'Uzbekistan
In primo piano, la fortezza di Ayaz Kala 2; dietro, Ayaz Kala 1 – octopuzz, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Deserto: Kyzylkum
Stato: Uzbekistan
Civiltà: Impero Kushan
Epoca: IV secolo a.C. – VII secolo d.C.

Facciamo un passo indietro verso occidente e ci fermiamo nel deserto del Kyzylkum in Uzbekistan, dove in tempi antichi sorgevano le tre fortezze di Ayaz Kala (o Ayaz Qala). Furono in parte costruite sotto l’impero Kushan, costituendo un sistema difensivo per la protezione di un’oasi. Le tre fortezze, chiamate non senza fantasia Ayaz Kala 1, 2 e 3, erano situate a una distanza visibile l’una dall’altra, probabilmente per facilitare la trasmissione dei segnali in caso di avvicinamento dei nemici.

A differenza di altre fortezze dell’antica Khorezm, presenta anche insediamenti rurali non fortificati, con edifici residenziali e cortili. Le fortezze presentano dimensioni monumentali e sono state costruite su terreni rialzati. Ayaz Kala 2, la più piccola e la più recente, è realizzata su uno sperone roccioso in vista di Ayaz Kala 1, in una posizione tremendamente suggestiva.

Khara-Khoto

Le rovine di Khara-Khoto, città che si era sviluppata nel deserto del Gobi
Le rovine di Khara-Khoto, circondate da un mare di sabbia – Fandorine1959, CC BY-SA 3.0, da Wikimedia Commons

Deserto: Gobi
Stato: Cina
Civiltà: Impero Tangut (fondatore)
Epoca: XI-XVI secolo

Le rovine delle città del deserto si portano con sé misteri e, nel caso di Khara-Khoto, antiche leggende. La città fu fondata poco dopo l’anno mille e divenne un importante centro commerciale dell’impero Tangut. Nel 1206 cadde per mano di Gengis Khan, ma continuò a prosperare sotto l’impero mongolo. Durante la dominazione mongola la città fu visitata da Marco Polo, da lui descritta ne Il Milione come Etzina o Edzina.

La vita della città continuò a lungo in pace, ma senza che nessuno lo sapesse, la sua fine si avvicinava. Secondo la leggenda, nel 1372 l’esercito della dinastia Ming deviò il corso del fiume Ejin, l’unica fonte d’acqua di Khara-Khoto. La città fu così lentamente soffocata, prima di un assedio decisivo da parte dei Ming. Sconfitta e senz’acqua, Khara-Khoto venne abbandonata: rimase deserta, come le terre che la circondavano.

Khaybar

Gli edifici deserti dell’antica città di Khaybar, che si sviluppò nel deserto arabico
Gli edifici deserti dell’antica città di Khaybar – Hardscarf, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Deserto: deserto arabico
Stato: Arabia Saudita

Khaybar si presenta oggi con le sue rovine, abitati di un marrone giallo sabbia di cui rimangono muri, fortificazioni e poco altro. Non è difficile intuire la sua grandezza in passato, un’oasi nel deserto arabico nord-occidentale abitata da diverse tribù, molte delle quali di fede ebraica.

Khaybar era suddivisa in tre distretti, ognuno dei quali comprendeva diversi villaggi e cittadelle, spesso costruiti su colline o speroni basaltici. Da qui si potevano sovrastare le vaste piantagioni di palme da dattero, i campi di mais, sostenuti dall’acqua e dai terreni vulcanici circostanti. 

La città assume una particolare importanza storica con la battaglia di Khaybar nel 628 d.C. Da allora, la città e le sue ricchezze furono parzialmente consegnate al Profeta e alle forze medinesi, segnando un cambio significativo nel controllo politico e demografico della regione.

