Atlante delle isole remote: 50 isole strane e sperdute per iniziare a sognare

Cinquanta, tante sono le isole che compaiono nell’atlante scritto e illustrato da Judith Schalansky, autrice svedese che con il suo Atlante delle isole remote1 si è aggiudicata il Premio Fondazione dell’arte del libro, il premio per “il più bel libro dell’anno” e il Premio per il design della Repubblica Federale di Germania. Niente male per un atlante.

Il merito va anche alla casa editrice Bompiani e alla traduttrice Francesca Gabelli se oggi, in Italia, possiamo ammirare le splendide illustrazioni contenute nel volume (tutte di isole ovviamente) e le storie, notizie, aneddoti e curiosità relative alle cinquanta isole sperdute negli oceani del mondo.

Isole strane, remote, tante quelle disabitate battute da venti impetuosi, a latitudini così estreme da impedire all’essere umano qualunque tentativo di insediamento. Come le Isole degli Antipodi, nell’Oceano Pacifico. Un pezzo di roccia dalle coste frastagliate, 300 miglia a sud-est della Nuova Zelanda. La superficie totale è di 21 Km2, quella dell’isola principale, le altre sono poco più di scogli in mezzo alla vastità dell’oceano.

Isole degli Antipodi
Un albatros alle Isole degli Antipodi – Photo by Royal New Zealand Navy CC BY-ND 2.0

Dall’altra parte del mondo, nell’Oceano Atlantico, l’Isola di Bouvet (immagine di copertina) condivide con la precedente l’inospitalità, il clima avverso e la totale assenza di esseri umani.  Nevi perenni e ghiacciai che scendono fino all’oceano: l’Antartide è 800 miglia più a sud. Per trovare traccia di esseri umani bisogna navigare per oltre settecento miglia verso nord in direzione di un’altra isola sperduta: Tristan da Cunha l’isola abitata più remota del mondo.

Isole sperdute: dove trovarle?

Se siete dei cacciatori di isole sperdute, il luogo migliore dove trovarle è l’Oceano Pacifico. Qui si concentra la maggior parte delle isole remote presenti nell’atlante di Judith Schalansky. Preparate i bagagli, armatevi di pazienza, perché il viaggio sarà necessariamente lungo e avventuroso, ma ne sarà valsa la pena per misantropi incalliti, anime stanche della civiltà e moderni Robinson Crusoe in cerca di stili di vita alternativi. Via con la fantasia sulle pagine dedicate all’isola disabitata di Fangataufa: un atollo nella Polinesia francese di 5 Km2. Oppure, se preferite un minimo di comodità e due chiacchiere con i vicini, potreste seguire le orme degli ammutinati del Bounty e stabilirvi a Pitcairn: poco meno di 5 Km2 e 48 abitanti con cui conversare. Decisamente sconsigliata per chi soffre l’umidità l’Isola Macquarie, trenta chilometri di lunghezza per cinque di larghezza; un siluro di roccia proiettato sulla superficie dell’oceano direttamente dagli abissi marini.  Più accogliente e dalle allettanti pratiche sessuali dei suoi abitanti l’Isola di Pukapuka: dove ritirarsi per vivere in un sogno.

Ascension, isola remota dell'Oceano Atlantico
Ascension, isola remota dell’Oceano Atlantico – Photo by startledrabbit III CC BY-NC-SA 2.0

Pur se meno affollato di isole sperdute del Pacifico, anche l’Oceano Atlantico offre un certo numero di isole remote tra cui scegliere. Ad Ascension, 700 miglia dalla Costa d’Avorio e 1.200 dal Brasile, condividerete l’insularità con gli oltre mille abitanti dell’isola, e avrete la possibilità di scegliere dove alloggiare tra ben cinque villaggi. Ancora più affollate le isole remote di Brava (Isole di Sottovento) e di Annobón, rispettivamente 6.800 e 5.000 abitanti.

Senza dubbio Tristan da Cunha è la più conosciuta tra le isole remote dell’Atlantico, ma se siete alla ricerca di una totale solitudine insulare, dovrete mettere in valigia piumini, coperte di lana e vestiti pesanti, perché bisogna scendere parecchio di latitudine per trovare quello che fa per voi. La Thule meridionale: 36 Km2 di ghiaccio, neve e coste scoscese a due passi dall’Antartico.

Pulu Maria, una delle 27 Isole Cocos (Keeling)
Pulu Maria, una delle 27 Isole Cocos (Keeling) – Photo by D-Stanley CC BY 2.0

Climi più miti, frutta a volontà e lussureggiante vegetazione tropicale per le isole remote dell’Oceano Indiano. L’arcipelago delle Keeling, due atolli e 27 isole coralline, oppure Nuova Amsterdam, piuttosto ventosa o ancora l’isola di Tromelin, una stazione meteorologica e quattro abitanti. Non c’è molto da fare in meno di un chilometro quadrato, a parte la magia del trovarsi in una delle isole più sperdute del mondo.

Isole strane

Uno dei vantaggi più affascinanti dello sfogliare l’Atlante delle isole remote di Judith Schalansky è quello di poter fantasticare guardando la topografia delle cinquanta isole presenti. L’Isola di Rapa Iti ricorda un cavalluccio marino e alla sua forma bizzarra si accompagna una singolare storia di lingue sconosciute e vite precedenti. Vediamo le coste dell’Isola di Atlasov, nell’Oceano Pacifico, salire ripide dal mare verso il cono vulcanico al suo centro, a oltre 2mila metri di altitudine. L’atollo corallino dell’isola di Fangataufa con in mezzo una laguna o le coste frastagliate e impervie dell’isola Campbell in Nuova Zelanda. Le illustrazioni di queste isole strane e sperdute sono una gioia per gli occhi, tanto quanto per la mente le storie che Judith Schalansky ci racconta a corredo.

Isola di Atlasov
Isola di Atlasov

Atlante delle isole remote: quante storie da raccontare

Le storie, già, quelle presenti nell’Atlante delle isole remote. Cinquanta storie per cinquanta isole. Dove si racconta del modo in cui gli abitanti dell’isola di Tikopia sopravvivono ai periodi di siccità: secondo leggi tanto distanti dal nostro mondo quanto lo sono queste isole sperdute dell’Oceano Pacifico. Del perché l’Isola della delusione è stata battezzata con questo nome. O ancora di come un certo August Gissler ha speso sedici anni della sua vita cercando il favoloso tesoro di Lima, sull’isola del Cocco. Ci sono storie di selvaggia e cieca crudeltà: l’estinzione della pacifica ritina di Steller a opera dell’uomo, sull’Isola di San Giorgio. Così come curiosità letterarie. Ne è un esempio la ricerca del vero diario del naufrago più famoso della letteratura, legata a doppio filo all’Isola di Robinson Crusoe.

Atlante delle isole remote
Judith Schalansky
Cinquanta isole dove non sono mai andata e mai andrò

Non si risparmia Judith Schalansky, mai, e anzi, ogni nuova pagina è l’inizio di un nuovo viaggio verso l’isola successiva, tanto che vorremmo che questo viaggio non finisse mai. Arriviamo all’ultima pagina e restiamo un po’ storditi, lo sguardo perso di chi vede cose che gli altri non si sognano neppure; abbassiamo gli occhi sulla copertina e ricominciamo da capo. Incontriamo a ogni nuova lettura aneddoti che non ricordavamo, linee di costa e villaggi che ci erano sfuggiti. È lo stupore ad accompagnarci: proprio come la prima volta.

Note

1 Judith Schalansky, Atlante delle isole remote, Bompiani, 2013

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