– Leggi anche: Albero del Ténéré: la storia dell’albero e delle carovane Tuareg

Città nel deserto contemporanee

Coober Pedy, Australia

Il cartello della città di Coober Pedy, in Australia, è uno dei camion usato dai minatori di opale
Il cartello della città è uno dei camion usato dai minatori di opale – Foto di Steve Collis CC BY-SA 2.0

In questo viaggio tra città nel deserto, ci spostiamo per la prima volta in Australia. Coober Pedy si trova nella parte nord dell’Australia Meridionale, sperduta nell’outback desertico. L’area dove sorge la città è stata a lungo frequentata dalle popolazioni aborigene, ed è nel 1915 che la sua storia cambia drasticamente. Quell’anno vi fu scoperta la prima opale e l’anno successivo arrivarono i primi minatori.

Presto la città prese forma, ma in maniera del tutto originale. Per sfuggire al calore e al sole cocente, le abitazioni furono costruite, anzi scavate, sottoterra. Persino la chiesa del paese è sotterranea. Anche oggi chi visita Coober Peddy, capitale mondiale dell’opale, si deve adeguare ai costumi locali: hotel, negozi e luoghi da vedere, sono – quasi tutti – sottoterra.

Shibam, Yemen

I palazzi secolari di Shibam, in Yemen. La città è nota anche come la Manhattan o la Chicago del deserto
Gli edifici di Shibam, la Manhattan del deserto – Jialiang Gao, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

È stata soprannominata la Manhattan del deserto, o anche la Chicago del deserto. Ma non stiamo parlando di una città americana: Shibam, con i suoi settemila abitanti attuali, ha un passato glorioso che si può intuire dai palazzi di sabbia e fango costruiti secoli fa e ancora solidamente in piedi, o quasi.

Situata nel deserto dello Yemen, la città era circondata da mura fortificate. Per ottimizzare lo spazio all’interno delle mura, fu scelto di costruire in verticale, creando tra i primi grattacieli della storia, alti fino a nove piani. La città esiste da almeno 1700 anni, ma la maggior parte edifici attuali risale al XVI secolo. Molti, sono stati ricostruiti più volte negli ultimi secoli.

Barstow, Stati Uniti

La Casa del Desierto è uno degli edifici simbolo di Barstow, città sperduta nel deserto californiano del Mojave
Casa del Desierto, uno degli edifici simbolo di Barstow – Ron Reiring, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Poco più di venticinquemila abitanti, sperduta nel deserto californiano del Mojave, una via centrale da cui passa la Route 66 e un edificio vecchio cent’anni che sembra uscito da un quadro di De Chirico. Barstow, in California, è una di quelle piccole città americane che sembrano il set di un film, a volte scelte in effetti dai registi per le loro pellicole o ambientare una serie TV.

La cittadina si sviluppò come centro ferroviario e divenne in seguito un crocevia di arterie stradali: la Interstate 15, 40 e la leggendaria Route 66. Uno degli edifici simbolo di Barstow è la Casa del Desierto, mentre a una ventina di minuti di macchina si giunge alla città fantasma di Calico, un centro minerario di fine ’800.

Beni Isguen

La città fortificata di Beni Isguen, nel deserto del Sahara (Algeria)
La città fortificata di Beni Isguen, nel deserto del Sahara (Algeria) – Holger Reineccius, CC BY-SA 2.0 DE, via Wikimedia

Una città fortificata nel Sahara algerino, che ha preservato nel tempo le sue tradizioni. Con i suoi settemila abitanti, Beni Isguen è l’ultima delle città del deserto contemporanee di questa lista, ma certo non la meno interessante. Fondata un migliaio di anni fa, ha mantenuto nel tempo la sua organizzazione, in particolar modo la cinta muraria punteggiata da torri e affiancata sul lato interno da un vicolo.

La pianta delle città è piramidale e, oltre alla struttura, ha conservato nei secoli le sue tradizioni. La filosofia comunitaria e religiosa degli abitanti limita infatti i contatti con il mondo esterno. I turisti sono ammessi solo se accompagnati da una guida autorizzata e non possono pernottare a Beni Isguen; inoltre, alcune zone della città non sono accessibili ai non residenti. Dal 1982, è patrimonio Unesco.

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